Concetti Chiave
- L'esegesi di un testo, secondo Dante, invita a scoprire insegnamenti nascosti oltre il significato letterale, seguendo una tradizione medioevale di lettura allegorica.
- Il senso letterale riguarda il significato immediato e superficiale delle parole, spesso identificato con fatti storici reali, ma considerato da Dante come una "favola" per la sua natura apparente.
- L'allegoria si divide in due tipi: quella dei poeti, che nasconde verità sotto una "bella menzogna", e quella dei teologi, che considera eventi storici con significati spirituali.
- Il senso morale richiede uno sforzo interpretativo da parte del lettore per scoprire insegnamenti etici, simboleggiato dalla metafora di cacciatori che cercano la selvaggina.
- Il senso anagogico riguarda l'elevazione spirituale di un testo, riconoscendo in esso significati divini ed eterni, come illustrato attraverso la liberazione del popolo ebraico in "In exitu Isräel de Aegypto".
Indice
L’esegesi di un testo
Dante accoglie e svolge in questo brano la dottrina medioevale che invitava a cercare un insegnamento riposto sotto ogni narrazione, cioè un valore profondo sotto ogni immagine. In tal senso, bisogna considerare che nella letteratura italiana del Medioevo troviamo molto frequentemente opere allegoriche: la stessa Divina Commedia era nata come una vasta allegoria. L’interesse per questa ricerca di significati segreti spinse gli studiosi dell’epoca a cercarli anche dentro le opere dell’antichità classica; le stesse opere di Virgilio furono interpretate in modo allegorico. Bisogna premettere che, con l’affermarsi del Cristianesimo l’esegesi di un testo, soprattutto di un testo sacro costituiva uno degli aspetti importanti del metodo di letturaAccanto ad un significato immediato, superficiale e letterale ne esistono altri, nascosti, sottintesi che Dante definisce allegorico, morale e anagogico.
Il senso letterale
Il senso letterale è privo di qualsiasi verità e non va oltre il significato letterale Esso non va oltre il significato primo dei termini e spesso si identifica con un fatto storico, realmente accaduto. Dante definisce le parole fittizie poiché esprimono soltanto il senso apparente e quindi esteriore al discorso. In questo modo, lo scrittore ritrova tale senso prevalentemente nelle favole.
Il senso allegorico
Si tratta di una verità nascosta sotto il mantello di una bella menzognaUn problema di cui dobbiamo tener conto per l’analisi del brano è il fatto che Dante dà per conosciuta la differenza fra allegoria dei poeti e allegoria dei teologi.
L’allegoria dei poeti che Dante esemplifica con la rappresentazione che Ovidio dà di Orfeo [Il secondo senso si chiama allegorico, cioè una bella verità nascosta da qualcosa di fittizio [definito da Dante “favola”]. Si tratta di una sorta di veste che nasconde la verità, [come scrisse Ovidio quando dice che Orfeo, con la musica della sua cetra rendeva mansuete le fiere e attirava verso di sé gli alberi e le pietre; questo significa che l’uomo saggio, con lo strumento della sua voce è in grado di rendere mansueti e di far diventare ben disposti e benigni i cuori degli uomini più crudeli].
Nell’allegoria dei teologi, di cui Dante porta come esempio il versetto della Bibbia In exitu Isräel de Aegypto. Anche il senso letterale è portatore di verità; è un dato storico e, pertanto, ha già una sua autonomia di significato. Tuttavia, a tutto ciò si aggiunge un’altra dimensione di significati.
Il problema ritorna con l’Epistola a Cangrande in cui a proposito della lettura della Divina Commedia, Dante suggerisce di adottare l’allegoria dei teologi: il viaggio ultraterreno non sarebbe “una bella menzogna”, cioè un artifizio letterario che rimanda ad una verità spirituale, ma sarebbe esso stesso, nel suo aspetto letterario, un evento storico che ha già un significato in verbis (presente nelle stesse parole) e un secondo significato in facto (= da una situazione reale di fatto), contenuto nell’evento stesso)
Il senso morale
Il senso morale è quello che i lettori si devono sforzare di trovare, come cacciatori che si appostano per scoprire o sorprendere la selvaggina, secondo la metafora utilizzata da Dante. A questo proposito, Dante riporta l’esempio di Gesù Cristo che portò con sé solo tre apostoli – Pietro, Giacomo e Giovanni - , quando si recò sul monte Tabor per la Trasfigurazione; a decisione del Cristo va interpretata nel senso che qualora si tratti di cose molto segrete, esse devono essere divulgate a pochi
Il senso anagogico
Il termine, derivato dal greco “elevazione”, si riferisce all’attività di spiegazione di un testo, riconoscendone il significato spirituale. In questo caso, il testo contiene una verità storica anche sul piano letterale, ma per gli argomenti trattati (= cose significate) si riferisce però alle cose divine e alla gloria eterna. Per spiegare meglio il concetto, Dante riprende il versetto biblico In exitu Isräel de Aegypto.Benché sia chiaro che c’è una realtà storica (= la liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù sofferta in Egitto), è altrettanto chiaro il sovrasenso spirituale, secondo il rapporto popolo ebraico = anima, schiavitù in Egitto = peccato. In altre parole, l’anima uscendo dal peccato come il popolo ebraico uscì dall’Egitto, diventa libera e padrona di se stessa. Ed è in questo senso che Dante utilizza il salmo nella Commedia, come canto delle anime libere dal peccato.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza dell'esegesi di un testo secondo Dante?
- Come Dante distingue tra allegoria dei poeti e allegoria dei teologi?
- Qual è il ruolo del senso morale nell'interpretazione di un testo?
- Cosa rappresenta il senso anagogico secondo Dante?
- In che modo Dante utilizza il salmo "In exitu Isräel de Aegypto" nella Divina Commedia?
Dante sottolinea l'importanza di cercare un insegnamento profondo sotto ogni narrazione, seguendo la dottrina medioevale che invita a scoprire significati nascosti oltre il senso letterale.
Dante distingue l'allegoria dei poeti come una verità nascosta sotto una "bella menzogna", mentre l'allegoria dei teologi è vista come un evento storico con significati spirituali intrinseci.
Il senso morale richiede ai lettori di sforzarsi per scoprire insegnamenti etici, simile a cacciatori che cercano la selvaggina, come illustrato dall'esempio di Cristo e i suoi apostoli.
Il senso anagogico si riferisce all'elevazione spirituale, riconoscendo significati divini e eterni in un testo, come illustrato dal versetto biblico "In exitu Isräel de Aegypto".
Dante utilizza il salmo per rappresentare le anime libere dal peccato, paragonando l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto alla liberazione dell'anima dal peccato.