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Concetti Chiave

  • Dante Alighieri entra nella politica fiorentina nel 1295, iscrivendosi all'Arte dei medici e degli speziali, necessaria per partecipare alle cariche pubbliche.
  • Preferisce la fazione dei guelfi bianchi e si oppone a papa Bonifacio VIII, considerato da lui simbolo della decadenza morale della Chiesa.
  • Nel 1300, Dante viene eletto tra i sei priori di Firenze, ma viene esiliato nel 1302 per opposizione al papa e presunti reati finanziari.
  • Rifiuta un'amnistia nel 1315 per non voler ammettere colpe pubblicamente, e vive in esilio tra le corti italiane, dedicandosi alla scrittura di opere letterarie.
  • Muore nel 1321 a Ravenna, dopo aver sperato nel riconoscimento del suo valore poetico per poter tornare a Firenze.

Indice

  1. L'ingresso di Dante nella politica
  2. L'esilio e la vita errante
  3. Gli ultimi anni e la morte

L'ingresso di Dante nella politica

Dal 1295 Dante fa il suo ingresso nella vita politica dopo essersi iscritto all’Arte dei medici e degli speziali: era necessario infatti per i nobili iscriversi a una delle arti se volevano partecipare alle cariche pubbliche. Entra quindi a far parte della vita politica di Firenze, segnata dalle lotte tra le fazioni e dalle mire espansionistiche di papa Bonifacio VIII.

Tra i guelfi neri e quelli bianchi sceglie i bianchi e si oppone numerose volte a papa Bonifacio VIII, che veniva visto da Dante simbolo della decadenza morale della Chiesa, dal momento che mirava ad estendere attraverso il sostegno dei guelfi neri il suo controllo su Firenze. Nel 1300 viene eletto tra i 6 priori (carica più alta del comune) e condanna all’esilio i maggiori esponenti delle due fazioni, tra cui il suo carissimo amico Guido Cavalcanti. Sempre nel 1300, mentre Dante è a Roma, il papa fa un colpo di stato che porta al potere i neri. Dante viene accusato di essersi opposto al papa e di essersi appropriato di denaro pubblico e perciò viene condannato a una multa e a due anni di esilio.

L'esilio e la vita errante

Dante non si presenta al processo a Firenze e nel 1302 fu condannato a essere bruciato vivo se fosse stato sorpreso nel territorio del comune. Dante non tornerà mai più a Firenze, nemmeno nel 1315, quando gli viene concessa l’amnistia (l’opportunità di tornare a Firenze, in cambio però di una sua umiliazione in pubblico, dove ammetterebbe le sue azioni).

Egli infatti rifiuta, dal momento che vorrebbe tornare nella sua città come uomo innocente, non come colpevole. È costretto a vagare tra le corti dell’Italia centrale e settentrionale, in cerca di ospitalità. In questo periodo si impegna duramente dal punto di vista letterario, mettendo da parte l’esperienza stilnovista per concentrarsi a opere in cui la riflessione scientifica e filosofica, si lega con un’ispirazione religiosa, morale e politica: tra il 1304 e il 1313, tra una corte e l’altra, scrive il Convivio, il De vulgari eloquentia e l’Inferno e il Purgatorio.

Gli ultimi anni e la morte

Tra il 1313 e il 1318 è a Verona, alla corte di Cangrande della Scala, dove si ricongiunge con la moglie e i figli. Poi si sposta a Ravenna, sotto la protezione di Guido Novello da Polenta, dove lavorerà all’ultima parte del suo poema. Una volta terminato il Paradiso spera di poter tornare a Firenze grazie al riconoscimento del suo valore di poeta, ma Guido Novello lo manda come ambasciatore a Venezia nel 1321 e sulla strada del ritorno si ammala e muore nello stesso anno a Ravenna, dove verrà sepolto.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le circostanze che portarono Dante all'esilio?
  2. Dante fu esiliato dopo essere stato accusato di opporsi a papa Bonifacio VIII e di appropriazione indebita di denaro pubblico. Non si presentò al processo e fu condannato a morte se fosse stato trovato a Firenze.

  3. Come reagì Dante all'offerta di amnistia nel 1315?
  4. Dante rifiutò l'amnistia nel 1315 perché non voleva tornare a Firenze come colpevole, ma come uomo innocente, rifiutando l'umiliazione pubblica richiesta.

  5. Quali opere letterarie scrisse Dante durante il suo esilio?
  6. Durante l'esilio, Dante scrisse il Convivio, il De vulgari eloquentia, l'Inferno e il Purgatorio, concentrandosi su riflessioni scientifiche, filosofiche, religiose, morali e politiche.

  7. Dove trascorse Dante i suoi ultimi anni e come morì?
  8. Dante trascorse i suoi ultimi anni a Verona e Ravenna. Morì nel 1321 a Ravenna, dopo essere stato inviato come ambasciatore a Venezia, e fu sepolto lì.

Domande e risposte

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