Concetti Chiave
- Il sonetto "Oltre la spera che più larga gira" è una risposta di Dante alla richiesta di due "donne gentili" di inviare poesie, celebrando Beatrice come creatura sovrumana.
- Nella prima quartina, il desiderio di Dante, chiamato "sospiro", oltrepassa il Primo Mobile, avviando un viaggio mistico della mente verso l'Empireo.
- La seconda strofa descrive il sospiro che raggiunge Beatrice, ora simbolo della sapienza teologica, e ammira la sua gloria paradisiaca.
- La poesia esprime la difficoltà di comprendere l'ineffabile visione celeste, resa possibile solo dalla fede e dalla conoscenza trascendentale.
- Il sonetto anticipa i temi del viaggio celeste e dell'ineffabilità, sviluppati poi nella Divina Commedia, con riferimenti religiosi a Beatrice e a Dio.
Il sonetto viene scritto dall'autore come risposta alla richiesta rivolta a Dante di due "donne gentili" di inviare loro dei testi poetici, ed egli pensò di non mandare soltanto delle poesie che aveva già scritto, ma di scriverne una nuova per onorare ancora di più le loro richieste. Invia il nuovo sonetto "oltre la spera che più larga gira", ed è il componimento che meglio sintetizza la nuova poesia, che celebra Beatrice come creatura sovrumana. Questo sonetto celebra la gloria di Beatrice in Paradiso.
Indice
Il Viaggio Mistico di Dante
Nella prima quartina ci comunica che il suo fortissimo desiderio, che definisce “sospiro”, utilizzando quindi una metonimia, di vedere Beatrice esce dal suo cuore e oltrepassa “la spera che più larga gira” che corrispondeva al Primo Mobile, ovvero l’ultimo cielo, quello più vicino all’Empireo, che è la sede dei beati. Dante dà quindi il via a un viaggio mistico della mente definito attraverso il "sospiro".
Continua dicendo che questo desiderio viene elevato verso l’alto da un’intelligenza nuova che l’Amore, malgrado pianga la morte di Beatrice, mette in lui. In questi ultimi versi compare una personificazione data dall’uso della parola “amore”.
La Gloria di Beatrice in Paradiso
Nella seconda strofa il sospiro è giunto dove desidera e vede una donna, cioè Beatrice, che riceve onore, ovvero acquista da tutti i beati la gloria paradisiaca e la luce illuminante della grazia di Dio, a tal punto che lo spirito viaggiatore, ammira il suo splendore. In questa seconda quartina sono presenti verbi di percezione come “vede, mira” e anche termini riconducibile alla sfera visiva come “luce, splendore”, poiché il viaggio del pensiero è concluso e il poeta percepisce ciò che vede.
Beatrice è ormai diventata l'essere superiore, cioè quello che sarà nella Divina Commedia: simbolo della sapienza teologica della fede.
L'ineffabilità della Visione Celeste
Nella prima terzina il desiderio di Dante, giunto fino in paradiso quando ritorna, racconta ciò che ha visto e però il poeta non riesce a comprendere o intendere, infatti, è difficile e complicato. Vi è poi un riaffermarsi del concetto presente nella prima strofa dato che il sospiro parla al cuore sofferente di Dante. Sempre grazie alla sofferenza Dante può ascoltare ciò che il suo pensiero gli racconta e visto che il poeta non comprende ciò che gli vuole comunicare lo spirito si ha l’introduzione della poesia dell’ineffabile. La nostra conoscenza, infatti, è di tipo sensitivo, ovvero avviene attraverso l’uso dei sensi e quindi non può spiegare ciò che è soprannaturale. Quindi tutto quello che va al di là dei nostri sensi, il trascendentale può essere spiegato soltanto con la fede. Con il concetto dell’ineffabilità si nota come Dante ha difficoltà a comprendere il suo stesso pensiero che è arrivato a vedere cose trascendenti grazie ad un atto di fede.
La Metafora del Viaggio Mentale
Si tratta di una poesia tutta metaforica perché è appunto un viaggio mentale che porta Dante a sopportare meglio il dolore per la morte della sua amata e nello stesso tempo ad avvicinarlo a Dio.
L'Amore Spiritualizzato di Dante
Finché Beatrice era viva, Dante la lodava come manifestazione terrena della beatitudine celeste, mentre ora che è morta, ed è quindi in paradiso, è diventata l'essere superiore e l'amore di Dante si spiritualizza ancora più di prima: il desiderio della donna amata dà al poeta una nuova intelligenza, che permette al suo spirito di oltrepassare il cielo, dove può ammirarla e contemplarla nella gloria divina: è una visione che non può essere espressa né dalla lingua né dalla mente umana. Con lo scopo di descrivere questa esperienza, il sonetto si divide: da un lato abbiamo lo spirito di Dante, mentre dall'altro la sua persona terrena, a cui Dante si riferisce in prima persona.
Riferimenti Religiosi e Conclusione
Questo sonetto anticipa i temi del viaggio in cielo e dell’ineffabilità della visione celeste, che Dante svilupperà nel paradiso. Ma c'è un altro riferimento alla commedia presente nel brano conclusivo in prosa, in cui il poeta accenna una mirabile visione: Dante non parlerà più di Beatrice fino a quando non potrà dire di lei quello che mai è stato detto di alcuna altra donna. Il finale dell'opera contiene anche alcuni riferimenti religiosi, poiché qui Dante fa riferimento a Dio indicandolo prima con l'espressione "colui a cui tutte le cose vivono", poi con la citazione "colui qui est per omnia secula benedictus", non a caso posta subito dopo l’espressione "benedetta Beatrice" (ciò avvalora l'accostamento Beatrice-Cristo). L’opera si conclude con una parola in latino come era cominciata in latino.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del "sospiro" nel sonetto di Dante?
- Come viene descritta la gloria di Beatrice in Paradiso?
- Cosa rappresenta l'ineffabilità della visione celeste nel sonetto?
- In che modo il sonetto riflette l'amore spiritualizzato di Dante?
- Quali riferimenti religiosi sono presenti nel sonetto?
Il "sospiro" rappresenta il fortissimo desiderio di Dante di vedere Beatrice, che esce dal suo cuore e intraprende un viaggio mistico verso il Paradiso.
Beatrice è descritta come una figura che riceve onore e gloria paradisiaca, illuminata dalla grazia di Dio, diventando simbolo della sapienza teologica della fede.
L'ineffabilità rappresenta la difficoltà di Dante nel comprendere e descrivere la visione trascendente di Beatrice in Paradiso, che può essere spiegata solo attraverso la fede.
L'amore di Dante si spiritualizza dopo la morte di Beatrice, permettendo al suo spirito di contemplarla nella gloria divina, un'esperienza ineffabile per la mente umana.
Il sonetto contiene riferimenti a Dio e alla benedizione eterna, accostando Beatrice a Cristo, e si conclude con espressioni latine che sottolineano la sacralità del tema.