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Dante e la sua epoca
L’Italia divisa
L’Italia nel Duecento non è uno Stato nazionale ma una frammentazione politica basata su stati regionali. I continui conflitti rendono ingovernabili i Comuni dell’ Italia centro-settentrionale.
Alcuni Comuni attribuiscono poteri straordinari ad un signore la cui carica dura a vita; nascono così le Signorie. Con la formazione di Stati regionali più estesi questa carica diventa ereditaria e il signore prende il titolo di principe (principato).
Firenze tra Bianchi e Neri
I Bianchi sono legati alla piccola nobiltà e alle arti maggiori, e i Neri al popolo minuto e ai salariati delle arti minori. I Bianchi (tra cui Dante) sostengono l’autonomia del Comune, i Neri appoggiano Bonifacio VIII che vuole estendere il suo dominio su tutta la Toscana.
Alla fine del 1200 Firenze non ha una signoria duratura e il signore viene sempre chiamato dall’esterno per portare pace ai continui conflitti interni tra i cittadini. La Signoria mette radici solo successivamente con l’origine della borghesia finanziaria e mercantile.
Dante è il massimo poeta dell’età comunale, la Commedia rappresenta la sintesi delle conoscenze e dei modelli cronologici, filosofici, tecnologici medievali.
Dante può essere considerato un maestro di vita, oltre che il “padre della lingua italiana” in quanto ha dato al volgare dignità di lingua letteraria.