Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Dante utilizza la figura della "donna-schermo" per celare il suo amore per Beatrice, un espediente comune nella letteratura cortese dell'epoca.
  • L'opera esplora il potere trasformativo dell'amore di Beatrice su Dante, promuovendo virtù e perdono negli incontri con gli altri.
  • L'uso di figure retoriche come antonomasia e metonimia arricchisce il linguaggio dell'opera, avvicinandolo alla poesia più che alla prosa.
  • La concezione medievale dell'amore, influenzata da Andrea Cappellano, vieta amori simultanei, limitando Dante a un unico amore platonico per Beatrice.
  • Lo stile del testo è intriso di latinismi e di influenze dalla tradizione lirica, con una particolare attenzione al gioco di parole sul termine "salute".

Indice

  1. L'amore segreto di Dante
  2. L'equivoco in chiesa
  3. Gli effetti del saluto di Beatrice
  4. La coerenza amorosa di Dante
  5. Il linguaggio poetico della prosa

L'amore segreto di Dante

All’inizio della Vita Nuova, Dante soffre in modo manifesto per amore di Beatrice: il primo incontro fatale è avvenuto quando egli aveva nove anni e il successivo si colloca nove anni più tardi. Tuttavia, Dante è piuttosto reticente in rapporto all’identità della donna.

Mentre un giorno in chiesa egli osserva rapito Beatrice, qualcuno scambia un’altra donna per il vero oggetto del suo sguardo; egli pensa, allora, di approfittare dell’equivoco per creare uno “schermo” al suo vero amore. A lungo, Dante coltiva questa falsa opinione della gente, componendo rime in onore della donna-schermo, ma in realtà destinate a Beatrice Sui tratta di un espediente molto comune nella letteratura cortese

L'equivoco in chiesa

Un giorno successe che questa gentilissima [l’aggettivo molto spesso attribuito a Beatrice, per antonomasia. L’antonomasia è una figura retorica che si adopera per indicare una persona celebre, ricorrendo ad un aggettivo con quale essa è conosciuta in sostituzione del nome vero e proprio] era seduta in una chiesa dove si teneva una funzione in onore della Madonna, ed io mi trovavo in un posto da cui potevo vedere la mia beatitudine [cioè Beatrice. In questo caso abbiamo la figura retorica della metonimia, cioè l’uso dell’effetto per la causa] e fra me e lei , in linea retta, era seduta una nobile donna dal piacevole aspetto, che spesso rivolgeva il suo sguardo verso di me, meravigliandosi del mio sguarda che sembrava indirizzato verso la sua persona. Molti fedeli si accorsero del suo guardarmi e tanto vi fu posta attenzione che, allontanandomi, da questo luogo, sentivo dire alle mie spalle: “Guarda un po’ come una donna simile distrugge il fisico di costui” e io capii che tale persona, nominandola, si riferiva a colei che si trovava nel mezzo della linea retta che, partendo da Beatrice arrivava ai mei occhi. Allora mi tranquillizzai perché avevo capito che, per quel giorno, il mio segreto non si era divulgato ad altri. E subito, di trasformare questa donna in uno schermo per nascondere il vero oggetto del mio amore e assecondai talmente, in poco tempo e in modo manifesto, questa credenza che la maggior parte delle persone che parlavano di me credettero di conoscere il mio segreto. Per mezzo di questa donna io mi nascosi parecchio tempo e per far sì che gli altri meglio lo credessero composi per lei alcune rime che non ho intenzione riportare all’interno di questa mia opera, se non in quanto servissero per parlare di quella gentilissima Beatrice; non ne trascriverò nessuna eccetto quelle che appaiono essere una chiara lode di Beatrice. [A questo punto, Dante racconta di essersi allontanato da Firenze e durante il cammino, riferisce di aver cavalcato, in preda a tanti pensieri e sospiri e di aver incontrato Amore – che viene definito “lo mio segnore – che gli ha suggerito di cambiare donna-schermo, indicandogli anche di quale donne servirsi per tale scopo]

Al mio rientro [dalla cavalcata], mi misi alla ricerca della donna che Amore mi aveva indicato durante la mia passeggiata fatta di tanti sospiri; per farla breve, la feci passare a tal punto per la mia donna che molta gente ne parlava in modo sconveniente [“sconveniente” si riferisce all’atteggiamento tenuto da Dante], per cui in molte occasione riflettevo a questo con preoccupazione. E a causa di questi pettegolezzi eccessivi che sembravano mi attribuissero la fama di uomo vizioso, la gentilissima donna [Beatrice], regina delle virtù. capace di distruggere tutti i vizi [questa frase evidenza l’effetto positivo che Beatrice ha sulle persone che le stanno vicino, proprio perché estremamente virtuosa. Questo tema viene ripreso nelle rime della lode], passando per un certo luogo, mi negò il suo dolcissimo sguardo, in cui consisteva tutta la mia felicità. E, per meglio spiegare e uscendo dall’argomento in questione, mi voglio soffermare sugli effetti benefici e virtuosi che il suo saluto operava in me.

Gli effetti del saluto di Beatrice

Quando essa si mostrava in un luogo qualsiasi, nella speranza di un suo saluto, degno di ammirazione, non provavo più nessun sentimento di inimicizia verso qualcuno, anzi, mi sentivo avvolto da una fiamma di amore per il prossimo, che mi portava a perdonare chiunque mi avesse offeso; e a chi mi avesse chiesto una qualsiasi cosa, la mia risposta sarebbe stata soltanto: “Amore”, con un atteggiamento di manifesta umiltà. E quando essa stesse per salutarmi, uno spirito amoroso, eliminando tutti gli altri spiritelli che gestiscono i sensi, sospingeva fuori gli spiritelli della vista, dicendo loro [gli spiritelli sono, metaforicamente parlando, elementi che sovraintendono ai sensi dell’uomo che subiscono una disfatta di fronte all’avanzare del sentimento amoroso]: “Andate a rendere onore alla donna vostra”; ed essi non si muovevano [cioè, il poeta non vede che altro che Beatrice, ma soltanto con gli occhi d’Amore]. E chi avesse voluto conoscere Amore, avrebbe potuto farlo osservando i miei occhi che tremavano. E allorché questa gentilissima donna porgeva il suo saluto [Beatrice viene designata oltre che con il solito appellativo di “gentilissima” anche con il termine “salute”, cioè salvezza dell’anima; si tratta di un gioco dui parole /saluto/salutare/salvezza dell’anima] non che Amore fosse un tale ostacolo da poter offuscare la suprema beatitudine [Amore ha sostituito gli spiritelli visivi],ma esso, quasi per eccesso di dolcezza diventava tale che il mio corpo che allora era tutto in suo possesso, molte sui muoveva come un corso inanimato. Cosicché era evidente che il suo saluto stava alle origini della mia beatitudine che a volte andava ben al di là delle mie facoltà.

La coerenza amorosa di Dante

Dante, impegnato a costruirsi una biografia amorosa ideale e coerente, non poteva includere in essa un’esperienza diversa da quella legato al rapporto, anche se platonico, con Beatrice, cioè raccontare una relazione amorosa con una donna diversa da Beatrice. Una delle regole fondamentali della concezione medioevale dell’amore, fin dal trattato di Andrea Cappellano, era che nessuno poteva essere legato da due amori contemporaneamente, Pertanto, Dante, una volta che ha deciso di fare di Beatrice il fulcro della sua esperienza amorosa, non ci può essere posto per altre donne, nemmeno dopo la morte dell’amata. Inoltre, la civiltà cortese, ci fornisce lo strumento per subordinare altri amori a quello principale: un paravento fittizio che serve per non rivelare l’identità della donna perché un’altra regola, sempre del mondo cortese, voleva che l’identità di quest’ultima rimanesse nascosta.

Il linguaggio poetico della prosa

Pur trattandosi di un testo in prosa, il linguaggio è sostanzialmente vicino a quello della poesia. Il linguaggio è ricco di latinismi classici (risponsione, propinqua, adumbrare, abitare con significato di stare, dedundare), di immagini derivati dalla tradizione lirica e soprattutto dalla poesia di Guido Cavalcanti e di personificazioni. Molto significativo è il gioco di parole intorno al termine “salute”, tipico della letteratura provenzale. Le frasi spesso si riducono ad una serie di endecasillabi che, in gran parte coincidono con la chiusura sintattica della frase.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato dell'equivoco in chiesa nella storia d'amore di Dante?
  2. L'equivoco in chiesa permette a Dante di utilizzare una donna-schermo per nascondere il suo vero amore per Beatrice, mantenendo segreta la sua passione.

  3. Come influisce il saluto di Beatrice su Dante?
  4. Il saluto di Beatrice ha un effetto profondamente positivo su Dante, facendolo sentire avvolto da amore e umiltà, e portandolo a perdonare chiunque lo avesse offeso.

  5. Perché Dante non può includere altre esperienze amorose nella sua biografia?
  6. Dante non può includere altre esperienze amorose perché la concezione medioevale dell'amore non permetteva di essere legati da due amori contemporaneamente, e Beatrice è il fulcro della sua esperienza amorosa.

  7. Qual è il ruolo del linguaggio poetico nella prosa di Dante?
  8. Il linguaggio poetico nella prosa di Dante è ricco di latinismi e immagini liriche, avvicinandosi alla poesia e utilizzando giochi di parole tipici della letteratura provenzale.

  9. Come Dante gestisce la percezione pubblica del suo amore per Beatrice?
  10. Dante gestisce la percezione pubblica del suo amore per Beatrice utilizzando una donna-schermo e componendo rime per lei, mantenendo così segreta la sua vera passione.

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