Concetti Chiave
- Entrambi i componimenti lodano la donna amata, collegandola a elementi celesti e naturali.
- Il tema del saluto è centrale: in Dante, porta salvezza eterna; in Guinizzelli, nobilita e converte alla fede cristiana.
- L'amore è personificato e perfezionato dall'incontro con la donna in entrambe le opere.
- Sia in Dante che in Guinizzelli, vedere la donna amata purifica l'anima e garantisce salvezza eterna.
- Guido Guinizzelli e Dante Alighieri condividono l'idea che l'amore trascendente eleva moralmente l'uomo.
Affinità tra Guinizzelli e Dante
Il componimento "Io voglio del ver la mia donna laudare" di Guido Guinizzelli presenta molte affinità con la canzone di soli endecasillabi di Dante Alighieri "Donne ch'avete intelletto d'amore", contenuta nel XIX capitolo della Vita Nova, la prima opera attribuita al Sommo Poeta, composta tra il 1293 e il 1294.
Il topos del saluto
Entrambe infatti si basano sulla Il topos del saluto è presente in entrambi i componimenti: in Dante, il saluto di Beatrice è chiamato salutifero perché gli concede la salvezza eterna mentre in Guinizzelli il saluto rende nobile chi l'ha ricevuto e ha addirittura la capacità di convertire alla religione cristiana chi non lo fosse già.
Personificazione dell'amore
L'amore viene personificato da entrambi i poeti e secondo Guinizzelli esso diventerà ancora più perfetto dopo aver incontrato la sua donna. Così come in Dante, anche nella poetica Guinizzelliana prevale l'idea che dopo aver visto la donna amata, non si potrà mai più pensare a qualcosa di male, ne si potranno più commettere peccati e si otterrà la salvezza eterna.