federicoza
Ominide
1 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giovanni Villani, storico fiorentino, dedica un lungo paragrafo a Dante nella sua opera "La Storia", riconoscendone la statura ma criticandolo per la vendetta nella Divina Commedia.
  • Giovanni Boccaccio, esecutore testamentario di Dante, elogia la sua filosofia e animosità nei confronti dei detrattori dei ghibellini, aggiungendo un ritratto fisico dettagliato.
  • Boccaccio non conobbe mai Dante personalmente, ma raccolse e gestì i suoi manoscritti come incaricato di Firenze.
  • Ugo Foscolo definisce Dante il "ghibellin fuggiasco", sottolineando la sua presa di coscienza della degenerazione di Firenze e la fiducia nell'imperatore.
  • Dante è ritratto come un personaggio complesso, caratterizzato da un forte senso di giustizia e da tratti fisici distintivi.

Indice

  1. Giovanni Villani e la sua opera
  2. Boccaccio e il suo legame con Dante
  3. Foscolo e la visione di Dante

Giovanni Villani e la sua opera

-Giovanni Villani: era uno storico fiorentino che scrive un manoscritto chiamato “La Storia”. Era più giovane di Dante di 10 anni e decide di raccontare la storia di Firenze, in un’opera pubblicata nel 1321. Vi è un lunghissimo paragrafo su Dante, che riceve in vita una biografia: Villani fa una specie di ritratto, riconoscendogli una certa statura, ma dicendo anche che nella Divina Commedia si era vendicato (nel linguaggio fiorentino “presuntuoso, schifo e isdegnoso”)

Boccaccio e il suo legame con Dante

-Giovanni Boccaccio: è lo scrittore della letteratura italiana successivo a Dante; non ha mai conosciuto Dante, ma ne è l’esecutore testamentario, incaricato da Firenze. Prende tutti i manoscritti e la fama, poiché era un incarico importante. Boccaccio descrive Dante nel trattatello in onore di Dante come Villani, dicendo che “era superbo perché filosofo”. Quello che contraddistingueva Dante era l’animosità, che veniva fuori quando in esilio, in Emilia Romagna, qualcuno sparlava dei ghibellini (alleati dell’imperatore). Boccaccio ci aggiunge anche il ritratto fisico: volto lungo, naso aquilino e occhi grandi.

Foscolo e la visione di Dante

Ugo Foscolo chiama Dante sulla tomba il “ghibellin fuggiasco”, dimostrandoci che andando avanti con l’età si fosse accorto che Firenze stesse degenerando, che quindi l’imperatore fosse l’unico capace di controllare la sua città.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community