Concetti Chiave
- All'inizio del ventesimo secolo, la fisica distingue tra fenomeni descritti dalla fisica classica e quelli dalle proprietà ondulatorie delle onde.
- La materia, formata da particelle discrete, appare continua agli occhi umani a causa delle dimensioni ridotte delle unità che la compongono.
- La luce, tradizionalmente considerata un insieme di onde, può comportarsi come particelle in determinate condizioni.
- Louie de Broglie ipotizzò nel 1924 che la materia possedesse proprietà ondulatorie, con onde associate a particelle basate su massa e velocità.
- Gli elettroni, grazie alla loro natura ondulatoria, possono subire effetti di diffrazione simili a quelli dei raggi X quando interagiscono con materiali cristallini.
All’inizio del ventesimo secolo i fenomeni fisici potevano essere distinti in fenomeni descritti mediante la fisica classica e dal moto di particelle e fenomeni descritti dalle proprietà continue delle onde.
La materia è formata da particelle discrete, ai nostri occhi gli oggetti appaiono continui solo perché le unità che li costituiscono sono piccolissime, per cui qualsiasi materia dell’universo è formata da unità base per cui è quantizzata.
La luce invece era considerata un insieme di onde che viaggiano a velocità costante, tuttavia però in certe condizioni la luce si comporta come se fosse costituita da particelle o quanti.
Nel 1924 Louie de Broglie avanzò l’ipotesi che la materia possedesse proprietà ondulatorie. Le onde stazionarie in un orbita possono esistere solo se la circonferenza dell’orbita è un numero intero di lunghezza d’onda, se così non fosse le onde sarebbero sfasate e si cancellerebbero. Quindi ad ogni particella è associata un onda la cui lunghezza d’onda dipende dalla sua massa e dalla sua velocità.
Proprio per questa proprietà ondulatoria anche gli elettroni subiscono effetti di diffrazione proprio come i raggi X vengono diffratti da un cristallo. Infatti più tardi fu dimostrato che fogli metallici diffrangevano elettroni proprio come diffrangevano i raggi X.
