Concetti Chiave
- Il metodo non competitivo eterogeneo utilizza un eccesso di anticorpo e un tracciante che emette un segnale, come un fluorocromo, per misurare la concentrazione dell'analita.
- Le fasi principali del processo includono l'aggiunta del campione, incubazione, aggiunta del tracciante, lavaggio, aggiunta del substrato e misurazione del segnale.
- Il sistema IMMULITE 2000-SIEMENS utilizza dioxetani che emettono luce quando il gruppo fosfato viene rimosso da una fosfatasi alcalina.
- L'incremento o la diminuzione di biomarcatori può essere causato da effetti diretti della patologia, associazioni con la patologia, complicanze o casualità.
- Variazioni nei biomarcatori possono indicare condizioni patologiche come l'infarto acuto del miocardio, disfunzioni epatiche, diabete e anemia.
Metodi non competitivi eterogenei
Nella reazione c’è un eccesso di anticorpo, che non è quindi in quantità costante.Successivamente si aggiunge anche un eccesso di anticorpo tracciato con molecola che emette un segnale (come fluorocromo). La concetrazione dell’analita è proporzionale al segnale.
Tappe:
1. aggiunta del campione;
2. incubazione;
3. aggiunta del tracciante (molecole grosse: per esempio nella tiroide si usa il metodo sandwitch per il TSH perché è una molecola grossa, ma non per gli ormoni tiroidei perché sono piccoli; non si riesce a far legare due anticorpi quando la molecola è troppo piccola, pertanto in quest’ultimo caso useremo un metodo competitivo);
4. lavaggio: fase eterogenea;
5. aggiunta del substrato che reagisce con la molecola marcata;
6. misurazione del segnale.
Sistema IMMULITE 2000-SIEMENS
È un esempio di traccianti e segnali utilizzati in laboratorio. Prevede l’uso di dioxetani che sono molecole che emettono luce e vengono smorzate dall’attacco di un gruppo fosfato. Quando il dioxetano-fosfato si attacca a un anticorpo o antigene non succede nulla, fino a quando aggiungo una fosfatasi alcalina, enzima che stacca il gruppo fosfato e rende il dioxetano in grado di emettere luce.
L’incremento di un determinato biomarcatore può essere riconducibile principalmente a quattro ragioni:
- Effetto diretto della patologia;
- Associazione alla patologia;
- Effetto diretto delle complicanze della patologia;
- Casualità.
Naturalmente, variazioni dell’espressione di un biomarcatore possono essere, oltre che incrementi, anche diminuzioni. Ad esempio, nel caso dell’infarto acuto del miocardio i biomarcatori di laboratorio aumentano: le cellule cardiache si rompono e rilasciano tutta una serie di sostanze, precedentemente contenute al loro interno, le quali rappresentano il parametro che viene rilevato e che indica lo stato patologico. In altri casi è invece la decrescita di determinati parametri che diventa segno di uno stato patologico: si pensi alla disfunzione epatica, caratterizzata dall’abbassamento dei livelli di albumina, al diabete, caratterizzato da un calo di insulina, oppure all’anemia, la patologia più diffusa al mondo, caratterizzata da una diminuzione di emoglobina (la quale, se presente in concentrazioni inferiori ai 120 gr/l nella donna e 130 gr/l nell’uomo, è indice diagnostico di questa condizione). L’incremento di un determinato biomarcatore può essere riconducibile principalmente a quattro ragioni:
- Effetto diretto della patologia;
- Associazione alla patologia;
- Effetto diretto delle complicanze della patologia;
- Casualità.
Naturalmente, variazioni dell’espressione di un biomarcatore possono essere, oltre che incrementi, anche diminuzioni. Ad esempio, nel caso dell’infarto acuto del miocardio i biomarcatori di laboratorio aumentano: le cellule cardiache si rompono e rilasciano tutta una serie di sostanze, precedentemente contenute al loro interno, le quali rappresentano il parametro che viene rilevato e che indica lo stato patologico. In altri casi è invece la decrescita di determinati parametri che diventa segno di uno stato patologico: si pensi alla disfunzione epatica, caratterizzata dall’abbassamento dei livelli di albumina, al diabete, caratterizzato da un calo di insulina, oppure all’anemia, la patologia più diffusa al mondo, caratterizzata da una diminuzione di emoglobina (la quale, se presente in concentrazioni inferiori ai 120 gr/l nella donna e 130 gr/l nell’uomo, è indice diagnostico di questa condizione).
Domande da interrogazione
- Qual è il principio alla base dei metodi non competitivi eterogenei?
- Quali sono le fasi principali del processo descritto per la misurazione dell'analita?
- Come funziona il sistema IMMULITE 2000-SIEMENS nel contesto del laboratorio?
- Quali sono le cause principali dell'incremento di un biomarcatore?
- In che modo le variazioni dei biomarcatori possono indicare uno stato patologico?
Nei metodi non competitivi eterogenei, si utilizza un eccesso di anticorpo e un tracciante che emette un segnale, come un fluorocromo, per misurare la concentrazione dell'analita, che è proporzionale al segnale emesso.
Le fasi principali includono l'aggiunta del campione, l'incubazione, l'aggiunta del tracciante, il lavaggio, l'aggiunta del substrato che reagisce con la molecola marcata, e infine la misurazione del segnale.
Il sistema IMMULITE 2000-SIEMENS utilizza dioxetani che emettono luce quando un gruppo fosfato viene rimosso da una fosfatasi alcalina, permettendo la rilevazione del segnale luminoso.
L'incremento di un biomarcatore può essere dovuto a quattro ragioni principali: effetto diretto della patologia, associazione alla patologia, effetto diretto delle complicanze della patologia, o casualità.
Le variazioni dei biomarcatori, sia incrementi che diminuzioni, possono indicare uno stato patologico. Ad esempio, un aumento dei biomarcatori può indicare un infarto acuto del miocardio, mentre una diminuzione può segnalare condizioni come disfunzione epatica, diabete o anemia.