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Concetti Chiave

  • L'albumina è un marcatore tardivo della funzionalità epatica a causa della sua lunga emivita, mentre il tempo di protrombina (PT) offre informazioni prognostiche più immediate.
  • Il tempo di protrombina (PT) aumenta quando il fegato non riesce più a sintetizzare i fattori della coagulazione, indicando una progressione verso la cirrosi.
  • I criteri del CDC per il danno epatico acuto includono valori di ALT ≥ 300 U/L e AST ≥ 200 U/L, con il PT prolungato sopra i 20 secondi o un INR > 6,5 come marker prognostici critici.
  • Per il danno epatico cronico, l'elevata persistenza di ALT per oltre sei mesi è un indicatore chiave, spesso associato a infezioni virali croniche come l'epatite B e C.
  • La misurazione dell'ammoniemia è cruciale per distinguere l'encefalopatia epatica da altre forme, richiedendo campioni di sangue arterioso trattati immediatamente per accuratezza.

Marcatori di protidosintesi

L’albumina diminuisce quando il fegato non è più in grado di sintetizzare proteine ma ci si accorge di questo tardivamente perché l’albumina ha un’emivita piuttosto lunga. Un altro marcatore molto utile è il tempo di protrombina (PT) è un test coagulativo che ha nell’ambito del danno epatico un valore prognostico assai importante. Il PT racchiude al suo interno l’informazione che deriva dai fattori della coagulazione vitamina k dipendenti. Quando il fegato non è più in grado di sintetizzare i fattori della coagulazione si registra un aumento del PT che diventa importante per valutare la progressione verso la cirrosi.
I criteri del CDC (center for disease control) per la diagnosi di danno epatico acuto sono valori per ALT = 300 U/L (SE: 96%, SP: 94%) e per AST = 200 U/L (SE: 91%, SP: 96%) anche con un solo riscontro superiore a questi livelli. Come marcatore prognostico si considera il PT con valori di allungamento sopra i 20 secondi oppure un INR > 6,5. Questi sono associati ad un incremento del rischio di morte per insufficienza epatica acuta.
I criteri diagnostici per il danno epatico cronico, in assenza di un esame bioptico, sono la persistenza di valori elevati di ALT (più specifico per il fegato) per un tempo superiore ai 6 mesi. L’eziologia più comune del danno epatico cronico è la cronicizzazione delle infezioni virali, solitamente epatite B o epatite C ma non solo. In generale nell’epatite ALT è sempre maggiore di AST tranne quando si progredisce verso la cirrosi oppure nell’epatite alcolica dove AST > ALT. Nella progressione del danno epatico verso la cirrosi non si ottiene solo AST > ALT ma anche un PT allungato poiché la funzionalità epatica risulta gravemente compromessa inoltre è presente una piastrinopenia poiché diminuisce la produzione di trombopoietina e perché è in atto un’ipertensione portale che crea una maggior distruzione delle piastrine.Il fegato ha il compito di detossificare l’organismo dall’ammoniaca (tossica) complessandola all’interno dell’urea. Se il fegato ha una funzionalità ridotta non è più in grado di complessare i gruppi amminici che derivano dal catabolismo proteico della molecola dell’urea quello che ne risulta è un rilascio di ammoniaca che aumenta in circolo. La misura dell’ammoniaca (ammoniemia) permette di distinguere un’encefalopatia di origine epatica da altri tipi di encefalopatia, quindi, permette di svolgere una diagnosi differenziale. È un test piuttosto complesso che andrebbe sempre misurato nel sangue arterioso inoltre essendo una molecola molto volatile per eseguire il test enzimatico il campione deve essere immediatamente centrifugato mantenendolo in ghiaccio fino all’analisi vera e propria.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'albumina nella valutazione della funzionalità epatica?
  2. L'albumina diminuisce quando il fegato non è più in grado di sintetizzare proteine, ma questo cambiamento viene rilevato tardivamente a causa della lunga emivita dell'albumina.

  3. Qual è l'importanza del tempo di protrombina (PT) nel contesto del danno epatico?
  4. Il tempo di protrombina (PT) è un test coagulativo con valore prognostico importante nel danno epatico, poiché un aumento del PT indica una progressione verso la cirrosi.

  5. Quali sono i criteri del CDC per la diagnosi di danno epatico acuto?
  6. I criteri del CDC per il danno epatico acuto includono valori di ALT = 300 U/L e AST = 200 U/L, con un allungamento del PT sopra i 20 secondi o un INR > 6,5, associati a un aumento del rischio di morte per insufficienza epatica acuta.

  7. Come si distingue un'encefalopatia di origine epatica da altri tipi di encefalopatia?
  8. L'encefalopatia di origine epatica si distingue misurando l'ammoniemia, poiché un fegato con funzionalità ridotta non riesce a detossificare l'ammoniaca, portando a un aumento della sua concentrazione nel sangue.

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