Concetti Chiave
- I marcatori di danno epatico sono analizzati tramite tecniche spettrofotometriche, che coinvolgono l'interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia.
- Lo spettrofotometro utilizza lampade a deuterio o tungsteno, monocromatori, cuvette e detector per misurare l'assorbanza di un campione.
- La legge di Lambert-Beer permette di calcolare la concentrazione dell'analita attraverso l'assorbanza misurata.
- Le misure spettrofotometriche includono analisi quantitative dirette e indirette, oltre all'analisi dell'attività cinetica enzimatica.
- La concentrazione dell'albumina è determinata indirettamente tramite un complesso con il verde di bromocresolo, misurato a 629 nm.
Marcatori di danno epatico
I marcatori di danno epatico vengono analizzati mediante tecniche spettrofotometriche, che riguardano la maggior parte dei test in chimica clinica.La spettrofotometria è una tecnica che prevede l’interazione tra radiazioni elettromagnetiche e la materia. Le radiazioni elettromagnetiche di interesse sono quelle che vanno da visibile (400-700nm) all’ultravioletto (10-400 nm).
Lo spettrofotometro è formato da :
una lampada a deuterio (se si lavora nell’UV) o al tungsteno (se si lavora nel visibile),
un monocromatore, un filtro che seleziona la lunghezza d’onda di interesse
una cuvetta che contiene il campione di plasma o di siero
un detector o fotomoltiplicatore, che trasforma il segnale luminoso in impulso elettrico
L’indicazione che dà lo spettrofotometro è una misura dell’assorbanza, data dal logaritmo del rapporto tra l’intensità della radiazione incidente il campione e l’intensità della radiazione trasmessa dal campione. Attraverso poi la legge di Lambert-Beer
A= εCi
si può ricavare la concentrazione dell’analita di interesse.
ε è il coefficiente di estinzione molare, una costante caratteristica di ogni analita.
i rappresenta invece la lunghezza del cammino ottico, che per convenzione in tutto il mondo è uguale a 1, perché tutte le cuvette prodotte hanno un lato di 1 cm.
C è la concentrazione dell’analita.
Le misure spettrofotometriche in laboratorio vengono utilizzate per:
l’analisi quantitativa diretta (molto poco utilizzate);
l’analisi quantitativa indiretta, tramite reazioni enzimatiche o colorimetriche;
l’analisi della attività cinetica enzimatica;
Analisi quantitativa diretta
L’unica applicazione clinica è la misura della concentrazione e del grado di purezza del DNA e dell’RNA. I campioni di acidi nucleici vengono estratti dal settore di Biologia Molecolare e vengono indirizzati al Laboratorio Analisi. Qui lo spettrofotometro viene impostato ad una lunghezza d’onda di 260 nm per andare poi a misurare la concentrazione del DNA prima di effettuare le amplificazioni.
Viene misurata in laboratorio con un metodo colorimetrico:
• il sangue viene inserito in una provetta e centrifugato, in modo da ottenere il plasma;
• il plasma si inserisce in un cuvetta e si aggiunge un colorante (verde di bromocresolo);
• viene acidificato il campione a pH 4.1: in queste condizioni il verde di bromocresolo forma un complesso con l’albumina che assorbe a 629 nm;
• viene impostato lo spettrofotometro alla lunghezza d’onda di 629 nm, che fornisce una misura di assorbanza che riferisce la concentrazione del complesso;
• dalla concentrazione del complesso si riesce a risalire alla concentrazione dell’albumina.
Si chiamano quindi “indirette” perché si misura la concentrazione del complesso albumina-verde di bromocresolo, e sapendo che agiscono in concentrazioni molari 1:1 si può risalire alla concentrazione dell’albumina.
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione principale della spettrofotometria nei test di chimica clinica?
- Quali componenti costituiscono uno spettrofotometro?
- Come si calcola la concentrazione di un analita utilizzando la legge di Lambert-Beer?
- In che modo viene misurata la concentrazione dell'albumina in laboratorio?
La spettrofotometria viene utilizzata per analizzare i marcatori di danno epatico attraverso l'interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia, misurando l'assorbanza per determinare la concentrazione degli analiti.
Uno spettrofotometro è composto da una lampada (deuterio per UV o tungsteno per visibile), un monocromatore, una cuvetta per il campione e un detector o fotomoltiplicatore.
La concentrazione di un analita si calcola con la formula A= εCi, dove A è l'assorbanza, ε è il coefficiente di estinzione molare, i è la lunghezza del cammino ottico (1 cm), e C è la concentrazione dell'analita.
La concentrazione dell'albumina viene misurata indirettamente tramite un metodo colorimetrico, formando un complesso con il verde di bromocresolo e misurando l'assorbanza a 629 nm per risalire alla concentrazione dell'albumina.