Concetti Chiave
- I test critici richiedono una comunicazione immediata dei risultati, anche se normali, per garantire la tempestività del trattamento clinico.
- I valori critici sono significativamente al di fuori del range normale e rappresentano un pericolo immediato per la salute del paziente, richiedendo azioni mediche rapide.
- Standardizzare le procedure, utilizzare l'automazione e registrare gli errori sono strategie per ridurre gli errori nella fase pre-analitica.
- Uno studio a Taiwan ha dimostrato che l'uso di stampanti con lettori di barcode riduce del 97% gli errori di identificazione del paziente.
- La comunicazione dei valori critici varia tra laboratori, con una necessità di liste standardizzate e registrazione delle notifiche per evitare implicazioni legali.
Comunicazione dei valori critici
Test critici: sono gli esami che richiedono una comunicazione immediata del risultato, anche se risultano normali. Per esempio, la troponina in caso di sospetto infarto del miocardio, è un test critico perché, anche se risulta normale, è un’informazione fondamentale per il clinico.
Valori critici: sono quei valori al di fuori del range di normalità in modo significativo, e possono rappresentare degli elementi importanti per la sopravvivenza del paziente. Per esempio, se il tecnico di laboratorio riscontra un valore 5 di emoglobina in un paziente, deve subito telefonare al clinico che ha in cura quel paziente. Lo stesso vale per un 7 di potassio, oppure per 170 di sodio.
G. Lundberg nel 1972, definì un valore critico “ogni risultato di laboratorio che evidenza un immediato pericolo per la salute del paziente e che richiede pertanto l’adozione di misure mediche idonee e tempestive”. Affinché le misure del clinico siano tempestive è ovvio che la refertazione debba avvenire nel minore tempo possibile, così come la comunicazione della stessa.
Ci si deve chiedere se i valori identifichino una situazione di pericolo di vita del paziente, e se siano situazioni in cui è possibile mettere in atto un trattamento utile al paziente. L'utilità è strettamente legata alla clinica del paziente ma ci sono anche questioni legali; le conseguenze di un ritardo nella comunicazione di un valore critico, infatti, possono portare a ritardi nel trattamento, nella diagnosi e nelle procedure, con conseguenze negative nel paziente, ma anche a implicazioni etiche e legali. Tutte le indicazioni nazionali e internazionali stabiliscono che la comunicazione dei valori critici debba avere una procedura molto chiara e standardizzata.
Alcuni suggerimenti per cercare di ridurre gli errori, al fine di non dover infastidire il paziente con un nuovo prelievo:
1. Standardizzare le procedure, avere delle indicazioni molto chiare e precise per tutte le attività che vengono svolte nella fase pre-analitica, dall’identificazione del paziente al trasporto del campione.
2. Utilizzare, laddove possibile, l’automazione. Ad esempio, avere dei braccialetti al polso del paziente con nome e cognome, barcode e stampanti portatili con lettore di barcode collegato, in modo da evitare errori di identificazione ed etichettature sbagliate.
3. Registrare gli errori della fase pre-analitiche, al fine di prevenirli in futuro. Nell’azienda ospedaliera di Verona vengono registrate tutte le non conformità dei diversi reparti, e viene mandato un report trimestrale al caposala di quel reparto.
4. Leggere e studiare le linee guida nazionali e internazionali per quanto riguarda la raccolta dei campioni (prelievo sangue, esame urine, ecc.…).
Uno studio eseguito nell’ospedale di Taiwan ha dimostrato che l’introduzione delle “stampantine” dotate di lettore di barcode ha diminuito l’errore di identificazione del paziente del 97%.
Qualche anno fa è stata condotta un’intervista a livello nazionale nei diversi laboratori, per quanto riguarda la comunicazione dei valori critici.
- Importanza comunicazione valori critici: il 10% dei laboratori non la riteneva importante
- Organizzazione di liste standardizzate dei valori critici: il 20% non ne possedeva
- Identificazione valori critici: il 4% dei laboratori non la possedeva
- L’80% dei laboratori comunicava i valori critici per via telefonica mentre il restante 20% comunica i valori tramite fax o inviando il referto, quindi tramite procedure mediante le quali non fosse possibile verificare la lettura delle informazioni
- Nella maggior parte dei casi la comunicazione veniva fatta dai medici responsabili del laboratorio, e nel 50% veniva fatta anche la registrazione dell’avvenuta notifica. La registrazione dell’avvenuta comunicazione è importante in sede di contenzioso, poiché è la dimostrazione del fatto che il dato è stato comunicato
A partire da quest’analisi sono state redatte delle raccomandazioni, inviate poi ai laboratori. Relativamente alla comunicazione dei valori critici, gli elementi importanti sono: presenza di una lista di parametri da comunicare, definizione della tempistica di comunicazione, presenza di una lista delle persone a cui va rivolta la comunicazione, decisione riguardo chi deve farla e come deve essere fatta e registrata.
Analizzando le linee guida internazionali ci si è accorti che in merito alla lista degli analiti dei quali comunicare i valori critici, c’è una grandissima eterogeneità: ci sono tantissimi parametri diversi e cut off diversi.
I valori critici principali da comunicare sono quelli indicati dalla freccetta ma alcuni paesi nel includono altri.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della comunicazione dei valori critici nei laboratori?
- Quali sono alcuni esempi di valori critici che richiedono una comunicazione immediata?
- Quali misure possono essere adottate per ridurre gli errori nella fase pre-analitica?
- Come viene generalmente comunicata l'informazione sui valori critici nei laboratori?
- Quali raccomandazioni sono state fatte per migliorare la comunicazione dei valori critici?
La comunicazione dei valori critici è fondamentale perché identifica situazioni di pericolo immediato per la salute del paziente e richiede misure mediche tempestive. Un ritardo nella comunicazione può portare a conseguenze negative per il paziente e implicazioni legali.
Esempi di valori critici includono un valore di emoglobina pari a 5, un livello di potassio di 7, o un livello di sodio di 170, che devono essere comunicati immediatamente al clinico responsabile.
Misure per ridurre gli errori includono la standardizzazione delle procedure, l'uso dell'automazione come braccialetti con barcode, la registrazione degli errori pre-analitici, e lo studio delle linee guida nazionali e internazionali.
L'80% dei laboratori comunica i valori critici per via telefonica, mentre il restante 20% utilizza fax o invia il referto, metodi che non permettono di verificare la lettura delle informazioni.
Le raccomandazioni includono la creazione di una lista di parametri da comunicare, la definizione della tempistica di comunicazione, l'identificazione delle persone a cui rivolgere la comunicazione, e la decisione su chi deve effettuare e registrare la comunicazione.