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Concetti Chiave

  • I portatori di infezione possono essere sani, precoci, malati, tardivi o cronici, ognuno con caratteristiche specifiche che influenzano la trasmissibilità del patogeno.
  • Le catene di contagio possono essere classificate in quattro tipi: omogenea omonima, omogenea eteronima, eterogenea omonima ed eterogenea eteronima, a seconda di specie e vettori coinvolti.
  • Conoscere tempi e modalità di contagio di una malattia infettiva è cruciale per prevenire la trasmissione e gestire l'infezione prima che evolva in malattia.
  • Parametri come durata dell'incubazione, contagiosità e letalità sono fondamentali per classificare i patogeni e adottare misure preventive internazionali.
  • La persistenza dell'immunità e la frequenza di stati cronici influenzano l'epidemiologia e la pianificazione delle strategie di vaccinazione e profilassi.

Indice

  1. Tipi di portatori di infezione
  2. Catene di contagio
  3. Importanza della gestione delle malattie infettive

Tipi di portatori di infezione

Se la sorgente di infezione è un essere umano, esso viene definito portatore. Vi sono vari tipi di portatore:

    • Portatore sano: soggetto colonizzato dal patogeno ma che per caratteristiche costituzionali non può essere infettato, può comunque trasmetterlo ad altri soggetti; per esempio N. meningitidis può colonizzare la mucosa faringea senza dare sintomi.

    • Portatore precoce: soggetto infetto dove il processo infettivo è ancora durante la prima fase di replicazione e non si sono ancora sviluppati sintomi, infatti non è di facile individuazione.

    • Portatore malato: soggetto infetto con segni e sintomi caratteristici dell’infezione, per questo di facile individuazione.

    • Portatore tardivo: il soggetto è riuscito a superare la fase clinica della malattia ma è ancora contagioso, come i bambini affetti da pertosse o morbillo che necessitano di un certificato pediatrico per poter tornare a scuola.

    • Portatore cronico: soggetto che ha sviluppato un’infezione/colonizzazione che perdura nel tempo (es. salmonellosi, Hcv, Hiv nel suo periodo finestra) e può essere ancora infettante. Diviene un problema se non si accompagna ad una franca sintomatologia in quanto di difficile identificazione. L’Hiv è stato una pietra miliare per la gestione delle patologie croniche, prima della sua scoperta, infatti, un paziente veniva considerato malato solo dopo una sierologia positiva, oggi invece è considerato affetto fino ad accertata sierologia negativa. Si è così iniziato ad utilizzare dispositivi di protezione e di prevenzione (guanti, dispositivi monouso, isolamento ecc.) fino alla definitiva negatività e non solamente dopo una eventuale positività.

Catene di contagio

per quanto riguarda invece catene di contagio. I tipi di catene di contagio sono quattro:

    1. Omogenea omonima: la trasmissione avviene tra soggetti della stessa specie (es. uomo-uomo)

    2. Omogenea eteronima: quando la trasmissione avviene tra soggetti della stessa classe ma non della stessa specie, che per l’uomo sono i vertebrati (es. cane-uomo)

    3. Eterogenea omonima: quando la trasmissione avviene tra soggetti della stessa specie ma tramite un vettore di un’altra classe (es. uomo-uomo tramite un insetto)

    4. Eterogenea eteronima: quando la trasmissione avviene tra specie differenti tramite un vettore (es. Yersinia pestis topo-uomo tramite pulci)

Importanza della gestione delle malattie infettive

Definire i tempi e modi di una specifica malattia infettiva risulta molto utile per ridurre il più possibile il passaggio dallo stato infettivo allo stato di malattia e per prevenire la trasmissione del patogeno da soggetti malati ad altri ospiti sani.

Molto importante è indagare:

    • Durata del periodo di incubazione;

    • Durata del periodo di contagiosità; es. la contumacia (isolamento domiciliare) del paziente non termina con la sua guarigione clinica ma termina al concludersi del periodo di contagiosità, che deve perciò essere tenuto in considerazione;

    • Rapporto infezione-malattia;

    • Durata della malattia;

    • Letalità: permette di classificare il patogeno a livello internazionale per assumere precauzioni adeguate in casi di infezione;

    • Frequenza di evoluzione in infezione cronica: influisce in maniera importante sull’epidemiologia della malattia sia per costi che per la sua diffusione;

    • Frequenza e durata dello stato di portatore cronico; es. Salmonella typhi può persistere nella cistifellea e continuare ad essere espulsa nelle feci del soggetto. La cessazione dello stato di portatore viene definita dopo tre coprocolture negative;

    • Persistenza dell’immunità, per esempio le malattie esantematiche dell’infanzia garantiscono l’immunità permanente e questo permette di instaurare strategie di profilassi e di organizzare in maniera efficacie i richiami dei vaccini.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le diverse tipologie di portatore di infezione?
  2. Le tipologie di portatore includono il portatore sano, precoce, malato, tardivo e cronico, ognuno con caratteristiche specifiche di trasmissione e sintomatologia.

  3. Come si classificano le catene di contagio?
  4. Le catene di contagio si classificano in quattro tipi: omogenea omonima, omogenea eteronima, eterogenea omonima ed eterogenea eteronima, a seconda della specie e del vettore coinvolto nella trasmissione.

  5. Perché è importante definire i tempi e modi di una malattia infettiva?
  6. Definire i tempi e modi di una malattia infettiva è cruciale per ridurre il passaggio dallo stato infettivo a quello di malattia e prevenire la trasmissione del patogeno.

  7. Quali fattori devono essere indagati per gestire un'infezione?
  8. È importante indagare la durata del periodo di incubazione e contagiosità, il rapporto infezione-malattia, la durata della malattia, la letalità, la frequenza di evoluzione in infezione cronica, e la persistenza dell’immunità.

  9. Come si determina la cessazione dello stato di portatore cronico?
  10. La cessazione dello stato di portatore cronico viene definita dopo tre coprocolture negative, come nel caso della Salmonella typhi.

Domande e risposte