Concetti Chiave
- I portatori di infezione possono essere sani, precoci, malati, tardivi o cronici, ognuno con caratteristiche specifiche che influenzano la trasmissibilità del patogeno.
- Le catene di contagio possono essere classificate in quattro tipi: omogenea omonima, omogenea eteronima, eterogenea omonima ed eterogenea eteronima, a seconda di specie e vettori coinvolti.
- Conoscere tempi e modalità di contagio di una malattia infettiva è cruciale per prevenire la trasmissione e gestire l'infezione prima che evolva in malattia.
- Parametri come durata dell'incubazione, contagiosità e letalità sono fondamentali per classificare i patogeni e adottare misure preventive internazionali.
- La persistenza dell'immunità e la frequenza di stati cronici influenzano l'epidemiologia e la pianificazione delle strategie di vaccinazione e profilassi.
Indice
Tipi di portatori di infezione
Se la sorgente di infezione è un essere umano, esso viene definito portatore. Vi sono vari tipi di portatore:
• Portatore sano: soggetto colonizzato dal patogeno ma che per caratteristiche costituzionali non può essere infettato, può comunque trasmetterlo ad altri soggetti; per esempio N. meningitidis può colonizzare la mucosa faringea senza dare sintomi.
• Portatore precoce: soggetto infetto dove il processo infettivo è ancora durante la prima fase di replicazione e non si sono ancora sviluppati sintomi, infatti non è di facile individuazione.
• Portatore malato: soggetto infetto con segni e sintomi caratteristici dell’infezione, per questo di facile individuazione.
• Portatore tardivo: il soggetto è riuscito a superare la fase clinica della malattia ma è ancora contagioso, come i bambini affetti da pertosse o morbillo che necessitano di un certificato pediatrico per poter tornare a scuola.
• Portatore cronico: soggetto che ha sviluppato un’infezione/colonizzazione che perdura nel tempo (es. salmonellosi, Hcv, Hiv nel suo periodo finestra) e può essere ancora infettante. Diviene un problema se non si accompagna ad una franca sintomatologia in quanto di difficile identificazione. L’Hiv è stato una pietra miliare per la gestione delle patologie croniche, prima della sua scoperta, infatti, un paziente veniva considerato malato solo dopo una sierologia positiva, oggi invece è considerato affetto fino ad accertata sierologia negativa. Si è così iniziato ad utilizzare dispositivi di protezione e di prevenzione (guanti, dispositivi monouso, isolamento ecc.) fino alla definitiva negatività e non solamente dopo una eventuale positività.
Catene di contagio
per quanto riguarda invece catene di contagio. I tipi di catene di contagio sono quattro:
1. Omogenea omonima: la trasmissione avviene tra soggetti della stessa specie (es. uomo-uomo)
2. Omogenea eteronima: quando la trasmissione avviene tra soggetti della stessa classe ma non della stessa specie, che per l’uomo sono i vertebrati (es. cane-uomo)
3. Eterogenea omonima: quando la trasmissione avviene tra soggetti della stessa specie ma tramite un vettore di un’altra classe (es. uomo-uomo tramite un insetto)
4. Eterogenea eteronima: quando la trasmissione avviene tra specie differenti tramite un vettore (es. Yersinia pestis topo-uomo tramite pulci)
Importanza della gestione delle malattie infettive
Definire i tempi e modi di una specifica malattia infettiva risulta molto utile per ridurre il più possibile il passaggio dallo stato infettivo allo stato di malattia e per prevenire la trasmissione del patogeno da soggetti malati ad altri ospiti sani.
Molto importante è indagare:
• Durata del periodo di incubazione;
• Durata del periodo di contagiosità; es. la contumacia (isolamento domiciliare) del paziente non termina con la sua guarigione clinica ma termina al concludersi del periodo di contagiosità, che deve perciò essere tenuto in considerazione;
• Rapporto infezione-malattia;
• Durata della malattia;
• Letalità: permette di classificare il patogeno a livello internazionale per assumere precauzioni adeguate in casi di infezione;
• Frequenza di evoluzione in infezione cronica: influisce in maniera importante sull’epidemiologia della malattia sia per costi che per la sua diffusione;
• Frequenza e durata dello stato di portatore cronico; es. Salmonella typhi può persistere nella cistifellea e continuare ad essere espulsa nelle feci del soggetto. La cessazione dello stato di portatore viene definita dopo tre coprocolture negative;
• Persistenza dell’immunità, per esempio le malattie esantematiche dell’infanzia garantiscono l’immunità permanente e questo permette di instaurare strategie di profilassi e di organizzare in maniera efficacie i richiami dei vaccini.
Domande da interrogazione
- Quali sono le diverse tipologie di portatore di infezione?
- Come si classificano le catene di contagio?
- Perché è importante definire i tempi e modi di una malattia infettiva?
- Quali fattori devono essere indagati per gestire un'infezione?
- Come si determina la cessazione dello stato di portatore cronico?
Le tipologie di portatore includono il portatore sano, precoce, malato, tardivo e cronico, ognuno con caratteristiche specifiche di trasmissione e sintomatologia.
Le catene di contagio si classificano in quattro tipi: omogenea omonima, omogenea eteronima, eterogenea omonima ed eterogenea eteronima, a seconda della specie e del vettore coinvolto nella trasmissione.
Definire i tempi e modi di una malattia infettiva è cruciale per ridurre il passaggio dallo stato infettivo a quello di malattia e prevenire la trasmissione del patogeno.
È importante indagare la durata del periodo di incubazione e contagiosità, il rapporto infezione-malattia, la durata della malattia, la letalità, la frequenza di evoluzione in infezione cronica, e la persistenza dell’immunità.
La cessazione dello stato di portatore cronico viene definita dopo tre coprocolture negative, come nel caso della Salmonella typhi.