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Concetti Chiave

  • I sistemi di monitoraggio della profondità dell'anestesia utilizzano l'EEG per trasformare l'attività cerebrale nel dominio delle frequenze, semplificando l'interpretazione del livello di anestesia.
  • I livelli di anestesia vengono espressi su una scala da 0 a 100, dove 0 indica EEG piatto e 90-100 indica il paziente sveglio, con vari stadi di sedazione e anestesia tra questi estremi.
  • Ostruzione delle vie respiratorie e laringospasmo sono complicazioni comuni in sala operatoria, richiedendo in alcuni casi l'intubazione, specialmente nei pazienti pediatrici.
  • Problemi respiratori come ipossia e ipoventilazione possono derivare da residui di farmaci anestetici, in particolare oppioidi, o dal blocco neuromuscolare.
  • L'ipotensione e l'ipertensione durante e dopo l'intervento chirurgico possono portare a gravi complicazioni cardiovascolari, inclusi eventi ischemici o sanguinamenti post-operatori.

Il fenomeno dell’awareness è per lo più storico, tuttavia, non è del tutto escludibile con alcuni farmaci che sono tutt’ora molto utilizzati. Normalmente l’Eeg (4 tracce in anestesia) mostra l’attività̀ elettrica cerebrale nel dominio del tempo ma, per renderlo più̀ facilmente comprensibile, viene trasformato tramite algoritmi matematici nel dominio delle frequenze. Le variazioni dei potenziali sono normalmente espresse nel dominio del tempo, questi segnali sono costituiti da frequenze, il loro studio e scomposizione permette di individuare quale tipo di frequenze prevale in un determinato momento.

Indice

  1. Scala di anestesia e EEG
  2. Complicazioni post-operatorie comuni

Scala di anestesia e EEG

Si tratta di un’analisi complessa ma che consente di esprimere l’attività elettrica cerebrale del paziente con una scala di facile interpretazione, compresa tra 0 e 100 indicando in quel preciso momento il livello di anestesia del paziente:

    - 90-100 > paziente è sveglio

    - 70-90 > sedazione leggera/stato ipnotico 60-70 > sedazione profonda

    - 40-60 > range di anestesia generale

    - 10-40 > stato ipnotico profondo

    - 0 > elettroencefalogramma piatto (negli interventi in arresto di circolo, come quelli di cardiochirurgia nella dissezione aortica, viene portato l’elettroencefalogramma a 0, riduzione massimale del metabolismo cerebrale prima dell’arresto di circolo al fine di garantire una maggiore neuro protezione).

Complicazioni post-operatorie comuni

Gli eventi che di frequente si presentano in sala operatoria o subito dopo la conclusione dell’intervento sono:

    - Ostruzione delle vie respiratorie: paziente eccessivamente sedato, in cui la lingua cade all’indietro e Paziente che si assopisce, in particolare positività anamnestica per Osas

    - Laringospasmo. Molto più pericoloso, dovuto anche ad accumulo di secrezioni, irritazione delle corde vocali e loro chiusura, con necessità di intubazione (nel paziente in età pediatrica può manifestarsi fino anche a 2 ore dalla fine dell’intervento chirurgico, a differenza dell’adulto, in cui è immediato).

    - Ipossia (generalmente da ipoventilazione)

    - Ipoventilazione. A causa del residuo blocco neuromuscolare o, più frequentemente, per coda dei farmaci anestetici, in particolare da oppioidi.

    - Ipotensione. Studi recenti su popolazioni superiori a 10.000 pazienti hanno dimostrato che fenomeni ipotensivi, anche se separati tra di loro ma significativi durante la fase anestesiologica e post anestesia, sono correlati con la comparsa di eventi cardiaci maggiori ischemici entro l’anno dall’intervento.

    - Ipertensione. Da non sottovalutare, vi si aggiunge infatti non solo l’aumento di post carico con rischio di edema polmonare ma anche il rischio sanguinamento.

    In pazienti sottoposti a intervento di neurochirurgia, maxillofacciale, cardiochirurgia o anche chirurgia dell’anca (dove l’emostasi sull’osso è inefficacie) puntate ipertensive possono portare a sanguinamento con necessità anche talvolta di sottoporre il paziente a procedure angiografiche o di reintervento. Esempio di paziente a cui è stata suturata l’aorta ascendente che invece di avere pressione 120 di sistolica si ritrova ad avere 190.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'elettroencefalogramma (Eeg) nel monitoraggio della profondità dell'anestesia?
  2. L'Eeg mostra l'attività elettrica cerebrale nel dominio del tempo e viene trasformato nel dominio delle frequenze per indicare il livello di anestesia del paziente su una scala da 0 a 100.

  3. Quali sono i rischi comuni associati all'anestesia durante e dopo un intervento chirurgico?
  4. I rischi comuni includono ostruzione delle vie respiratorie, laringospasmo, ipossia, ipoventilazione, ipotensione e ipertensione, che possono portare a complicazioni significative.

  5. Come viene gestito il rischio di ipotensione durante la fase anestesiologica?
  6. La gestione dell'ipotensione è cruciale poiché studi dimostrano che episodi ipotensivi sono correlati con eventi cardiaci maggiori ischemici entro l'anno dall'intervento.

  7. Perché l'ipertensione è un problema significativo in alcuni tipi di interventi chirurgici?
  8. L'ipertensione può causare sanguinamento, specialmente in interventi di neurochirurgia, maxillofacciale, cardiochirurgia o chirurgia dell'anca, richiedendo talvolta procedure angiografiche o reinterventi.

Domande e risposte