Concetti Chiave
- I criteri clinici per la dimissione ospedaliera includono stabilità emodinamica e saturazione adeguata, anche per pazienti in ossigeno-terapia.
- Tra i criteri sociali per la dimissione figurano la capacità di gestire la terapia a casa e uno stato cognitivo adeguato.
- La risoluzione completa del quadro radiologico non è necessaria per la dimissione, poiché può richiedere settimane o mesi.
- Monitoraggio radiologico è previsto a un mese dalla stabilizzazione clinica per valutare il riassorbimento dell'infiammazione polmonare.
- La dimissione precoce è auspicabile per liberare posti letto e permettere la continuazione della terapia a domicilio.
Criteri per dimissione dall'ospedale
1) Clinici:-
• temperatura corporea
• frequenza respiratoria ≤ 24 atti/minuto
• frequenza cardiaca ≤ 100 bpm (stabilità emodinamica)
• pressione sistolica ≥ 90 mmHg
• saturazione ≥ 90% aa o ≥ alla saturazione precedente al ricovero (se già in ossigeno-terapia per patologie pregresse)
• riuscire ad assumere la terapia antibiotica a domicilio
• nutrirsi ed idratarsi in modo adeguato
• avere uno stato cognitivo e mentale idoneo alla dimissione
• non avere altri problemi clinici o psico-sociali
Questi ultimi non sono proprio di pertinenza medica ma sono da tenere in considerazione perché ad oggi si hanno pazienti sempre più compromessi con reti familiari non in grado di assicurare assistenza. È una problematica socio-sanitaria che sta diventando sempre più importante soprattutto nei paesi occidentali.
Fra i criteri di dimissione non è inclusa la risoluzione completa del quadro radiologico polmonare per ritenere il paziente clinicamente stabile.
Altri aspetti
È assolutamente giustificato dal punto di vista biologico-clinico, perché il quadro radiologico può richiedere settimane/mesi per risolversi e talvolta anche rimanere incompleta lasciando esiti radiologici per tutta la vita.La situazione va comunque monitorata nel tempo perché nei pazienti che non hanno comorbidità si ha una risoluzione completa.
Si farà un controllo radiologico generalmente a 1 mese dalla stabilizzazione clinica per dare tempo all’organismo di riassorbire l’infiammazione a livello polmonare che aveva dato luogo all’addensamento visibile all’imaging.
Se il paziente ha necessitato di ospedalizzazione è auspicabile la dimissione nel minor tempo possibile, anche perché, essendo una patologia molto diffusa, è importante anche limitare il numero di posti letto occupati. Perciò per dimettere un paziente non è necessario che l’episodio infettivo sia completamente risolto, ma che sia ben stabile da un punto di vista clinico e che sia in grado di completare il ciclo terapeutico anche a domicilio. Il beneficio non è solo sociale-sanitario. Sono patogeni comune mente coinvolti in processi broncopolmonitici.
Se a questo controllo si documenta un’incompleta risoluzione o anche la permanenza stabile dell’infiltrato radiologico, in un paziente clinicamente silente si parla di polmonite a lenta risoluzione.
Il discorso si complica ulteriormente se si considerano altre infezioni polmonari come quelle da micobatteri o funghi (aspergillosi, istoplasmosi, criptococcosi) dove l’immagine radiologica può rimanere alterata per tempo indefinito e necessitare di diagnostiche aggiuntive. Per questi agenti atipici la possibilità di infezione viaggia di pari passo con la fragilità del paziente per comorbidità che a loro volta potrebbero favorire dei tempi di risoluzione radiologica più prolungati.
Domande da interrogazione
- Quali sono i criteri clinici per la dimissione dall'ospedale?
- Quali aspetti sociali devono essere considerati per la dimissione?
- È necessaria la risoluzione completa del quadro radiologico per la dimissione?
- Cosa si intende per polmonite a lenta risoluzione?
I criteri clinici includono temperatura corporea normale, frequenza respiratoria ≤ 24 atti/minuto, frequenza cardiaca ≤ 100 bpm, pressione sistolica ≥ 90 mmHg, e saturazione ≥ 90% o pari a quella precedente al ricovero.
Gli aspetti sociali includono la capacità di assumere la terapia antibiotica a domicilio, nutrirsi e idratarsi adeguatamente, avere uno stato cognitivo idoneo, e l'assenza di problemi clinici o psico-sociali.
No, la risoluzione completa del quadro radiologico non è necessaria per la dimissione, poiché può richiedere settimane o mesi e talvolta rimanere incompleta.
Si parla di polmonite a lenta risoluzione quando, al controllo radiologico, si documenta un'incompleta risoluzione o la permanenza stabile dell'infiltrato radiologico in un paziente clinicamente silente.