Concetti Chiave
- Il monitoraggio in anestesia riduce le complicanze come il posizionamento errato del tubo esofageo e l'insufficienza del piano anestesiologico attraverso pratiche cliniche e sistemi di monitoraggio efficaci.
- Il monitoraggio anestesiologico di base include elettrocardiogramma a tre derivazioni, pulsossimetro, monitoraggio della pressione e rilevazione della CO2 di fine espirio.
- Sistemi avanzati di monitoraggio, come l'ecocardiogramma transesofageo, sono utilizzati in interventi complessi per valutare l'ossigenazione cerebrale e la profondità dell'anestesia.
- La gestione delle vie aeree difficili è facilitata da dispositivi come il video-laringoscopio e i dispositivi sopraglottici, supportati dalla Difficult Airways Society.
- Il tromboelastografo ha rivoluzionato la gestione del sanguinamento massivo, riducendo l'uso di plasma e migliorando la sicurezza e l'efficacia delle trasfusioni in cardiochirurgia.
Monitoraggio in anestesia
Situazioni come il tubo posizionato in esofago o un piano anestesiologico insufficiente sono complicanze evitabili e la cui incidenza è riducibile attraverso una buona pratica clinica e i sistemi di monitoraggio.Si valutano:
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- Funzione respiratoria
- Funzione cardiovascolare
- Funzione neurologica
- Blocco neuromuscolare
- Temperatura corporea
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• elettrocardiogramma a tre derivazioni,
• pulsossimetro,
• sistema di monitoraggio della pressione,
• sistema di rilevazione della Co2 di fine espirio (in anestesia generale).
Altri aspetti
A seconda della tipologia di intervento ci possono essere sistemi più evoluti che vanno dal sistema di monitoraggio della profondità dell’anestesia, sistemi di monitoraggio dell’ossigenazione cerebrale fino al catetere di Swan-Ganz oppure all’ecocardiogramma trans esofageo (standard in cardiochirurgia).Tutte le fasi in cui il tubo viene posizionato, estratto o è in sede, possono dare complicanze. I dispositivi utilizzati sono il laringoscopio, il video-laringoscopio che permette la visione indiretta della laringe e i cosiddetti dispostivi sopraglottici, non entrano in laringe e sono indicati nella gestione delle vie aeree difficili. Esiste una società Das (Difficult Airways Society).
Il sangue può essere anticoagulato pesantemente per consentire la circolazione extracorporea (cardiochirurgia) o per patologie a rischio sanguinamenti massivi in cui ci può essere un’alterazione complessa del sistema emocoagulativo. Viene monitorizzato con il tromboelastografo o tromboelastomero con protocolli per la gestione del sanguinamento massivo.
L’utilizzo di questo sistema ha cambiato l’utilizzo di sangue, plasma, emoderivati e concentrati di fattori della coagulazione. Ad esempio, in cardiochirurgia, l’utilizzo del tromboelastografo ha permesso di ridurre l’uso di plasma del 67%, permettendo una terapia molto più mirata e con tutti i vantaggi della riduzione del suo utilizzo che vanno dalla trali (Transfusion Related Lung Injury), al bassissimo rischio infettivo, allo spreco di una risorsa importantissima da cui le aziende farmaceutiche ricavano tutti i concentrati utilizzati tra cui l’albumina.
Il monitoraggio cardiovascolare nasce per certi aspetti in anestesia e ha avuto un importante sviluppo negli ultimi 30 anni: vi sono oggi algoritmi, creati attraverso l’analisi di ampie banche dati e frutto di monitoraggi emodinamici sempre più sofisticati, in grado di prevedere un fenomeno ipotensivo nei successivi 25 minuti. Negli interventi di maggiore complessità il catetere di Swan Ganz e l’ecocardioesofageo la fanno da padrone.
Per capire se il paziente si trovi in una fase di narcosi adeguata, ovvero che il suo livello di anestesia sia adeguato alla fase chirurgica, esistono sistemi di monitoraggio neurologico che si basano principalmente sulla valutazione del tracciato dell’elettroencefalogramma.
Domande da interrogazione
- Quali sono le complicanze evitabili durante l'anestesia e come possono essere ridotte?
- Quali sono i sistemi di monitoraggio di primo livello utilizzati in ogni intervento chirurgico?
- Come viene gestito il rischio di sanguinamento massivo in cardiochirurgia?
- Quali strumenti sono utilizzati per monitorare la profondità dell'anestesia e la funzione neurologica?
Complicanze come il posizionamento del tubo in esofago o un piano anestesiologico insufficiente sono evitabili e la loro incidenza può essere ridotta attraverso una buona pratica clinica e l'uso di sistemi di monitoraggio.
I sistemi di monitoraggio di primo livello includono l'elettrocardiogramma a tre derivazioni, il pulsossimetro, il sistema di monitoraggio della pressione e il sistema di rilevazione della Co2 di fine espirio in anestesia generale.
Il rischio di sanguinamento massivo viene gestito con il tromboelastografo o tromboelastomero, che ha permesso di ridurre l'uso di plasma del 67% in cardiochirurgia, migliorando la terapia e riducendo i rischi associati.
La profondità dell'anestesia e la funzione neurologica sono monitorate attraverso sistemi che valutano il tracciato dell'elettroencefalogramma, garantendo che il livello di anestesia sia adeguato alla fase chirurgica.