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Concetti Chiave

  • La classificazione di Snayder suddivide le lesioni tendinee della cuffia dei rotatori in superficiali, bursali e rotture complete a tutto spessore.
  • Trattamenti incruenti sono indicati per pazienti asintomatici o con lesioni incomplete, mentre quelli cruenti includono interventi chirurgici per casi più gravi.
  • L'artroscopia permette di visualizzare l'acromion e la glena in caso di rottura della cuffia, mentre un tendine intatto copre queste strutture.
  • La protesi inversa è utile per mantenere la funzionalità dell'articolazione in assenza della cuffia, impedendo la risalita della testa dell'omero verso l'acromion.
  • Artroprotesi ed endoprotesi sono riservate a giovani pazienti con fratture dell'omero e richiedono una buona qualità dei tendini della cuffia per il successo del trattamento.

Indice

  1. Classificazione delle lesioni tendinee
  2. Trattamento delle lesioni della cuffia
  3. Procedure chirurgiche per lesioni gravi
  4. Protesi e artroprotesi nella chirurgia

Classificazione delle lesioni tendinee

Classificazione della lesione di Snayder che permette di suddividere le lesioni tendinee in base alla sede della lesione:

    ● A superficiale perché è dal lato dell’articolazione

    ● B superficie bursale

    ● C rottura completa a tutto spessore che mette in comunicazione A e B

Trattamento delle lesioni della cuffia

Una volta fatta diagnosi di lesione della cuffia dei rotatori, è fondamentale trattarla per permette la ripresa dell’attività sportiva e lavorativa nel giovane e per la risoluzione del dolore e il ritorno alle attività quotidiane nell’anziano.

Può essere:

    Procedure chirurgiche per lesioni gravi

    ● incruento: generalmente per i pazienti asintomatici o con lesione incompleta. Si consigliano esercizi

    di allungamento (per aumentare lo spazio sub-acromiale), di potenziamento (per ridurre la sofferenza dei tendini), e di recupero del movimento

    ● cruento: soprattutto per pazienti giovani o molto dolenti con RM positiva. Si tratta di un intervento chirurgico di acromioplastica, eseguito in artroscopia. La procedura consiste nella sutura dei tendini della cuffia lesionati con delle mini viti riassorbibili e nella decompressione sub-acromiale mediante riduzione dello spessore dell’acromion e/o rimozione di eventuali osteofiti con lo scopo di allargare tale spazio. I nodi dei punti di sutura in artroscopia vengono confezionati fuori dalla spalla per poi essere portati all’interno dell’articolazione

Protesi e artroprotesi nella chirurgia

All’artroscopia in caso di rottura della cuffia dei rotatori è possibile vedere sia l’acromion sia la glena. Se invece è intatta non si vedono entrambi perché il tendine fa da tetto all’articolazione e copre l’acromion. La testa dell’omero, inoltre, senza l’azione di abbassamento esercitata dai tendini può risalire andando contro l’acromion. Viene utilizzata una protesi inversa (immagine) (lavora anche in assenza della cuffia dei rotatori), detta così perché le geometrie sono rovesciate rispetto all’articolazione naturale: alla scapola viene fissata una componente convessa, semisferica, mentre la superficie concava si trova sul versante dell’omero.

Lo scopo di tale protesi è duplice: impedisce che la testa dell'omero continui a salire verso l'acromion e inoltre, dilatando lo spazio sub-acromiale mediante abbassamento dell’omero, mette in tensione il muscolo deltoide, garantendone una maggior forza. . Le artroprotesi e le endoprotesi sono invece posizionate prevalentemente nei pazienti giovani dopo frattura di omero. Consiste nel posizionamento di un'artroprotesi (se viene protesizzata anche la glena) o un'endoprotesi (qualora venga protesizzata solo la testa dell’omero) ed è un intervento riservato solo ai casi di artrosi localizzata esclusivamente a livello dell’articolazione scapolo-omerale, con conservazione dei tendini della cuffia dei rotatori e dello spazio sub-acromiale. La qualità dei tendini è fondamentale, altrimenti il trattamento con protesi fallisce. Per questo motivo nel paziente anziano molti chirurghi posizionano comunque una protesi inversa, vista la tendenza degenerativa dei tendini della cuffia dei rotatori

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le tipologie di lesioni della cuffia dei rotatori secondo la classificazione di Snayder?
  2. Secondo la classificazione di Snayder, le lesioni della cuffia dei rotatori si dividono in lesioni superficiali (dal lato dell'articolazione), lesioni della superficie bursale e rotture complete a tutto spessore che mettono in comunicazione la superficie articolare con quella bursale.

  3. Quali sono i trattamenti disponibili per le lesioni della cuffia dei rotatori?
  4. I trattamenti per le lesioni della cuffia dei rotatori includono metodi incruenti, come esercizi di allungamento e potenziamento, per pazienti asintomatici o con lesione incompleta, e metodi cruenti, come l'acromioplastica in artroscopia, per pazienti giovani o molto dolenti con diagnosi confermata da RM.

  5. In che modo l'artroscopia aiuta nella diagnosi delle lesioni della cuffia dei rotatori?
  6. Durante un'artroscopia, in caso di rottura della cuffia dei rotatori, è possibile visualizzare sia l'acromion sia la glena, a differenza di quando il tendine è intatto e copre l'acromion, nascondendo queste strutture.

  7. Qual è lo scopo della protesi inversa nel trattamento delle lesioni della cuffia dei rotatori?
  8. La protesi inversa impedisce che la testa dell'omero salga verso l'acromion e, abbassando l'omero, dilata lo spazio sub-acromiale e mette in tensione il muscolo deltoide, garantendo una maggiore forza. Questo tipo di protesi è particolarmente utile nei pazienti anziani o in quelli con tendini degenerativi.

Domande e risposte