libroceutica
Ominide
2 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • L'esperimento di Hershey e Chase del 1952 dimostrò che il DNA, e non le proteine, è la molecola che contiene le informazioni genetiche.
  • Hershey e Chase utilizzarono batteriofagi, parassiti che infettano i batteri, per condurre il loro esperimento.
  • Usarono isotopi radioattivi per tracciare le molecole: 35S per le proteine e 32P per il DNA.
  • Nella prima fase, i batteriofagi con proteine marcate con 35S non trasferirono radioattività ai batteri, indicando che le proteine non entrarono nelle cellule.
  • Nella seconda fase, il DNA marcato con 32P trasferì la radioattività alle cellule batteriche, confermando che il DNA è responsabile della trasmissione genetica.

Indice

  1. Scetticismo iniziale sul DNA
  2. Esperimento di Hershey e Chase
  3. Struttura del fago T2
  4. Dettagli dell'esperimento

Scetticismo iniziale sul DNA

Le prove accumulate fino alla metà del XX secolo che indcavano il DNA come molecola contenente le informazioni genetiche non bastavano a convincere i più scettici: al tempo era infatti radicata la convinzione che fossero le proteine, data la loro complessità chimica e strutturale, a fungere da depositarie del corredo genetico.

Esperimento di Hershey e Chase

L'esperimento che provò definitivamente si trattasse del DNA fu condotto nel 1952

dagli scienziati statunitensi Alfred Hershey(premio Nobel per la medicina del 1969) e Marta Chase.

Essi lavorarono con i batteriofagi, dei parassiti endo-cellulari che infettano i batteri; in particolare, utilizzarono il fago T2, che occupa l' Escherichia coli.

Struttura del fago T2

Strutturalmente, il fago è composto da una "testa"(la capside), un corpo centrale detto "collo" ed una parte terminale, i "piedi", che servono per attaccarsi al batterio in cui si introducono. L'intero virus è rivestito da un

involucro proteico; all'interno della capside invece sono presenti molecole di DNA.

Dettagli dell'esperimento

Per condurre l'esperimento, i due genetisti si servirono di:

-isotopi radioattivi( i "marcatori"), ossia:

uno ione del fosfato(32P), elemento presente solo nel DNA

uno ione dello zolfo(35S), presente invece nelle proteine

-frullatore da cucina

-centrifuga

Nella prima parte dell'esperimento i batteriofagi furono marcati con 35S, così che l'involucro proteico risultasse radioattivo, per poi inserirli in una coltura di cellule batteriche, che i virus infettarono: l'involucro marcato rimaneva all'esterno,mentre il DNA entrava nei batteri. I virus al loro interno non mostravano segni di radioattività. LA coltura fu frullata per ottenere il distacco con gli involucri e fu poi centrifugata ì: i batteri(più pesanti) erano in fondo alle provette, mentre il materiale radioattivo raggiunse la parte superiore.

Nella seconda parte dell'esperimento, ad essere marcato fu il DNA(con 32P); in questo caso, la radioattività si trasferiva nelle cellule batteriche e si ritrovava nella progenie virale: il solo DNA era il responsabile della programmazione del genoma.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'obiettivo principale dell'esperimento di Hershey e Chase?
  2. L'obiettivo principale era dimostrare che il DNA, e non le proteine, è la molecola che contiene le informazioni genetiche.

  3. Quali strumenti e materiali furono utilizzati nell'esperimento?
  4. Furono utilizzati isotopi radioattivi (32P e 35S), un frullatore da cucina e una centrifuga per separare e analizzare i componenti del fago e dei batteri.

  5. Quali furono i risultati chiave dell'esperimento?
  6. I risultati mostrarono che il DNA, marcato con 32P, entrava nei batteri e si ritrovava nella progenie virale, confermando che il DNA è responsabile della programmazione genetica.

Domande e risposte