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Concetti Chiave

  • Le teorie naturalistiche fino all'800 sostenevano che la Terra e le specie viventi fossero immutabili e fisse nel tempo.
  • Lo studio dei fossili e degli strati sedimentari ha fornito prove delle modificazioni e adattamenti delle forme viventi.
  • La ricerca genetica e la biologia molecolare hanno ulteriormente chiarito i processi evolutivi.
  • I fossili testimoniano l'evoluzione da forme semplici a complesse, sfidando la teoria della fissità delle specie.
  • Fenomeni endogeni possono riportare in superficie strati profondi, rivelando antichi resti di organismi viventi.

La terra e i viventi cambiano

Per molto tempo è stata accreditata l’ipotesi che la Terra e gli esseri viventi siano stati fissi, immutabili. Le teorie naturalistiche, quasi da tutti accettate sino agli inizi dell’800, avevano prospettato un mondo popolato da una varietà di specie animali e vegetali create all’origine della vita e pervenute a noi senza aver subito alcun mutamento; una specie è costituita da organismi che presentano le maggiori affinità strutturali e funzionali e che inoltre sono capaci di incrociarsi tra loro.


Negli ultimi due secoli. Lo studio degli strati sedimentari della Terra e quello delle impronte e dei resti di piante e animali del passato, detti nell’insieme fossili, hanno però cominciato a fornire prove sempre più convincenti sulle modificazioni verificatesi nelle forme viventi e sul loro adattamento all’ambiente, anch’esso in continua trasformazione.
Lo studio dei problemi evoluzionistici su basi genetiche e la Biologia molecolare hanno inoltre fatto luce su aspetti cruciali dei processi e fornito nuovi spunti.
Via via la documentazione fossile è diventata più imponente: in alcune parti della terra i fossili più antichi sono emersi per erosione degli strati superficiali o per intensi fenomeni endogeni (terremoti), che hanno portato in superficie gli strati profondi.
È emerso con molta evidenza che numerosi fossili non trovano rispondenza in alcuna delle attuali forme di vita, che le forme più complesse sono presenti negli strati più superficiali, mentre gli strati più profondi conservano tracce di forme elementari di vita.
Tutte evidenze queste a favore dell’evoluzione della vita da forme semplici a forme via via più complesse, e scarsamente conciliabili con la teoria della fissità delle specie.

I sedimenti accumulatisi per lunghissimi tempi accolgono resti o tracce di organismi viventi. Gli strati più profondi sono i più antichi, ma fenomeni endogeni possono portarli in superficie. Le rocce calcaree stratificate, sedimentatesi durante l’era Paleozoica: contengono gusci e impronte di protozoi e molluschi, che permettono di risalire all’età degli strati.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'ipotesi prevalente riguardo alla Terra e agli esseri viventi fino agli inizi dell'800?
  2. Fino agli inizi dell'800, si credeva che la Terra e gli esseri viventi fossero fissi e immutabili, con specie create all'origine della vita che non avevano subito mutamenti.

  3. Quali prove hanno iniziato a mettere in discussione la teoria della fissità delle specie?
  4. Lo studio degli strati sedimentari e dei fossili ha fornito prove convincenti delle modificazioni nelle forme viventi e del loro adattamento all'ambiente, suggerendo un'evoluzione da forme semplici a più complesse.

  5. Come hanno contribuito la genetica e la biologia molecolare alla comprensione dell'evoluzione?
  6. La genetica e la biologia molecolare hanno fatto luce su aspetti cruciali dei processi evolutivi, fornendo nuovi spunti e supportando l'idea di un'evoluzione delle specie.

Domande e risposte