Concetti Chiave
- La deriva dei continenti ha trasformato la configurazione terrestre da Pangea a quella attuale, influenzando notevolmente l'evoluzione biologica.
- La teoria della deriva dei continenti, proposta da A. Wegener nel 1912, è stata inizialmente respinta ma acquisì credibilità negli anni '60 grazie a nuove scoperte geologiche.
- Le esplorazioni dei fondi oceanici hanno rivelato caratteristiche come dorsali e fosse, fornendo prove cruciali per la teoria della tettonica a zolle.
- La teoria della tettonica a zolle, emersa nel 1968, descrive la Terra come un mosaico di zolle che si muovono sull'astenosfera, influenzando la formazione di ambienti marini e terrestri.
- La frammentazione di Pangea ha creato nuove opportunità per la diversificazione della vita, in particolare durante il Cambriano e dopo la formazione di Pangea II.
La deriva dei continenti — Da quasi un miliardo di anni la configurazione del nostro pianeta va cambiando; circa 250- 200 milioni di anni fa si formò il supercontinente Pangea (tutta la Terra), che rappresentò un unico blocco; successivamente esso si frammentò. Nella figura l’evoluzione del Pangea: la deriva dei continenti ha poi portato all’attuale configurazione del nostro pianeta.
L’evoluzione biologica è stata determinata da molti fattori; fra questi ebbero un ruolo decisivo i grandi cambiamenti della superficie terrestre.
Indice
La teoria di Wegener
Sin dal 1912 il tedesco A. Wegener aveva formulato la teoria nota come La deriva dei continenti, sulla base di molti dati raccolti, fra cui la complementarietà delle coste del Sudamerica con quelle dell’Africa. Egli aveva ipotizzato che tutti i continenti fossero stati una volta uniti in un unico supercontinente, che definì Pangea (tutta la terra). Questo unico blocco si sarebbe poi spezzato e avrebbe dato origine ai continenti, che a guisa di blocchi, per scorrimento su una pasta viscosa definita sima (da silicio e magnesio), sarebbero andati alla deriva per milioni di anni sino a raggiungere le attuali posizioni .
Negli anni immediatamente successivi alla sua formulazione la teoria non fu accettata e solo nel 1960 grazie alla sua affermazione, anche per l’impulso dato da altri studiosi, fu accantonata l’idea della stabilità della Terra.
Scoperte sui fondi oceanici
Con la perlustrazione dei fondi oceanici, furono messi in evidenza, infatti, particolari mai prima conosciuti; furono rilevati le fosse e i rilievi (dorsali) oceanici e condotto uno studio organico sul magnetismo terrestre, conservato nei minerali degli strati terrestri.
Dal magnetismo fossile fu possibile ricavare gli spostamenti delle masse terrestri e ancor oggi la ricerca fornisce nuovi elementi. Con la raccolta di numerosi dati fu possibile a Harry Hess la formulazione della teoria dell’espansione dei fondi marini.
La teoria della Tettonica a zolle
Nel 1968 con gli studi della deriva dei continenti e i dati emersi dalla perlustrazione dei fondi oceanici fu definita la teoria della Tettonica a zolle, secondo cui la Terra risulta un mosaico costituito da una ventina di zolle o scudi, di cui 6 molto estese coincidenti non sempre con i continenti, caratterizzate da una variazione o accrescimento dei bordi; le zolle non sono fisse, ma scorrendo su una parte più plastica del mantello (astenosfera) possono collidere, sovrapporre i bordi o allontanarsi.
Secondo la Tettonica a zolle il blocco Pangea si sarebbe smembrato già una prima volta nel periodo Cambriano circa 570 milioni di anni fa. Questo periodo corrispose ad un aumento della varietà dei viventi, perché la separazione dei continenti fece aumentare la lunghezza delle coste e creò moltissimi nuovi ambienti marini in cui la vita si diversificò.
L'esplosione della vita nel Cambriano
E stata così spiegata, con la frattura del Pangea, l’esplosione della vita nel Cambriano, dato che in un tempo breve si passò da un periodo povero di fossili (Precambriano) a questo periodo, nel quale risultano presenti e ben conservati gran parte dei principali phyla pervenuti fino ai nostri tempi.
La collisione e formazione di Pangea I
Per poco più di 200 milioni di anni le condizioni furono stabili; i continenti poi, invertita la rotta, cominciarono a muoversi l’uno verso l’altro.
All’inizio del Permiano, circa 230 milioni di anni fa, una grande collisione portò alla formazione di Pangea I!, con la costruzione di catene montuose e il prosciugamento dei mari .
La scomparsa della linea di costa e il prosciugamento dei mari interni produssero soprattutto nell’ambiente marino la più grande estinzione dei viventi mai registrata.
Queste condizioni erano destinate di nuovo a cambiare. Così secondo l’ipotesi di Wegener anche Pangea 11 andò incontro a frazionamento in zolle; cominciò quella deriva dei continenti che è ancora in corso.
In particolare i continenti che durante il Permiano si erano compattati allontanandosi produssero nuove linee di costa e nuovi ambienti; la vita nuovamente ebbe molte opportunità di sviluppo e diversificazione. la fauna e la flora divennero abbondanti e assunsero le caratteristiche con le quali sono pervenute a noi.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la teoria formulata da A. Wegener nel 1912?
- Quali scoperte hanno contribuito all'affermazione della teoria della deriva dei continenti?
- Cosa descrive la teoria della Tettonica a zolle?
- Qual è stato l'impatto della frammentazione di Pangea sulla biodiversità?
- Cosa accadde all'inizio del Permiano riguardo ai continenti?
A. Wegener formulò la teoria della deriva dei continenti, ipotizzando che tutti i continenti fossero stati uniti in un unico supercontinente chiamato Pangea, che successivamente si frammentò.
La perlustrazione dei fondi oceanici e lo studio del magnetismo terrestre hanno fornito prove che hanno contribuito all'affermazione della teoria della deriva dei continenti.
La teoria della Tettonica a zolle descrive la Terra come un mosaico di zolle che si muovono su una parte più plastica del mantello, collidendo, sovrapponendosi o allontanandosi.
La frammentazione di Pangea ha aumentato la lunghezza delle coste e creato nuovi ambienti marini, favorendo la diversificazione della vita e l'esplosione della biodiversità nel Cambriano.
All'inizio del Permiano, una grande collisione portò alla formazione di Pangea II, causando la costruzione di catene montuose e il prosciugamento dei mari, che portò alla più grande estinzione dei viventi mai registrata.