carlottazamperlini
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Concetti Chiave

  • Gli allevamenti suini possono essere a ciclo chiuso, coprendo tutto il processo dai riproduttori fino al suino adulto, o a ciclo aperto, specializzandosi in riproduzione o ingrasso.
  • L'uso limitato di cellulosa ed emicellulosa è comune, poiché i suini sono abituati a diete raffinate, influenzando negativamente la digeribilità della sostanza secca se la fibrosità aumenta.
  • I suini ibridi sono ottimizzati per convertire alimenti con nutrienti ed energia precise, garantendo il massimo accrescimento ponderale giornaliero o conversione alimentare.
  • Il calcolo dei fabbisogni energetici utilizza principalmente l'energia metabolizzabile, mentre la proteina grezza è usata per valutare il fabbisogno proteico, considerando la limitata presenza di azoto non proteico.
  • L'alimentazione dei suinetti fino a 30 kg richiede pellet o sbriciolati per prevenire ulcere esofagee, mentre successivamente si possono introdurre sfarinati grossolani.

Gli allevamenti possono essere:

    - A ciclo chiuso, ossia che vanno dai riproduttori fino al suino a fine ciclo.

    - A ciclo aperto, che possono essere da riproduzione (con suinetti venduti a circa 25-40 kg) o da ingrasso (che accolgono i suinetti di 25-40 kg e li portano al peso di macellazione).

Indice

  1. Norme e alimentazione negli allevamenti
  2. Fabbisogni nutrizionali dei suini
  3. Minerali e vitamine per i suini
  4. Alimentazione dei suinetti

Norme e alimentazione negli allevamenti

Le norme relative a questi allevamenti cambiano di continuo.

In questi allevamenti c’è uno scarso utilizzo di cellulosa ed emicellulosa. I suini, che dalla nascita vengono abituati a gestire alimenti molto raffinati, non si adattano ad utilizzare la cellulosa. Inoltre gli ibridi commerciali sono adattati a convertire alimenti per il quale si hanno quote di nutrienti ed energia strettamente determinate: come per i broiler, anche per i suini si sa che utilizzando un alimento piuttosto che un altro, si otterrà il massimo accrescimento ponderale giornaliero oppure il massimo indice di conversione alimentare. In queste condizioni, un aumento anche minimo della fibrosità della razione diminuisce la digeribilità della sostanza secca, con conseguenze importanti. La redditività di questo allevamento è abbastanza risicata, quindi se ci sono delle perturbazioni del mercato, facilmente questi allevamenti vanno in perdita (es. questione della peste suina africana). Per calcolare i fabbisogni in allevamento intensivo normalmente si utilizza l’energia metabolizzabile. Gli alimenti destinati al suino hanno una metabolizzabilità dell’energia digeribile fissa molto alta quindi normalmente si può utilizzare anche l’energia digeribile. Il presupposto su cui si basa l’utilizzo dell’energia digeribile è che dal punto di vista genetico gli animali siano tutti uguali (fattibile utilizzando gli ibridi) e che le razioni siano molto simili le une alle altre.

Fabbisogni nutrizionali dei suini

Il fabbisogno proteico viene calcolato in proteina grezza, che viene usata poiché di azoto non proteico ce n’è molto poco negli alimenti dei suini e la digeribilità di queste proteine è circa 95%. Si utilizzano tuttavia anche i dati relativi alla composizione degli alimenti in amminoacidi essenziali, con amminoacidi limitanti lisina, metionina, treonina e triptofano.

Minerali e vitamine per i suini

Per quanto riguarda il fabbisogno minerale, calcio e fosforo hanno un rapporto 3:1 o 1:1 a seconda della categoria di animali, il rapporto calcio/zinco è 125:1. Nei suinetti alla nascita ci sono scarse riserve di ferro, per cui si fanno iniezioni di ferro destrano dietro l’orecchio. Il fosforo fitinico non è utilizzato bene, al 60-70% negli adulti, al 30% nei suinetti, per cui sono necessarie le fitasi. Per quanto riguarda le vitamine liposolubili e idrosolubili, vengono sempre aggiunte. Il suino è un onnivoro vorace.

Alimentazione dei suinetti

Fino a 30 kg bisogna utilizzare pellet o sbriciolati poiché in questa fase l’utilizzo degli sfarinati può dare dei problemi di ulcere esofagee (gli sfarinati sono talmente dannosi che nonostante il costo elevato del pellet e dello sbriciolato, si prediligono questi mangimi). Successivamente si possono utilizzare gli sfarinati grossolani.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra allevamenti a ciclo aperto e a ciclo chiuso?
  2. Gli allevamenti a ciclo chiuso vanno dai riproduttori fino al suino a fine ciclo, mentre quelli a ciclo aperto possono essere da riproduzione o da ingrasso, con suinetti venduti o accolti per ingrassare fino al peso di macellazione.

  3. Quali sono le sfide principali degli allevamenti intensivi di suini?
  4. Le sfide includono la scarsa adattabilità dei suini a diete ricche di cellulosa, la necessità di razioni precise per massimizzare la crescita e la conversione alimentare, e la vulnerabilità economica a perturbazioni di mercato come la peste suina africana.

  5. Come vengono calcolati i fabbisogni nutrizionali nei suini?
  6. I fabbisogni sono calcolati utilizzando l'energia metabolizzabile e digeribile, con attenzione alla proteina grezza e agli amminoacidi essenziali. Il fabbisogno minerale include rapporti specifici di calcio e fosforo, e l'uso di fitasi per migliorare l'utilizzo del fosforo fitinico.

  7. Quali sono le considerazioni alimentari per i suinetti fino a 30 kg?
  8. Fino a 30 kg, è preferibile utilizzare pellet o sbriciolati per evitare problemi di ulcere esofagee causati dagli sfarinati, nonostante il costo più elevato di questi mangimi.

Domande e risposte