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Concetti Chiave

  • Il riconoscimento combinato tra linfociti T e B è cruciale per l'efficacia dei vaccini coniugati, facilitando la risposta immunitaria soprattutto nei bambini.
  • I vaccini congiunti utilizzano una proteina carrier per migliorare il riconoscimento di polisaccaridi, come nel caso del polisaccaride pneumococcico coniugato alla tossoide tetanica.
  • Il riconoscimento aptene-carrier richiede l'interazione tra linfociti T e B e una connessione fisica tra aptene e proteina carrier, necessaria per l'attivazione immunitaria.
  • Il virus Epstein Barr può sfruttare il sistema di riconoscimento combinato per trasformare i linfociti B, contribuendo a diverse forme di linfomi B.
  • L'immunodeficienza XHGIM è causata da una mutazione del CD40 ligando, portando a un'alterazione delle immunoglobuline e aumentando la suscettibilità a infezioni e malattie autoimmuni.

Riconoscimento combinato e effetto aptene-carrier

Il riconoscimento combinato tra linfociti T e B è un processo molto importante ed è molto sfruttato nei meccanismi d’azione dei vaccini. Infatti molti polisaccaridi soprattutto nell’infanzia sono difficilmente riconosciuti dal sistema immunitario. Si può aumentare in qualche modo la risposta immunitaria attraverso la coniugazione con una proteina. Questo è il principio dei vaccini congiunti che viene normalmente utilizzato per la loro l’attivazione.
Un esempio di tale applicazione è il polisaccaride di pneumococco o di altri batteri capsulati che vengono coniugati alla tossoide tetanica, una forma degradata non più attiva del tetano. Questo permette di favorire una risposta T helper nella quale verranno prodotti sia anticorpi verso il polisaccaride, fondamentali nei bambini il cui sistema immune è ancora immaturo, sia nei confronti della proteina. Il riconoscimento congiunto porta inoltre alla formazione di una struttura simile alla sinapsi immunologica descritta con i linfociti T. L’interazione tra linfocita T e B permette non solo di rafforzare il segnale e di mantenerlo per più tempo, ma consente anche di focalizzare il citoscheletro e la secrezione di citochine come IL4 in uno spazio confinato nel quale avviene il contatto tra le membrane delle due cellule.
Il riconoscimento combinato è alla base del fenomeno chiamato riconoscimento aptene-carrier utilizzato nella creazione di vaccini coniugati. Molecole anche più semplici dei polisaccaridi come il nitrofenolo possono essere riconosciuti da anticorpi nonostante ciò questa sostanza, detta aptene, non può essere degradata e presentata e perciò non causa una risposta immunitaria da parte dell’organismo perché non contiene nessuna parte proteica. L’aptene è un antigene ma non un immunogeno, per diventarlo deve essere legato al carrier il quale deve essere necessariamente una proteina la cui degradazione potrà portare alla formazione di epitopi la cui esposizione su molecole di MHC di classe II permetterà il riconoscimento da parte dei linfociti T. Perché avvenga il riconoscimento combinato sono necessarie tre componenti fondamentali:
• la presenza di linfociti T e B, i primi specifici per il carrier i secondi per l’aptene
• la connessione fisica tra l’aptene e il carrier
• la restrizione delle molecole di MHC-II classi, infatti l’immunizzazione potrà avvenire solo se i linfociti T e B condividono gli alleli di MHC di classe II.
Questo sistema viene sfruttato da alcuni virus come l’Epstein Barr il quale presenta, nella fase latente, la LMP1 una proteina di transmembrana con una lunga coda citoplasmatica analoga al CD40, questa però non necessita del ligando e risulta costitutivamente attiva e permette la trasformazione di linfociti B. Il virus è associato a varie forme di linfomi B attraverso un processo complesso che permette di immortalizzare i linfociti B.
Alterazioni di questo pathway possono dare delle sindromi rare come la XHGIM(X-linked immunodeficiency with hyper-himmunoglobulin M). Questa è una immunodeficienza primaria viene causata da una mutazione del gene che codifica per CD40 ligando, questo è contenuto nel cromosoma X e seguirà quindi l’ereditarietà delle malattie X-linked. I soggetti con questa mutazione presentano una bassa quantità di immunoglobuline di tutte le classi, fatta eccezione per le IgM che possono risultare di numero anche più alto della media. CD40 è importante anche nei processi maturativi tra linfociti T e macrofagi dunque questi pazienti avranno anche un difetto nella fase effettrice dei macrofagi causando una maggior suscettibilità per numerosi microorganismi. I soggetti possono sviluppare inoltre malattie autoimmuni e linfoproliferazioni. Sono presenti altre forme più rare associate a displasia ipoidrotica e anche alcune forme recessive.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del riconoscimento combinato tra linfociti T e B nei vaccini?
  2. Il riconoscimento combinato tra linfociti T e B è fondamentale nei vaccini coniugati, poiché permette di aumentare la risposta immunitaria, specialmente nei bambini, attraverso la coniugazione di polisaccaridi con proteine, come nel caso del vaccino contro il pneumococco.

  3. Come funziona il riconoscimento aptene-carrier?
  4. Il riconoscimento aptene-carrier coinvolge la coniugazione di un aptene, che non è immunogeno da solo, con un carrier proteico. Questo permette la presentazione di epitopi su molecole MHC di classe II, essenziali per il riconoscimento da parte dei linfociti T.

  5. Quali sono le componenti necessarie per il riconoscimento combinato?
  6. Sono necessarie tre componenti: la presenza di linfociti T e B specifici, la connessione fisica tra aptene e carrier, e la restrizione delle molecole di MHC-II classi condivise tra i linfociti T e B.

  7. In che modo il virus Epstein Barr sfrutta il sistema di riconoscimento combinato?
  8. Il virus Epstein Barr utilizza la proteina LMP1, che è costitutivamente attiva e simile al CD40, per trasformare i linfociti B e associarsi a varie forme di linfomi B, immortalizzando i linfociti B.

  9. Quali sono le conseguenze delle alterazioni nel pathway del riconoscimento combinato?
  10. Alterazioni in questo pathway possono causare sindromi come la XHGIM, caratterizzata da immunodeficienza primaria, bassa quantità di immunoglobuline eccetto le IgM, e difetti nei macrofagi, aumentando la suscettibilità a infezioni e malattie autoimmuni.

Domande e risposte