Concetti Chiave
- L'autofagia alternativa coinvolge la presentazione di antigeni citosolici da parte delle molecole di classe II attraverso diversi meccanismi autofagici.
- La microautofagia consiste in un processo continuo di invaginazione lisosomiale per l'internalizzazione e degradazione del citosol.
- La macroautofagia è indotta dalla carenza di nutrienti, formando fagosomi a doppia membrana per digerire gli organelli cellulari.
- Il delivery autofagico utilizza chaperonine come Hsc70 e Lamp2 per trasportare proteine citosoliche nei lisosomi, dove vengono denaturate e degradate.
- Le cellule dendritiche captano antigeni tramite recettori specifici, migrano verso linfonodi, e processano l'antigene durante il tragitto per presentarlo ai linfociti T.
Tipologie di autofagia
Il meccanismo di autofagia alternativa riguarda la presentazione di antigeni cellulari citosolici da parte delle molecole di classe II. Si distinguono tre tipologie di autofagia:
• Microautofagia: processo continuo che dipende da invaginazione del lisosoma, perché il citosol è continuamente internalizzato ed eventualmente degradato.
• Macroautofagia: processo indotto nel momento in cui la cellula non ha nutrimenti sufficienti per vivere; prevede la formazione di fagosomi a doppia membrana necessari alla digestione degli organelli.
• Delivery autofagica: si tratta di un’autofagia mediata da chaperonine, come le heat shock proteins (Hsc70) e le lysosome-associated membrane protein (Lamp2) per trasportare proteine citosoliche nei lisosomi. In particolare, il substrato proteico si lega ad Hsc70, la quale si lega a LAMP2 associata alla membrana del lisosoma. La proteina da eliminare viene denaturata sotto l’effetto di Hsc70 e la stessa Hsc70 funzionando da chaperone la fa passare dentro lamp2a, che funziona come un canale di trasporto che introduce il substrato nel lisosoma dove viene degradato ad opera delle idrolasi acide.
Ruolo delle cellule dendritiche
Le cellule dendritiche possono captare un antigene tramite i recettori dell’immunità innata specifici per i motivi dei patogeni, come Toll Like receptors o altre strutture che riconoscono motivi estranei al self. In seguito alla captazione la cellula dendritica riconosce ed endocita l’antigene attivandosi. L’attivazione della cellula dendritica si ha anche a causa dell’infiammazione che coinvolge anche l’epitelio attraverso il quale è entrato il patogeno e della produzione di varie molecole, tra cui le chemochine. I molteplici segnali di attivazione portano la cellula ad esprimere diversi recettori per chemochine e integrine diverse che le permettono di migrare nei più vicini vasi linfatici per raggiungere il linfonodo drenante o l’organo linfoide secondario dove incontra i linfociti T. La processazione dell’antigene avviene durante questa migrazione.
Processazione dell'antigene
Inizialmente la cellula dendritica immatura ricicla una piccola quantità di molecole MHC che probabilmente presentano autoantigeni. Tale riciclo è mediato dalla presenza della molecola MARCH-1, la quale è costitutiva nei linfociti B e indotta dall’interleuchina 10 in macrofagi e cellule dendritiche. Tale molecola ha una bassa emivita ma durante il riciclo sfruttando residui di lisina delle molecole MHC facilita il loro riciclo nell’endosoma di riciclo e la loro ubiquitinazione ed eliminazione.
Domande da interrogazione
- Quali sono le tre tipologie di autofagia descritte nel testo?
- Come avviene la presentazione degli antigeni da parte delle cellule dendritiche?
- Qual è il ruolo della molecola MARCH-1 nel riciclo delle molecole MHC?
Le tre tipologie di autofagia descritte sono microautofagia, macroautofagia e delivery autofagica.
Le cellule dendritiche captano un antigene tramite recettori specifici, lo endocitano e si attivano, migrando verso i linfonodi per presentare l'antigene ai linfociti T.
MARCH-1 facilita il riciclo delle molecole MHC nell'endosoma di riciclo, promuovendo la loro ubiquitinazione ed eliminazione.