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Titolo : caratteri tecnologici e di qualità di lieviti
selezionati
Scopo : osservare i caratteri morfologici, tecnologici e
qualitativi di lieviti selezionati
Premessa : i lieviti sono organismi eucarioti, appartenenti
al Regno dei Funghi. Si tratta di miceti
unicellulari, che si riproducono prevalentemente
per gemmazione, capaci di sopravvivere in un
ambiente povero di ossigeno, svolgendo le
fermentazioni. Quest’ultimo aspetto è largamente
sfruttato nell’industria dolciaria ed enologica.
Il processo fermentativo consiste nella
trasformazione di zucchero in alcol ed anidride
carbonica. Si usano soprattutto i lieviti
selezionati, in possesso di determinate
caratteristiche che permettono di ottenere un
prodotto controllato. I caratteri dei lieviti si
suddividono in tecnologici, relativi al processo
produttivo, e di qualità, che riguardano le
caratteristiche biochimiche del lievito.
I primi comprendono:
1 vigore fermentativo, ossia la capacità di
iniziare e portare rapidamente al termine la
fermentazione;
2 resistenza all’anidride solforosa, un comune
antisettico, impiegato per inibire la crescita
dei microrganismi indesiderati;
3 potere fermentativo, consistente nella capacità
di produrre alcol in presenza di un eccesso di
glucosio;
4 modalità di sviluppo in brodo;
5 potere schiumogeno e filmogeno, caratteri
indesiderati, salvo rare eccezioni;
6 rapidità di sedimentazione, ossia la velocità
con cui le cellule precipitano al termine della
fermentazione;
7 carattere killer, associato alla produzione di
una tossina in grado di inibire lo sviluppo di
alcuni ceppi di Saccharomyces cerevisiae, poco
importante, in quanto la tossina viene
inattivata dal pH del vino o del mosto.
Fra i caratteri tecnologici si hanno:
8 produzione di composti secondari, come
glicerina, acido piruvico od acetico;
9 produzione di composti solforati, come H S o
2
SO ;
2
10 capacità di autolisi, quando le sostanze
nutritive iniziano a scarseggiare;
11 azione sull’acido malico, più precisamente la
capacità di trasformarlo in acido lattico da
parte dei batteri lattici, appartenenti ai
generi Lactobacillus, Pediococcus e
Leuconostoc. Si tratta di una trasformazione
importante, che determina un abbassamento di
acidità, ricercato nei vini rossi.
Invece la presenza dei batteri acetici,
rappresentati
dai generi Acetobacter e Gluconobacter è
sicuramente da evitare, in quanto si tratta di
batteri produttori di acido acetico, la cui
presenza è assolutamente indesiderata.
Un’analisi di tali caratteristiche permette di
stabilire se il ceppo in esame si possa impiegare
nella produzione del vino o altri prodotti simili.
Procedimento
12 osservazione dei caratteri morfologici delle colonie
e delle cellule:
13 si trapianta una colonia pura di S.cerevisiae
in piastra con Agar Sabouraud e si incuba a
25°C per 2-3gg;
14 si osservano le caratteristiche morfologiche
delle colonie; eventualmente si prepara una
brodocoltura in brodo Sabouraud e si incuba a
25°C per alcuni giorni;
Osservazioni: colonie tonde, con margine
regolare, profilo convesso, di colore
biancastro, di consistenza cremosa.
15 si preleva una colonia
16 e si stempera in una
17 goccia di soluzione
18 fisiologica su un vetrino
19 portaoggetti e si osserva
20 con l’obiettivo 4x, 10x
21 e 40x;
Osservazioni:cellule elittiche,
di medie dimensioni, distribuite sia
singolarmente che raggruppate, presentano
gemmazione multipolare, fenomeni di coniugazione
non si osservano.
22 osservazione dei caratteri tecnologici
1.1 Potere alcoligeno
23 si preparano 100mL di terreno avente la
seguente composizione: 1g di peptone, 1g di
estratto di lievito, 30g di glucosio;
24 5mL del terreno si mettono in provetta, si
sterilizza il tutto, si inocula il brodo nella
provetta con 0,5mL della brodocoltura
precedentemente preparata e si lascia incubare
a 25°C per 2gg;
25 si trasferisce il contenuto della provetta
nella beuta, si chiude con un tappo di gomma
provvisto di un capillare per permettere la
fuoriuscita di CO derivante dal processo
2
fermentativo;
26 si pesa la beuta e si lascia a 25°C; si
effettuano pesate ogni 2-3gg annotando il calo
di peso;
27 la prova si considera finita quando il calo di
peso diventa trascurabile o inesistente.
Risultati (v. il grafico):
peso iniziale 308,40g
peso finale 293,13g
calo di peso 15,27g, corrispondente ai grammi
di anidride carbonica liberata. Per risalire alla
massa di glucosio fermentato si moltiplica per
2,04, in quanto 1g di CO deriva dalla
2
fermentazione di ca 2,04g di zucchero:
15,27gx2,04=31,15g di glucosio, che, moltiplicati
per 0,6, rappresentano il volume in millilitri di
alcol etilico prodotto: 31,15gx0,6mL/g=18,69mL;
1.2 resistenza all’anidride solforosa
28 si preparano 3 beute da 100mL, ciascuna con
45mL di brodo Sabouraud sterile;
29 in una si mette una quantità di metabisolfito
di potassio, corrispondente a 250mg/L di
anidride solforosa, nella seconda – 150mg/L, la
terza si lascia senza il metabisolfito di K;
30 in tutte e tre le beute si aggiungono 1,5mL di
brodocoltura in Sabouraud di lievito in esame e
si incuba a 25°C per alcuni giorni.
N.B.: Il metabisolfito di potassio libera la metà
del suo peso sotto forma di SO . Quindi per
2
ottenere una concentrazione di SO pari a 250mg/L
2
sono necessari 500mg di sale per litro. Quindi
nella prima beuta vanno messi 500mg/L·0,045L =
22,5mg di sale, mentre nella seconda se ne mettono
(125mg/L·2)·0,045L = 11,25mg.
Risultati: in tutte e tre le beute si è
verificata la crescita del ceppo in esame. La
conta tramite la camera di Burker ha inoltre
confermato che le concentrazioni delle cellule
sono all’incirca uguali in tutti e tre i casi.
Questo significa che il ceppo di S.cerevisiae
esaminato è resistente all’anidride solforosa.
1.3 Modalità di crescita in terreno liquido
31 si esamina la brodocoltura precedentemente
allestita, che di tanto in tanto va anche
rinnovata;
Risultati: lo sviluppo è di tipo flocculento, si
possono osservare piccoli flocculi che dopo
l’agitazione tendono a ridepositarsi rapidamente
sul fondo.
1.4 Crescita in mosto
32 si sterilizzano in una beuta 100mL di mosto e
si inocula con la brodocoltura di lievito;
33 si lascia a temperatura ambiente a riparo dalla
luce solare;
Risultati: nei primi giorni si era sviluppato un
po’ di schiuma; il mosto ha assunto un colore
rosato, un odore caratteristico di succo d’uva
fermentato; le cellule tandono a depositarsi sul
fondo; non c’è stato sviluppo di film;
1.5 Ricerca dei batteri acetici
34 si filtra il mosto fermentato;
35 si preparano due diluizioni: 1:10 e 1:100;
36 si preparano tre piastre di Agar Etanolo; una
si semina in superficie con 0,1mL di campione
non diluito, le altre due – con 0,1mL di
diluizione;
37 le piastre si incubano a 36°C per 24h;
Risultati: nelle piastre sono cresciute numerose
colonie batteriche. Se si tratta di batteri
acetici, è un indice di contaminazione, dovuta
probabilmente al contatto con l’aria, in quanto
la beuta con il mosto è stata spesso aperta per
effettuare altre analisi.
1.6 Ricerca dei batteri lattici
38 si preparano le diluizioni 1:10 e 1:100 del
mosto;
39 si seminano per versamento tre piastre con
l’agar MRS, ciascuna con 1mL di campione, si
lascia solidificare il terreno e si incuba a
36°C per 24h in atmosfera anaerobia.
Conclusioni
Il ceppo di Saccharomyces cerevisiae analizzato
presenta buone caratteristiche tecnologiche: ha un
discreto vigore fermentativo, è resistente
all’anidride solforosa, ha un buon potere
alcoligeno, produce pochissima schiuma, senza
film, tende a depositarsi rapidamente, facilitando
così la chiarificazione del vino.
Per le sue caratteristiche Saccharomyces cerevisiae è il
lievito più utilizzato in enologia.
Produzione di alcol etilico
20
19
18
17
16
15
14
13
12
alcol 11
di 10
millilitri 9
8
7
6
5
4
3
2
1
0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1
Giorni