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Sintesi
ITIS Meccanica - Vietnam, Sessantotto, Gestione della Qualità


Tesina particolarmente curata dal punto di vista grafico e adatta ad un istituto tecnico industriale. Gli argomenti vengono trattati sinteticamente approfondendo la loro pertinenza con la realtà odierna, ottima base per la creazione di una presentazione.
Estratto del documento

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LA GUERRA DEL VIETNAM (1964 – 1975)

La guerra del Vietnam è un primo grande punto di svolta nel modo in cui gli stati conducono i loro conflitti. Nella

seconda metà del XX secolo le guerre hanno assunto un nuovo significato: ogni conflitto dalla Guerra del Vietnam in poi

non può essere più trattato singolarmente ma dev’essere inserito in un quadro più ampio.

Corea, Vietnam, Iraq, Afghanistan, sono conflitti mirati non tanto a conquistare territori e sconfiggere la nazione nemica

quanto a imporre la propria supremazia economica e militare nel mondo e a impedire l’espansione politica ed economica

degli stati rivali. Se il conflitto del Vietnam è accaduto in conseguenza al tentativo di bloccare la formazione di uno stato

filo-comunista in una zona economicamente strategica come il sud-est asiatico, allo stesso modo la guerra di Corea

avvenne per impedire la formazione di uno stato filo-sovietico a ridosso del Giappone.

Le recenti guerre in Iraq e Afghanistan condividono con questi due conflitti la loro natura politica ed economica in

quanto, date le grandi scorte di petrolio presenti nei loro territori, gli Stati Uniti d’America tentarono di stabilire un

controllo indiretto su di loro tramite dei governi “fantoccio”. Inoltre l’intervento americano nei due paesi è da motivare

anche dal fatto che, politicamente parlando, stavano diventando un’incubatrice di sentimenti anti-americanisti, esplosi

con la guerra santa e i gruppi terroristici quali al-Qaeda che nel periodo a cavallo tra la fine del ‘900 e l’inizio degli anni

2000 misero a repentaglio la sicurezza interna degli Stati Uniti.

La guerra del Vietnam venne combattuta tra il 1964 e il 1975: il territorio era stato diviso fra sud e nord durante la

conferenza di Ginevra, tenutasi al termine della guerra d’Indocina. Le truppe francesi cercarono di riassumere il dominio

nella loro ex-colonia dopo l’occupazione giapponese durante la seconda guerra mondiale, ma furono sconfitte nel 1954

dal generale Giap. Con la conferenza di Ginevra, dunque l’Indocina veniva divisa in tre stati: Laos, Cambogia, e Vietnam.

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Il Vietnam fu inizialmente separato in due stati: quello settentrionale diretto dal governo comunista di Ho Chi Min e

quello meridionale dal regime conservatore di Ngo Dinh Diem, appoggiato dagli Usa sotto l’amministrazione

Eisenhower, il quale era intenzionato a fermare l’espansione del comunismo nel resto del paese e nel sud-est asiatico in

generale. Il regime autoritario sudvietnamita era molto duro nei confronti della popolazione e questo portò all’inizio degli

scontri che causarono in seguito l’intervento armato statunitense.

Il primo presidente americano a condurre la campagna militare fu John F. Kennedy, che nelle fasi iniziali del conflitto si

limitò a fornire appoggio economico e militare all’esercito sudvietnamita, in cambio dell’attuazione di determinate

riforme politiche da parte del governo di Diem. In seguito gli americani capirono che il governo sudvietnamita stava

diventando sempre più corrotto; la CIA organizzò, quindi, un colpo di stato nel quale i generali sudvietnamiti avrebbero

assunto il potere tramite l’assassinio di Diem, avvenuto l’1 novembre 1963. Tre settimane dopo venne ucciso anche

Kennedy e al suo posto subentrò Lyndon B. Johnson, che alzò il livello di coinvolgimento militare statunitense fino a

portare il numero di consiglieri militari presenti nel Vietnam del Sud a ventuno mila.

Il 31 luglio 1964 l’incrociatore americano USS Maddox in ricognizione nel golfo del Tonchino provocò una reazione da

parte della difesa costiera nordvietnamita; rispondendo a un presunto attacco la Maddox distrusse un torpediniere e ne

danneggiò altri due. La conseguenza di questi incidenti fu un casus belli che il presidente americano Johnson adoperò per

chiedere la Risoluzione del Golfo del Tonchino, il 7 agosto 1964, al Congresso americano, in modo da avere l'autorità di

attaccare il Vietnam del Nord, senza formale dichiarazione di guerra. L’8 marzo 1965 sbarcarono i primi 3500 US

Marines e il conflitto subì un’escalation che portò il generale Westmoreland, a capo delle forze americane in Vietnam, ad

aumentare le truppe fino a 429 mila nell’agosto del 1966.

Nel frattempo negli Stati Uniti, dove era in vigore la coscrizione obbligatoria, si formarono diversi nuclei di protesta

giovanile composti da universitari e ragazzi comuni, che non avevano alcuna intenzione di essere arruolati. Il crescente

movimento pacifista allarmò molti all'interno del governo statunitense. I sentimenti contro la guerra iniziarono a crescere.

Molti americani si opposero alla guerra per questioni morali, altri perché sentivano che mancava di obiettivi chiari e

appariva come non vincibile.

A causa del malcontento Johnson promise di ritirare le truppe dal Vietnam entro il primo novembre del 1967, ma un

anno dopo, il neoeletto presidente Nixon pose fine alle trattative di pace e chiese ancora uno sforzo alla popolazione

statunitense.

Nixon fece dei passi avanti nella guerra, in quanto fece diminuire gli aiuti militari e finanziari che URSS e Cina offrivano

al Vietnam del nord. Nel gennaio del 1968 ebbe luogo l’offensiva del Tet, una grande azione militare organizzata

dall’esercito nordvietnamita che interessò praticamente tutte le maggiori città del Vietnam del Sud e la base statunitense

di Khe Sanh. L'offensiva non riuscì a sfondare in alcun punto le linee americane, ma fu lo stesso decisiva per il forte

impatto sui mass media e sull'opinione pubblica. Il numero totale di truppe americane nel Vietnam scese a 196.700 il 29

ottobre 1971, il livello più basso dal gennaio 1966. Il 12 novembre 1971, Nixon fissò il 1° febbraio 1972 come scadenza

per rimuovere altre 45.000 unità americane dal Vietnam.

Gli USA cessarono i bombardamenti sul Vietnam del Nord il 30 dicembre 1972. Nixon stava anche lottando per la sua

carriera politica nel crescente scandalo Watergate. In questo modo, nessuno degli aiuti promessi ai sudvietnamiti arrivò.

L'equilibrio del potere pendeva notevolmente dalla parte del Nord. All'inizio del 1975 il Nord invase il Sud e consolidò

rapidamente il suo controllo sulla nazione. Saigon venne occupata il 30 aprile 1975. Il Vietnam del Sud venne annesso al

Vietnam del Nord il 2 luglio 1976, per formare la Repubblica Socialista del Vietnam, ancora esistente. 4

Il resoconto della guerra

Nel corso del conflitto gli Stati Uniti dispiegarono una quantità di forze, sia dal punto di visto quantitativo che

qualitativo, nettamente superiore ai nordvietnamiti. Nel particolare, le forze sudvietnamite e filoamericane totali

ammontarono a circa 1’830'000 uomini, mentre il Vietnam del nord e alleati misero in campo solo 461'000 uomini. [1]

Le stime fatte sui caduti contano più di un milione di caduti vietnamiti, tra 200’000 e 300'000 cambogiani, 60'000

laotiani e 58'220 americani [2]. La biblioteca del congresso americano ha recentemente stimato il costo della guerra del

Vietnam in 111 miliardi di dollari del tempo, pari a 738 miliardi equivalenti nel 2011, ossia pari al costo sostenuto dagli

U.S.A. per la guerra di Corea e la Prima Guerra Mondiale sommate insieme, costo superato solo dalla guerra in Iraq e

dalla Seconda Guerra Mondiale. [3]

Qual è dunque la causa della sconfitta di un esercito così ben organizzato e rifornito davanti a un’armata

tecnologicamente obsoleta e relativamente povera?

Ecco un’analisi della BBC che spiega con chiarezza e semplicità i motivi principali della sconfitta americana: [4]

Americani Vietcong

Le armi ad alto contenuto tecnologico dispiegate dagli

americani continuarono a provocare le vittime sbagliate, Le tattiche di guerriglia applicate dai Vietcong furono

per esempio tra i civili, e demoralizzarono le loro proprie appropriate alla natura del territorio.

truppe.

Gli Stati Uniti stavano cercando di sostenere una guerra a I Vietcong furono riforniti da Russia e Cina per l’intera

13mila chilometri dalla loro patria. durata del conflitto.

Il regime filo-americano sudvietnamita era debole, I cittadini sudvietnamiti diedero supporto e riparo ai

autoritario e corrotto. guerriglieri Vietcong.

Le truppe americane prestavano servizio per un solo anno I Vietcong stavano combattendo già dalla Seconda Guerra

prima di essere sostituite da truppe fresche; questo fece in Mondiale, durante la quale resistettero all’occupazione

modo che l’esercito statunitense fosse sempre composto da giapponese.

truppe senza esperienza.

Il morale delle truppe americane era bassissimo, facevano I Vietcong erano fanaticamente determinati a scacciare gli

uso di droghe e psicofarmaci, sparavano ai loro ufficiali e americani dal paese, a qualsiasi costo.

molti di loro disertavano.

La guerra diventò presto molto impopolare negli U.S.A., I nordvietnamiti erano fortemente motivati, in quanto

perdendo il sostegno del popolo. combattevano nella loro terra per unire il loro paese. 5

Il modo di fare la guerra era dunque cambiato, non c’era più un esercito di uomini e mezzi contro un altro ma un’armata

di una potente nazione contro delle organizzazioni pluri-nazionali (al-Qaeda, i Vietcong ecc.), motivate non tanto dal

desiderio di vivere in una nazione indipendente e libera quanto dall’avversità contro l’aggressiva politica estera

americana. La prima armata di tutto punto con pesanti mezzi corazzati, aerei ultratecnologici e possenti flotte da guerra,

le seconde dotate di armi leggere, importate da paesi ben più grandi i quali condivisero il loro interesse di bloccare

l’espansione americana ma tenendosi dietro le quinte, capaci di infiltrarsi tra la popolazione civile, commettere attentati e

minare il morale della nazione americana.

C’era infine un terzo elemento che comparve con forza per la prima volta nella storia militare dell’umanità proprio in

Vietnam: l’opinione pubblica. Nella storia passata le guerre e la loro conduzione erano affari strettamente propri dello

Stato Maggiore di un paese, che decideva se attaccare, se ritirarsi e come portare avanti il conflitto. Nel Vietnam per la

prima volta una superpotenza fu sconfitta dalla volontà unanime del proprio popolo di non continuare il conflitto. Dalla

sensibilità delle persone nei confronti delle stragi compiute ai danni di popolazioni civili indifese alimentate da giornali e

telegiornali, i quali mostrarono per la prima volta i veri orrori della guerra, i corpi mutilati dalle granate, le foreste

incendiate dagli attacchi col napalm, le stragi di civili (compiute per altro da entrambe le parti) e l’insensata ostinazione a

mandare dei giovani ragazzi americani a combattere una guerra dall’altra parte del mondo contro un nemico fantasma.

Fantasma poiché tali erano i guerriglieri Vietcong, che spuntavano alle spalle dei soldati americani, colpendoli in terreni

ritenuti sicuri, ma soprattutto fantasma il nemico impersonato dalle due potenze russa e cinese, le quali negli ultimi

sessant’anni condussero quello sfuggente conflitto chiamato Guerra Fredda, il quale non vide mai un aperto conflitto tra i

due blocchi, comunista e capitalista, ma creò sempre conflitti di medie dimensioni tra stati filo-americani e filo-sovietici.

Il Vietnam fu giustamente uno di questi.

Riferimenti e citazioni:

[1]: Wikipedia, the free encyclopedia - http://en.wikipedia.org/wiki/Vietnam_War

[2]: Wikipedia, the free encyclopedia - http://en.wikipedia.org/wiki/Vietnam_War_casualties

[3]: Congressional Research Service, Cost of major U.S. wars - http://www.fas.org/sgp/crs/natsec/RS22926.pdf

[4]: BBC History - http://www.bbc.co.uk/schools/gcsebitesize/history/mwh/vietnam/usgetsoutrev2.shtml 6

Il Vietnam e la rivoluzione del 1968

La rivolta dei giovani del 1968 fu un fenomeno internazionale. L’evento principale sul quale si concentrò fu la guerra

del Vietnam, ma abbracciò numerose altre problematiche diffuse nella società moderna, molte delle quali sussistono

ancora oggi. Le proteste di quest’anno infuocato non nacquero tuttavia da un momento all’altro, ma furono il risultato

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