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Concetti Chiave

  • I marcatori tumorali si dividono in tre categorie: specifici per un tipo, per pochi tipi con istologia simile, e multipli usati in diverse neoplasie.
  • I marcatori diagnostici devono essere usati insieme a tecniche di imaging e confermati con biopsie, non da soli.
  • Il risultato del marcatore non è sufficiente per decisioni terapeutiche, serve conferma clinica e strumentale.
  • Valori elevati di marcatori senza sintomi devono essere riconfermati, poiché altri fattori possono influire.
  • Per il monitoraggio, usare sempre lo stesso metodo e laboratorio per garantire la coerenza dei risultati.

Indice

  1. Classificazione dei marcatori[/h2b] Classificazione dei marcatori tumorali
  2. Classificazione dei marcatori tumorali
  3. Uso clinico dei marcatori
  4. Monitoraggio e tecniche di laboratorio

Classificazione dei marcatori[/h2b]

Classificazione dei marcatori tumorali

I marcatori tumorali possono essere classificati in 3 categorie:

1. marcatori indicati in un solo tipo di neoplasia, come PSA per la prostata, calcitonina nel carcinoma midollare della tiroide, tireoglobulina per carcinoma follicolare della tiroide, CA15.3 per carcinoma della mammella;

2. marcatori indicati in un numero limitato di tumori caratterizzati da tipo istologico comune o simile, come beta-HCG nei tumori delle cellule germinali del testicolo e non epiteliali dell’ovaio;

3. marcatori espressi da più neoplasie: ci sono delle raccomandazioni per l’uso clinico di “marcatori multipli”.

Uso clinico dei marcatori

• I marcatori raccomandati in fase diagnostica non devono essere mai usati autonomamente, ma sempre in associazione a tecniche di imaging, seguiti dal riscontro bioptico in caso di sospetto confermato.

• In nessuno scenario clinico e per nessuna neoplasia considerata, il risultato del marcatore può essere utilizzato come unico criterio per prendere decisioni terapeutiche.

Il marcatore fornisce solo un orientamento che deve essere confermato dalla clinica e da altre tecniche di imaging.

• Un singolo valore elevato di un marcatore in assenza di sintomi o evidenze strumentali di malattia deve essere sempre rivalutato (confermato con una successiva determinazione). Ci sono moltissimi fattori indipendenti dalla neoplasia che possono far rialzare un marcatore.

Monitoraggio e tecniche di laboratorio

• Nel monitoraggio dei pazienti è sempre consigliabile che le determinazioni seriali del marcatore vengano eseguite con lo stesso metodo e nello stesso laboratorio (da un laboratorio all’altro può cambiare la tecnica analitica, quindi la specificità e sensibilità del metodo, cambiano anche i cut-off di riferimento). Solo in questo modo possiamo avere un confronto longitudinale dell’andamento dello stesso marcatore tumorale all’interno dello stesso individuo. Nella provetta di reazione c’è una quanità constante di anticorpo a titolo noto che si può legare con l’antigene del sangue del paziente o con un antigene che viene aggiunto nella provetta, marcato con un fluorocromo o con molecola che emette un segnale. Il segnale diminuisce all’aumentare della concentrazione dell’analita: più intenso è il segnale più si è legato l’antigene aggiunto e non quello del paziente; invece, se l’antigene del paziente è molto concentrato, allora si avrà una diminuzione del segnale.

In sintesi:

1. aggiunta campione;

2. aggiunta del tracciante, cioè l’antigene marcato;

3. incubazione;

4. lavaggio: noi operiamo in fase eterogenea, cioè separiamo quello che si è legato da quello che non si è legato;

5. aggiunta del substrato che reagisce con la molecola marcata;

6. misura del segnale.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le tre categorie principali di marcatori tumorali?
  2. I marcatori tumorali sono classificati in tre categorie: quelli specifici per un solo tipo di neoplasia, quelli indicati per un numero limitato di tumori con tipo istologico comune, e quelli espressi da più neoplasie.

  3. Come devono essere utilizzati i marcatori tumorali nella diagnosi clinica?
  4. I marcatori tumorali non devono mai essere usati autonomamente nella diagnosi, ma sempre in associazione a tecniche di imaging e confermati da riscontri bioptici.

  5. Perché è importante eseguire le determinazioni seriali dei marcatori nello stesso laboratorio?
  6. È importante per garantire un confronto longitudinale accurato, poiché le tecniche analitiche, la specificità, la sensibilità e i cut-off di riferimento possono variare tra laboratori diversi.

Domande e risposte