paoletz00
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Le venule ad endotelio alto (HEV) sono caratterizzate da endotelio cuboide e alta espressione di addressine, facilitando l'adesione dei linfociti.
  • L'interazione tra linfociti T naïve e HEV è mediata da L-selectina e richiede chemochine come CCL19 e CCL21 per guidare la migrazione.
  • Le chemochine CCL19 e CCL21 sono prodotte da cellule endoteliali e FRC, formando un gradiente cruciale per il movimento dei linfociti nel linfonodo.
  • Il riconoscimento dell'antigene da parte dei linfociti T naïve è raro, richiedendo una permanenza di circa 24 ore nel linfonodo per attivazione.
  • Il linfocita T attivato dall'antigene ritarda l'espressione del recettore S1PR1, favorendo la proliferazione e la generazione di cellule effettrici e di memoria.

Indice

  1. Caratteristiche delle HEV
  2. Ruolo delle chemochine
  3. Attivazione e migrazione dei linfociti
  4. Processo di ricircolazione
  5. Esito dell'attivazione linfocitaria

Caratteristiche delle HEV

Se visualizzate in immunoistochimica, le HEV appaiono costituite da endotelio cuboide caratterizzato da un’elevata espressione di addressine. Qualora si utilizzino sezioni congelate di tessuto linfonodale, che mantenga alcune delle proprietà biologiche come la capacità di legare altre cellule, e se si carica un’aliquota di linfociti su queste fettine di tessuto, questi tenderanno a concentrarsi nelle zone dove sono presenti le HEV. I linfociti naïve che arrivano al linfonodo, rotolano anch’essi su queste HEV grazie alla presenza della L-selectina che riconosce le addressine endoteliali.

Ruolo delle chemochine

Inoltre, come visto in precedenza, è necessario il segnale dalla chemochina per avere la migrazione attraverso l’endotelio. Per i linfociti T, le chemochine sono CCL19 e CCL21, entrambe ligandi per il recettore CCR7. Questa interazione è fondamentale per il successivo legame delle integrine (LFA-1 e β2) e la migrazione. Queste chemochine sono prodotte in parte dalle stesse cellule endoteliali, ma soprattutto dalle FRC. Dunque, una volta entrato nel linfonodo, il viaggio del T naïve è guidato dal gradiente delle chemochine CCL19 e CCL21 che sono distribuite in questa regione.

Attivazione e migrazione dei linfociti

L’incontro con una DC portante l’antigene specifico per il linfocita è un evento piuttosto raro e per questo motivo è necessario che il linfocita permanga nel linfonodo per circa 24 ore. Nel caso in cui avvenga il riconoscimento, il linfocita naïve va incontro ad attivazione. Le DC si localizzano nelle stesse aree di pertinenza dei linfociti T in quanto esprimenti CCR7: infatti, seguono lo stesso gradiente chemochimico dei T naïve.

Processo di ricircolazione

Lo scopo finale di questo processo di ricircolazione è favorire il priming del linfocita T, cioè l’inizio della risposta immunitaria adattativa. Quando la cellula T naïve entra in un tessuto in cui la presenza del ligando è bassa (come nel caso del linfonodo), gradualmente la mancanza dello stesso porta all’espressione del recettore sulla superficie. Dunque, dopo circa 24 h, il linfocita diventa sensibile al ligando S1P e per questo lascia il linfonodo passando attraverso il seno corticale e il vaso linfatico efferente.

Esito dell'attivazione linfocitaria

Se al contrario il linfocita è attivato dalla presenza di un antigene, verrà ritardata l’espressione del recettore S1PR1 e ciò permette al linfocita che ha riconosciuto l’antigene di rimanere nel linfonodo, al fine di poter andare incontro a una serie di modifiche che riguardano la proliferazione e l’attivazione dei profili molecolari che genererà linfociti effettori e di memoria.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo delle HEV nel linfonodo?
  2. Le HEV, costituite da endotelio cuboide con elevata espressione di addressine, facilitano il legame e la migrazione dei linfociti naïve nel linfonodo, grazie alla L-selectina che riconosce le addressine endoteliali.

  3. Quali chemochine sono coinvolte nella migrazione dei linfociti T e qual è la loro importanza?
  4. Le chemochine CCL19 e CCL21, ligandi per il recettore CCR7, sono fondamentali per la migrazione dei linfociti T attraverso l'endotelio e per il legame delle integrine, guidando il loro movimento nel linfonodo.

  5. Cosa accade ai linfociti T naïve quando non incontrano un antigene specifico nel linfonodo?
  6. Se i linfociti T naïve non incontrano un antigene specifico, dopo circa 24 ore diventano sensibili al ligando S1P, esprimendo il recettore S1PR1, e lasciano il linfonodo attraverso il seno corticale e il vaso linfatico efferente.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community