Concetti Chiave
- La trombopoiesi è regolata dalla trombopoietina, principalmente prodotta da fegato e rene, e da interleuchine come IL-11.
- Le piastrine, una volta attivate, rilasciano sostanze dai granuli che contengono fattori coagulativi e attivatori.
- L'adesione piastrinica coinvolge il collagene sottoendoteliale e il VWF, che innesca l'attivazione delle piastrine.
- Il cambiamento di forma delle piastrine le trasforma in forme sferiche con pseudopodi, facilitando il contatto tra piastrine.
- La fosfatidilserina è espressa esternamente durante il cambiamento di forma, essenziale per l'assemblaggio dei fattori della coagulazione.
Indice
Regolazione della trombopoiesi
La trombopoiesi, o piastrinopoiesi, è regolata da un fattore presente nel siero chiamato trombopoietina che è prodotto essenzialmente dal fegato e dal rene. Esistono anche altre sostanze che favoriscono la trombopoiesi a livello del midollo e sono soprattutto appartenenti alla famiglia delle interleuchine, in particolar modo IL-11. La produzione delle piastrine può aumentare anche da 7 a 8 volte in seguito all’attivazione dell’emostasi e alla stimolazione del midollo. Le piastrine appena messe in circolo hanno un volume più grande delle piastrine mature e sono anche molto più attive. La vita media delle piastrine in circolo è di circa 10 giorni, hanno quindi un’emivita di circa 5 giorni.
1.
Adesione e attivazione piastrinica
L’adesione piastrinica inizia con il legame delle piastrine al collagene sottoendoteliale mediante α2/β1 e GpVI; il legame invece con il VWF permette di avere un’adesione molto più forte e inoltre innesca anche l’attivazione piastrinica. L’attivazione consente alle piastrine di appiattirsi, di allargarsi in modo da poter riparare il danno.
2.
Degranulazione e rilascio di sostanze
Una volta attivate, le piastrine degranulano e quindi rilasciano sostanze attive sia dai granuli densi che contengono ADP, calcio, serotonina e ATP, sia dai granuli α che contengono invece sia fattori che attivano le piastrine ma anche fattori coagulativi come il fibrinogeno, il fattore V, il fattore VIII, il plasminogeno e la proteina S.
3.
Cambiamento di forma delle piastrine
Come terza fase si assiste allo shape-change. Il cambiamento di forma consiste in una veloce trasformazione delle piastrine da una classica forma discoidale, tipica della piastrina circolante a riposo, ad una forma irregolarmente sferica con l’emissione di pseudopodi, dapprima piuttosto corti e poi sempre più lunghi, fino a rendere possibile il contatto tra piastrine vicine. In questo fenomeno è coinvolta la maggior parte delle proteine del citoscheletro e si ha la destrutturazione del fascio equatoriale dei microtubuli e la loro parziale depolimerizzazione. Segue poi una successiva polimerizzazione e contrazione dei filamenti di actina. Se lo stimolo è molto debole questa fase può essere reversibile e quindi in pochissimo tempo le piastrine tornano alla loro forma originaria, se invece lo stimolo continua a persistere diventa una trasformazione irreversibile. Dal punto di vista funzionale il cambiamento di forma ha una conseguenza molto importante perchè rende disponibile, a livello della membrana piastrinica, un fattore chiamato fattore piastrinico 3 (FP3) meglio conosciuto come fosatidilserina. Questa, nelle piastrine a riposo, è situata sul versante interno della membrana plasmatica e quindi non è disponibile esternamente. Il cambiamento di forma del citoscheletro, tramite un meccanismo noto come flip-flop, fa in modo che la fosfatidilserina venga espressa all’esterno della membrana. È un passaggio molto importante perchè questo fosfolipide ha moltissime cariche negative e quindi rappresenta il substrato su cui si possono assemblare i fattori della coagulazione tramite l’intervento degli ioni calcio.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della trombopoietina nella trombopoiesi?
- Come avviene l'adesione piastrinica?
- Cosa succede durante la degranulazione delle piastrine?
- Qual è l'importanza del cambiamento di forma delle piastrine?
La trombopoietina, prodotta principalmente dal fegato e dal rene, regola la trombopoiesi stimolando la produzione di piastrine nel midollo osseo.
L'adesione piastrinica inizia con il legame delle piastrine al collagene sottoendoteliale e al VWF, che rafforza l'adesione e innesca l'attivazione piastrinica.
Durante la degranulazione, le piastrine rilasciano sostanze attive dai granuli densi e α, inclusi ADP, calcio, serotonina, ATP e vari fattori coagulativi.
Il cambiamento di forma rende disponibile la fosfatidilserina sulla membrana piastrinica, essenziale per l'assemblaggio dei fattori della coagulazione.