Concetti Chiave
- Il Covid-19 è associato a un aumento del rischio di trombosi venosa profonda e embolia polmonare, configurando una trombofilia acquisita.
- Uno studio a Verona ha rivelato trombosi venosa profonda asintomatica in quasi un terzo dei pazienti Covid esaminati, confermando il legame tra Covid e rischio di embolia.
- La profilassi con eparina a basso peso molecolare è raccomandata per i pazienti Covid, differenziando dosi profilattiche e terapeutiche in base alla gravità.
- Il trattamento dei pazienti Covid varia in base alla gravità, con antivirali per casi meno severi e corticosteroidi, IL-6 receptor blockers e Baricitinib per quelli più gravi.
- Vengono elencati fattori di rischio pro-trombotici, tra cui condizioni genetiche, contraccettivi orali, gravidanza, paraneoplastiche, infezioni e traumi cranici.
Indice
Rischio trombosi e Covid
il Covid aumenta anche il rischio di trombosi venosa profonda (e quindi di embolia polmonare). Si parla di una vera e propria trombofilia acquisita. La manifestazione tipica è simile al caso clinico appena visto, con peggioramento repentino di un quadro in miglioramento.
Studio di Verona e profilassi
Viene presentato uno studio svolto durante la prima ondata a Verona: esaminando tramite ecodoppler una coorte di 43 pazienti asintomatici per Tvp, è stato possibile mettere in relazione il Covid e l’embolia polmonare. Ai tempi questa relazione non era ancora chiara, mentre oggi il rischio di embolia con Covid è un dato assodato. Era stata rilevata una Tvp asintomatica in quasi 1/3 dei 43 pazienti.
Tutto questo ha dato il via alla profilassi con eparina a basso peso molecolare (Enoxaparina) in tutti i pazienti Covid:
● Nei pazienti ricoverati, ma senza embolia polmonare, viene utilizzata una dose profilattica da 100 unità/kg/die
● La dose terapeutica, da utilizzare nei pazienti con embolia, invece, è di 200 unità/kg/die.
Dosi e rischi della profilassi
Ad un certo punto era stato proposto di iniziare la profilassi direttamente con una dose intermedia di 150 unità/kg/die, tuttavia gli studi clinici non ne hanno supportato l’efficacia. Quando vengono utilizzati farmaci anticoagulanti bisogna mettere in conto anche il rischio emorragico.
Trattamenti per pazienti Covid
Vengono passate brevemente in rassegna dal professore. Si parte dal paziente con tampone positivo e si valuta la severità del caso (attraverso, ad esempio, la saturazione, l’uso di muscoli respiratori accessori, l’incapacità di finire le frasi ecc.). I soggetti ad oggi più suscettibile di malattia grave sono i non vaccinati. Per quanto riguarda il trattamento:
- Ai pazienti non severi, ma a rischio di diventarlo (es. pazienti di 50 anni non vaccinati), vengono somministrati farmaci antivirali (es. Remdesivir e Paxlovid: il primo ha la possibilità di essere somministrato anche nei casi più severi, mentre il secondo può essere somministrato solo nei casi più lievi con il vantaggio della somministrazione per os).
- Ai pazienti più gravi vengono somministrati corticosteroidi, IL-6 receptor blockers e Baricitinib (un Jak inibitore) anche in combinazione.
- Nel grafico vengono sottolineati anche tutti quei farmaci che non vanno usati: idrossiclorochina, azitromicina, plasma di pazienti convalescenti, ma anche anticorpi di sintesi come Casirivimab e Imdevimab (questi ultimi non funzionano sulle varianti recenti e sono tanto più efficaci quanto prima vengono somministrati), ecc…
- Infine, viene fatto vedere lo schema terapeutico consigliato per la terapia con corticosteroidi.
Fattori di rischio pro-trombotico
Si tratta dei classici fattori di rischio correlati allo stato pro-trombotico. Il prof cita i seguenti:
• Patologie protrombotiche genetiche e acquisite
• Utilizzo di contraccettivi orali
• Stato di gravidanza
• Condizioni paraneoplastiche
• Infezioni: soprattutto quelle localizzate a livello di testa e massiccio facciale, che per contiguità possono dare alterazioni del Snc (per esempio un’otite media complicata, una mastoidite…)
• Traumi cranici.
Domande da interrogazione
- Qual è la relazione tra Covid e trombosi venosa profonda?
- Qual è la profilassi raccomandata per i pazienti Covid per prevenire l'embolia polmonare?
- Quali farmaci sono consigliati per il trattamento dei pazienti Covid non severi ma a rischio?
- Quali farmaci non sono raccomandati nel trattamento del Covid secondo il testo?
Il Covid aumenta il rischio di trombosi venosa profonda, portando a una condizione nota come trombofilia acquisita. Uno studio a Verona ha dimostrato che quasi un terzo dei pazienti asintomatici per Tvp presentava questa condizione.
La profilassi con eparina a basso peso molecolare (Enoxaparina) è raccomandata per tutti i pazienti Covid. Nei pazienti ricoverati senza embolia polmonare, si utilizza una dose profilattica di 100 unità/kg/die, mentre nei pazienti con embolia, la dose terapeutica è di 200 unità/kg/die.
Ai pazienti non severi ma a rischio di peggioramento vengono somministrati farmaci antivirali come Remdesivir e Paxlovid. Remdesivir può essere usato anche nei casi più severi, mentre Paxlovid è somministrato nei casi più lievi.
Non sono raccomandati farmaci come idrossiclorochina, azitromicina, plasma di pazienti convalescenti e anticorpi di sintesi come Casirivimab e Imdevimab, poiché non sono efficaci sulle varianti recenti.