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Concetti Chiave

  • Il tromboembolismo venoso include principalmente la trombosi venosa profonda (TVP) e l'embolia polmonare, con quest'ultima derivante dalla TVP.
  • La COVID-19 ha evidenziato la possibilità di embolia polmonare in situ, un tempo considerata rara, aumentando la necessità di ulteriori studi.
  • Nella maggior parte dei casi, un trombo si forma nelle vene profonde degli arti inferiori, con un rischio del 50% di distacco e migrazione verso i polmoni.
  • Un raro 3% dei casi può vedere un trombo formarsi direttamente nei polmoni, come accade in alcune condizioni legate alla COVID-19.
  • L'embolia polmonare passiva e il trombo "a cavaliere" rappresentano le forme più gravi, con blocco del circolo polmonare e rischio elevato di morte.

il tromboembolismo venoso si caratterizza fondamentalmente per due patologie: la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare. Quest’ultima è conseguenza della TVP. Infatti, in una vena (solitamente degli arti inferiori) si forma un trombo che tende a organizzarsi; in una larga percentuale di pazienti (circa il 50%), però, frammenti, parte o tutto il trombo si staccano, risalgono l’albero venoso, entrano nel cuore destro, raggiungono le arterie polmonari ove danno embolia polmonare.

Indice

  1. Impatto della COVID-19 sul tromboembolismo
  2. Formazione del trombo nei polmoni
  3. Tromboembolismo venoso e vene superficiali
  4. Conseguenze dell'embolia polmonare passiva

Impatto della COVID-19 sul tromboembolismo

Da quando c’è la COVID-19, ci si è accorti che il 30% dei pazienti con trombosi ha trombosi delle arterie polmonari in situ, eventualità ritenuta estremamente improbabile fino a due anni fa.

L’embolia polmonare in situ è quindi possibile, sia nella patologia della COVID-19, sia in altre patologie che si è ristudiato a posteriori, es. le malattie da virus SARS o Dengue. Ma se prima della COVID-19 era un paziente su 10 milioni a subirne, la pandemia ha richiesto uno studio più approfondito.

Formazione del trombo nei polmoni

Riassumendo, se è pur vero che il tromboembolismo venoso nella stragrande maggioranza dei casi è dato dalla formazione di un trombo nelle vene degli arti inferiori che nel 50% dei casi si distacca (tutto o in parte) e migra, ci sono dei rari casi (come nella COVID-19) in cui il trombo si forma direttamente nei polmoni.

Tromboembolismo venoso e vene superficiali

Tralasciando la COVID-19, il 97% dei pazienti che fa tromboembolismo venoso sviluppa un trombo nelle vene profonde degli arti inferiori. Le vene superficiali dell’arto inferiore, infatti, fanno una doppia piega a 90° per immettersi nelle vene profonde: è molto improbabile che un trombo formatosi nelle vene superficiali embolizzi proprio perché, se si distacca, si blocca in corrispondenza della piega.

Di 100 pazienti con trombosi venosa profonda, 50 hanno segni di embolia polmonare, 20 diventano sintomatici e 5-10 ci muoiono (cfr. Epidemiologia)

Conseguenze dell'embolia polmonare passiva

La condizione più grave è l’embolia polmonare passiva, i.e. quando il trombo dissemina i suoi frammenti che si incuneano l’intero circolo polmonare bloccandolo, oppure il trombo “a cavaliere”, in cui il trombo è talmente grande che si stacca completamente e si blocca a cavallo della biforcazione delle arterie polmonari. Si ha quindi innanzitutto uno scompenso cardiaco acuto perché il cuore destro non riesce più a pompare sangue nelle arterie polmonari, ma in secondo luogo si bloccano gli scambi gassosi. In tal caso la morte è praticamente certa, a meno che non capiti durante un intervento chirurgico (nel cui contesto si potrebbe rimediare immediatamente).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le due principali patologie che caratterizzano il tromboembolismo venoso?
  2. Il tromboembolismo venoso si caratterizza principalmente per la trombosi venosa profonda (TVP) e l'embolia polmonare, quest'ultima conseguenza della TVP.

  3. Come ha influenzato la COVID-19 la comprensione del tromboembolismo venoso?
  4. La COVID-19 ha portato alla scoperta che il 30% dei pazienti con trombosi ha trombosi delle arterie polmonari in situ, un evento considerato estremamente improbabile fino a due anni fa.

  5. Qual è la condizione più grave associata all'embolia polmonare?
  6. La condizione più grave è l'embolia polmonare passiva, dove il trombo dissemina frammenti che bloccano l'intero circolo polmonare, o il trombo "a cavaliere", che blocca la biforcazione delle arterie polmonari, causando scompenso cardiaco acuto e blocco degli scambi gassosi.

Domande e risposte