Concetti Chiave
- L'uso delle endoprotesi per l'occlusione del colon-retto è limitato a interventi in massimo 24-48 ore, poiché possono favorire la diffusione sistemica della neoplasia.
- La decisione tra intervento urgente o differito dipende dall'esito della TC e dalla presenza di neoplasia, con preferenza per interventi elettivi in caso di cancro.
- Le stenosi benigne, come quelle diverticolari o da coliti ischemiche, possono simulare un cancro e richiedono un approccio chirurgico differente.
- In situazioni d'urgenza, la chirurgia o l'endoscopia mirano a risolvere l'occlusione, con particolare attenzione alla necrosi tissutale che può complicare la colonscopia.
- Occlusioni causate da ernie richiedono interventi chirurgici, con verifica della sofferenza ischemica per prevenire perforazioni intestinali.
Indice
Occlusione del colon e trattamento
La forma più comune di occlusione del colon è quella correlata alla presenza di una massa neoplastica: fino a pochi anni fa il trattamento prevedeva l’utilizzo di endoprotesi per ridurre il grado di stenosi, decongestionare il colon e posticipare l’intervento di alcune settimane: è tuttavia stato provato che l’utilizzo di endoprotesi non è indicato, se non per un tempo brevissimo, perché probabilmente la forza circonferenziale della protesi esercitata sulla neoplasia ne favorisce la diffusione sistemica. Attualmente si usa solo in previsione di un intervento in massimo 24-48h.
Diagnosi e accertamenti
In base all’esito della Tc si decide se eseguire un intervento urgente o differito. In caso di neoplasia è preferibile in elezione. Se non si hanno problemi di possibile perforazione diastasica, il cieco non è sovra disteso, alla Tc si vede una neoformazione del sigma che chiude l’intestino e che ha causato la sintomatologia di gonfiore addominale e difficoltà di scarico, si procede facendo degli accertamenti: si esegue una colonscopia e una biopsia per evidenziare se si ha o meno la presenza del cancro e si esegue poi una Tc con stadiazione completa. È importante evidenziare la presenza o meno di un cancro in quanto, anche se il tumore è la prima causa di occlusione intestinale colica, a volte l’occlusione può anche essere dovuta a stenosi benigne che possono essere principalmente diverticolari o da coliti ischemiche.
Se il paziente ha avuto numerosi episodi di diverticolite trattati con terapia medica o trascurati la zona del sigma dove si sono avuti questi problemi infiammatori e diverticolari si può irrigidire diventando uno pseudotumore e può provocare delle difficoltà di scarico. Alla Tc si riscontra sempre una parete ispessita che può simulare un cancro. L’intervento è diverso nel cancro o nella diverticolite: nel cancro bisogna andare alla radice della mesenterica e svuotare i linfonodi, nel caso di diverticolite si toglie solo il tratto stenotico causato dai diverticoli e poi viene eseguita una anastomosi in sicurezza.
Interventi chirurgici e urgenze
Se non si ha tempo si esegue un intervento chirurgico urgente, o in endoscopia si cerca di risolvere l’occlusione, passando a monte del tratto stenotico con un filo guida e mettendo uno stent (un’endoprotesi per allargare il tratto stenotico). Se il paziente arriva in urgenza dal pronto soccorso in arresto cardiaco o shock settico bisogna eliminare il segmento di intestino coinvolto e poi ricostruirlo in un tempo successivo.
Occlusione da volvolo e ernie
In caso di occlusione da volvolo del sigma bisogna tentare con una colonscopia di far tornare il sigma in una posizione normale. Se non si riesce si esegue un approccio chirurgico. Da notare che se il tessuto è necrotico non si può eseguire la colonscopia.
Un’altra causa di occlusione intestinale è l’incarceramento delle ernie (inguinale, crurale, di parete), la cui soluzione è chirurgica: bisogna ridurre l’ansa incarcerata e risolvere l’ernia. Quando viene ridotta l’ansa intrappolata (soprattutto per quanto riguarda l’ernia crurale e inguinale) bisogna essere sicuri che non ci sia la presenza di sofferenza ischemica in quanto si ha il rischio che successivamente l’ansa si perfori. Nel caso dell’ernia di parete è possibile visualizzare l’ernia con facilità; l’ernia crurale è piccola e in anestesia generale l’ansa può rientrare spontaneamente a causa del rilassamento muscolare: se l’ernia era incarcerata da molte ore e non si è sicuri che non sia necrotica si può fare un buco nella regione periombelicale e in laparoscopia verificare che non ci siano problemi.
Domande da interrogazione
- Qual è il trattamento attuale per l'occlusione semplice del colon-retto causata da una massa neoplastica?
- Come si decide se eseguire un intervento urgente o differito in caso di occlusione del colon-retto?
- Quali sono le differenze nel trattamento chirurgico tra cancro e diverticolite?
- Cosa si fa in caso di occlusione da volvolo del sigma?
- Qual è la soluzione per l'occlusione intestinale causata dall'incarceramento delle ernie?
Attualmente, l'uso di endoprotesi è limitato a un massimo di 24-48 ore prima di un intervento chirurgico, poiché l'uso prolungato può favorire la diffusione sistemica della neoplasia.
La decisione si basa sull'esito della TC; in caso di neoplasia, si preferisce un intervento in elezione, mentre in assenza di rischio di perforazione, si procede con accertamenti come colonscopia e biopsia.
Nel cancro, si procede alla radice della mesenterica e si svuotano i linfonodi, mentre nella diverticolite si rimuove solo il tratto stenotico e si esegue un'anastomosi in sicurezza.
Si tenta di riposizionare il sigma con una colonscopia; se non riesce, si procede con un intervento chirurgico, evitando la colonscopia se il tessuto è necrotico.
La soluzione è chirurgica, riducendo l'ansa incarcerata e risolvendo l'ernia, assicurandosi che non ci sia sofferenza ischemica per evitare perforazioni successive.