Concetti Chiave
- L'epatocarcinoma (HCC) è un tumore primitivo epatico che spesso si manifesta in fegati cirrotici, rendendo complessa la rigenerazione e il trattamento chirurgico.
- Il Protocollo di Barcellona guida il trattamento dell'HCC, con indicazioni che variano dallo stage 0 alla resezione, fino a trattamenti avanzati per stadi B e C.
- Terapie topiche come la radiofrequenza e l'iniezione di etanolo sono utilizzate per causare necrosi delle lesioni epatiche, specialmente in pazienti con cirrosi.
- La radiofrequenza è più efficace nei fegati cirrotici a causa della loro consistenza fibrosa ma è meno efficace nelle metastasi a causa della dispersione di calore.
- La procedura TACE è un trattamento palliativo per l'intero fegato, utilizzato quando l'epatocarcinoma non è né resecabile né trattabile localmente.
Hcc (epatocarcinoma) è un tumore primitivo epatico. Nel contesto della chirurgia resettiva, l’hcc è una lesione facile da eliminare, con ottimi risultati. La problematica principale è che nella stragrande maggioranza dei casi (circa il 90%) è che l’epatocarcinoma compare in condizioni di cirrosi. Quindi in fegati danneggiati e incapaci di rigenerare.
Indice
Linee guida del Protocollo di Barcellona
Per il trattamento dell’epatocarcinoma si seguono le linee guida nel Protocollo di Barcellona:
● Stage 0 nodulo singolo con dimensioni fegato allo stadio A di Child Pugh. L’indicazione è la resezione.
● Stage A-C questa categoria si divide a sua volta in tre sottoclassi: early stage (A), intermediate stage (B) e Advanced stage (C). Nello stage A ci possono essere 2 possibilità: o nodulo singolo criteri di Milano).
Terapie topiche e radiofrequenza
Nel caso ci fossero delle avvertenze è possibile eseguire delle terapie topiche con radiofrequenza (Rf) o iniezione di etanolo (Pei=percutaneous ethanol injection) mediante l’iniezione di etanolo si determina la necrosi delle lesioni epatiche. È una tecnica ideata da un radiologo italiano che ha avuto molto successo, soprattutto in Cina, perché estremamente economica. Mediante guida ecografica si raggiungere la/le lesioni e si iniettare alcool quest’ultimo determinerà la formazione di una necrosi coagulativa della lesione. mediante la radiofrequenza si determina un aumento della temperatura, causando una disidratazione cellulare con conseguente evaporazione del citoplasma cellulare delle cellule neoplastiche.
Effetti e complicanze della radiofrequenza
La radiofrequenza ha la sua massima espressione nel fegato cirrotico. Questo perché il fegato cirrotico è duro, fibroso e presenta quello che si dice “effetto stufa”. È meno efficace nelle metastasi, perché il calore tende a essere disperso dai vasi limitrofi al tumore stesso. È da tenere a mente che una delle complicanze principali della radiofrequenza (termoablasione) è la formazione di una fistola tra l’arteria epatica e il ramo portale. Questa è determinata dal fatto che il calore lesiona le pareti vascolari portando alla formazione della fistola. Nello stage B, in cui i noduli sono più di tre, è impossibile trattarli localmente e si utilizza.
Procedura tace e trattamenti palliativi
La procedura tace è un trattamento che riguarda l’intero fegato, efficace in quelle situazioni in cui l’epatocarcinoma non è né resecabile né trattabile con trattamenti topici. Perché nell’epatocarcinoma si è sviluppato un trattamento palliativo come embolizzazione o trattamento topico con termoablazione? Perché il fegato cirrotico non può essere resecato. Quindi fino a che un soggetto presenta al massimo 3 lesioni si può effettuare termoablazione o alcolizzazione (presentava gli stessi risultati della resezione per noduli
Domande da interrogazione
- Qual è il trattamento principale per l'epatocarcinoma secondo il Protocollo di Barcellona?
- Perché l'epatocarcinoma è difficile da trattare nella maggior parte dei casi?
- Quali sono le tecniche topiche utilizzate nel trattamento dell'epatocarcinoma e come funzionano?
- Quali sono le complicanze principali della radiofrequenza nel trattamento dell'epatocarcinoma?
Il trattamento dell'epatocarcinoma segue le linee guida del Protocollo di Barcellona, che varia a seconda dello stadio del tumore, dalla resezione per noduli singoli di dimensioni inferiori a 2 cm in fegati allo stadio A di Child Pugh, al trapianto per noduli multipli rispettando i criteri di Milano, fino a terapie topiche come la radiofrequenza o l'iniezione di etanolo per casi specifici.
La difficoltà nel trattare l'epatocarcinoma deriva dal fatto che circa il 90% dei casi si manifesta in condizioni di cirrosi, rendendo i fegati danneggiati e incapaci di rigenerare, il che limita le opzioni di trattamento efficaci.
Le tecniche topiche includono la radiofrequenza, che aumenta la temperatura causando la disidratazione e l'evaporazione del citoplasma delle cellule neoplastiche, e l'iniezione di etanolo (PEI), che determina la necrosi delle lesioni epatiche attraverso l'iniezione di alcool sotto guida ecografica.
Una delle complicanze principali della radiofrequenza (termoablasione) è la formazione di una fistola tra l'arteria epatica e il ramo portale, causata dal calore che lesiona le pareti vascolari portando alla formazione della fistola.