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Concetti Chiave

  • La terapia della sepsi da Candida inizia empiricamente nei pazienti immunocompromessi, senza attendere il referto microbiologico.
  • Se l'agente infettivo è identificato tramite emocoltura, si utilizza la terapia sensibile indicata dall'antibiogramma.
  • Il trattamento antifungino inizia per via endovenosa, passando a fluconazolo orale dopo 10 giorni, con una durata totale di 14 giorni post-negativizzazione delle emocolture.
  • È cruciale rimuovere i cateteri venosi profondi, se possibile, per prevenire ulteriori complicazioni.
  • Indagini diagnostiche includono ecocardiogramma, esame del fundus oculi e esclusione della trombosi venosa profonda in caso di emocolture positive.

Indice

  1. Terapia empirica per infezioni da Candida
  2. Gestione della terapia antifungina
  3. Considerazioni sulla rimozione dei cateteri
  4. Caso clinico di novembre 2015
  5. Esami e trattamento in pronto soccorso

Terapia empirica per infezioni da Candida

La terapia può essere empirica nel caso in cui ci sia il forte sospetto clinico di infezione da Candida nel paziente immunocompromesso come un paziente oncologico (si eseguono e inviano le emocolture per conferma ma non si può aspettare il referto microbiologico).

Se si scopre l’agente eziologico dell’infezione grazie al risultato dell’emocoltura si somministra la terapia indicata sensibile dall’antibiogramma allegato al referto. caspofungina, anidulafungina e micafungin se efficaci hanno indicazione di tipo Ia per il trattamento della C. Glabrata.

Gestione della terapia antifungina

La terapia inizialmente si somministra per via endovenosa e dopo 10 giorni se il paziente è stabile dal punto di vista cardiocircolatorio si può passare al fluconazolo per bocca. La terapia antifungina va proseguita per un totale di 14 giorni dopo la negativizzazione delle emocolture.

Considerazioni sulla rimozione dei cateteri

Occorre anche provvedere alla rimozione immediata dei cateteri venosi profondi, se possibile ovviamente. Infatti, se la rimozione del catetere comportasse l’impossibilità di avere un altro accesso venoso oppure se il paziente non fosse in grado di alimentarsi e non gli si potesse mettere un sondino nasogastrico, il catetere non verrebbe rimosso.

Va eseguita la ricerca per colonie o focolai infettivi con ecocardio (eventualmente anche transesofageo se quello transtoracico non è dirimente), esame del fundus oculi ed esclusione della trombosi venosa profonda nel Cvc, Cvp e Picc (Catetere venoso Centrale ad Inserzione Periferica) in cui le emocolture sono risultate positive.

Caso clinico di novembre 2015

Nel novembre 2015, un uomo di 51 anni giunge in pronto soccorso per sintomatologia riferita dalla moglie di apnee notturne. I medici di pronto soccorso rilevano: ipotensione (Pa 84/50 mmHg), buona saturazione in aria ambiente, Fc normale e ipotermia (35°C).

Esami e trattamento in pronto soccorso

Agli esami eseguiti in Ps emerge: anemia normocromica normocitica (Hb 11.6 g/dL) e piastrinopenia (50000/mmc). In seguito al riscontro di piastrinopenia, il medico cerca esami precedenti per far un confronto, a disposizione vi erano solo analisi risalenti a due anni prima che mostravano una conta piastrinica normale (i vecchi esami mostrano globuli bianchi, Pcr, coagulazione e funzionalità renale nella norma e l’assenza di disionie).

Si esegue con Rx torace: non ci sono focolai, si evidenzia catetere venoso centrale (Cvc) ben posizionato e defibrillatore.

Successivamente si esegue Ecg che riporta anomalie aspecifiche della ripolarizzazione e Qtc (intervallo Qt corretto) ai limiti superiori.

In Pronto Soccorso si procede con idratazione con soluzione fisiologica (1500 ml) per far fronte all’ipotensione. Infine, il paziente viene ricoverato in medicina B per piastrinopenia: il valore delle piastrine è molto basso ed è preoccupante visto che due anni prima i valori erano nella norma, inoltre il paziente non è stabile dal punto di vista emodinamico (non deve esserci dubbio sulla necessità di monitorare il paziente, se non si volesse ricoverare subito andrebbe comunque tenuto in osservazione breve in Ps).

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'approccio terapeutico iniziale per la sepsi da Candida in pazienti immunocompromessi?
  2. La terapia può essere empirica in caso di forte sospetto clinico di infezione da Candida, specialmente nei pazienti immunocompromessi come quelli oncologici, senza attendere il referto microbiologico.

  3. Quando si può passare dalla terapia endovenosa al fluconazolo per bocca?
  4. Dopo 10 giorni di terapia endovenosa, se il paziente è stabile dal punto di vista cardiocircolatorio, si può passare al fluconazolo per bocca.

  5. Quali sono le indicazioni per la rimozione dei cateteri venosi profondi?
  6. I cateteri venosi profondi devono essere rimossi immediatamente, se possibile, a meno che la rimozione non comprometta l'accesso venoso o l'alimentazione del paziente.

  7. Quali esami sono necessari per identificare focolai infettivi o complicazioni?
  8. È necessario eseguire ecocardio, esame del fundus oculi ed escludere la trombosi venosa profonda nei casi in cui le emocolture risultano positive.

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