Concetti Chiave
- La stadiazione neoplastica è una valutazione del progresso del cancro, inizialmente clinica e poi confermata dalla stadiazione patologica secondo il sistema TNM.
- Neoplasie in situ e iniziali, che non superano la muscolaris mucosae, presentano un'alta sopravvivenza, mentre le neoplasie invasive hanno una prognosi peggiore.
- La stadiazione può essere anatomo patologica, basata su biopsie, o clinica, utilizzando tecniche di imaging avanzate come la risonanza magnetica e l'eco-endoscopia.
- In passato, displasie severe venivano asportate chirurgicamente, ma studi recenti hanno permesso trattamenti locali per lesioni minimamente invasive.
- Dal 2010, la WHO ha adottato una nuova classificazione delle displasie, favorendo approcci terapeutici mininvasivi con sei categorie per la stratificazione del trattamento.
La stadiazione (staging) corrisponde a una “fotografia” della neoplasia e del suo avanzamento. Inizialmente si considera una stadiazione clinica (desunta da immagini radiologiche prevalentemente) che poi deve essere confermata dalla stadiazione patologica secondo la classificazione TNM, sistema tumor-node-metastasis .
In questa lezione sono trattate neoplasie in situ che non superano la muscolaris mucosae e neoplasie iniziali che interessano mucosa e sottomucosa, queste hanno un’alta percentuale di sopravvivenza.
Al contrario le neoplasie invasive che interessano la parete muscolare (T3 e T4), hanno rischio metastatico e di coinvolgimento linfonodale maggiore e quindi una prognosi più nefasta.
La stadiazione può essere:
- Di tipo anatomo patologico, più accurata, eseguita su pezzo bioptico.
- Di tipo clinico : immagini di risonanza magnetica di ultima generazione o indagini di eco- endoscopia riescono a separare gli strati della parete. Possono inoltre essere eseguite in sede di endoscopia delle manovre di semeiotica endoscopica, l’endoscopista può valutare la mobilità della
lesione rispetto ai tessuti sottostanti. Se le lesioni sono mobili, scivolano e quindi la tonaca muscolare non è stata coinvolta (T1), se invece non sono mobili allora hanno preso contatto con la parete muscolare (T2 o oltre)r la decisione di trattamento ci si basa sul livello di infiltrazione, sul T. Questo viene appurato e l’asportazione della lesione può essere eseguita in diversi modi.
Se la lesione presenta un minimo grado di infiltrazione ( T1) posso per esempio, nel caso di lesioni piatte, che debbano essere sollevate:
- Eseguire un’infiltrazione di fisiologica sotto la lesione per sollevarla e facilitarne l’asportazione.
- Circoscrivere la lesione, poi sollevarla e rimuoverla.
Viene anche valutato il rischio di dare metastasi: se una lesione ha un grande rischio di metastasi linfonodale si rende necessaria la resezione chirurgica.
Trattamenti e classificazioni recenti
In passato, tutto ciò che era displasia severa (non invasiva) veniva asportata chirurgicamente tramite resezione. Questo approccio è stato rivisitato e modificato sulla base di studi anatomo patologici svolti su pezzi operatori asportati. Si è visto che quando è presente una minima infiltrazione cancerosa si ha una bassissima probabilità di avere metastasi. Lesioni non invasive o inizialmente invasive , appartenenti alla categoria 5, oggi possono essere trattata localmente, tramite procedura endoscopica grazie allo sviluppo di nuove metodiche tecnologiche.
Dal 2010 è stata adottata una nuova classificazione delle displasie da parte della WHO . Questa classificazione è stata applicata per aprire la strada a trattamenti mininvasivi.
Sono state strutturate sei categorie (integrazione delle categorie della classificazione di Vienna) utili per stratificare e guidare la terapia nei pazienti. Può essere vista come giuda all’approccio terapeutico.
Domande da interrogazione
- Che cos'è la stadiazione neoplastica e come viene eseguita?
- Qual è la differenza tra neoplasie in situ e neoplasie invasive?
- Quali sono i metodi di stadiazione clinica?
- Come è cambiato l'approccio al trattamento delle displasie severe?
La stadiazione neoplastica è una "fotografia" della neoplasia e del suo avanzamento, inizialmente clinica e poi confermata patologicamente secondo la classificazione TNM.
Le neoplasie in situ non superano la muscolaris mucosae e hanno un'alta sopravvivenza, mentre le neoplasie invasive coinvolgono la parete muscolare e hanno un rischio metastatico maggiore.
La stadiazione clinica utilizza immagini di risonanza magnetica e indagini di eco-endoscopia per separare gli strati della parete e valutare la mobilità delle lesioni.
In passato, le displasie severe venivano asportate chirurgicamente, ma ora, grazie a studi anatomo patologici, si preferiscono trattamenti mininvasivi per lesioni con minima infiltrazione.