Concetti Chiave
- Il Pcc può essere somministrato a schema fisso o variabile, con monitoraggio tramite Pt-Inr per garantirne l'efficacia.
- In assenza di Pcc, si utilizza il plasma fresco congelato, che però richiede dosi elevate per contrastare efficacemente l'effetto dicumarolico.
- Per gli interventi chirurgici, il warfarin viene generalmente sospeso 5 giorni prima, tranne in situazioni specifiche come la chirurgia della cataratta.
- La terapia di ponte con eparina, storicamente usata nel periodo pre-operatorio, può aumentare il rischio di sanguinamento senza ridurre gli eventi trombotici.
- Nonostante l'avvento dei Doac, il warfarin continua ad essere un farmaco efficace e sicuro se adeguatamente monitorato, con vantaggi in alcune situazioni cliniche.
Somministrazione del Pcc
Il Pcc può essere somministrato con due schemi:- a schema fisso: solitamente tra 1500 e 2000 unità, somministrate in modo rapido in circa 10 minuti tramite infusione endovenosa di Pcc;
- a schema variabile: basato sull'entità del movimento del Pt- Inr e sul peso del paziente per personalizzare la dose.
Entrambi gli schemi sono considerati accettabili, l’importante è monitorare sempre l'efficacia degli stessi grazie al Pt- Inr dopo 15 minuti dalla somministrazione. Se Pt- Inr è ancora superiore a 1,5 si ripete la dose addizionale di Pcc. Questa modalità rappresenta il gold standard nella gestione terapeutica.
A volte può capitare che non sia disponibile il concentrato di complesso protrombinico. In questi casi, come terapia di seconda scelta, si somministra il plasma fresco congelato contenente fattori della coagulazione. Questa terapia però presenta un difetto, per antagonizzare ragionevolmente l'effetto del dicumarolico, infatti, è necessario darne in quantità molto elevate, questo perché il plasma fresco congelato contiene fattori della coagulazione molto diluiti. Per avere un effetto similare a quello dei concentrati di complesso
persona di 70 chili, quindi, devono essere ovviamente se il paziente presenta un sanguinamento severo, o un sanguinamento in una zona particolarmente delicata, come può essere un sanguinamento intracranico, il tempo che intercorre tra la somministrazione e l’effetto ha un importante impatto sulla prognosi. Infatti, rispetto al Pcc, il cui effetto richiede 10 minuti, i tempi sono più diluiti, circa un’ora e mezza.
Gestione degli interventi chirurgici
Il warfarin, per la sua lunga emivita, pone anche delle questioni riguardanti la gestione degli interventi chirurgici, infatti è fondamentale sospenderlo secondo alcuni schemi definiti quando il paziente deve essere sottoposto ad un intervento.Alcuni interventi, in realtà, n sospensione: una piccola b l'intervento di cataratta (non sanguina) possono essere eseguiti mantenendo la terapia. Può rendersi necessario controllare, prima della procedura, il Pt-inr assicurandosi di essere in corretto range terapeutico per evitare eventuali complicanze in attesa dell'intervento. Quando invece è richiesta la sospensione, di solito si sospende 5 giorni prima, si parla di procedura in assenza di dicumarolico.
Dopo la procedura, una volta ottenuta ripristinata l’emostasi, si riprende la terapia anticoagulante con il warfarin. In passato, quando si sospendeva il Warfarin, durante il periodo pre-operatorio, si somministrava regolarmente una terapia eparinica (con eparina a basso peso molecolare) per compensare la mancanza dell'effetto anticoagulante: questa veniva chiamata terapia di ponte (bridge-therapy). Proprio nel periodo immediatamente precedente all'avvento dei Doac, questa ha dimostrato notevoli limitazioni: alcuni studi clinici, hanno dimostrato infatti che le terapie epariniche non miglioravano la prognosi, anzi, potenzialmente la peggioravano perché aumentavano il rischio di sanguinamento peri-operatorio senza essere associate a una significativa riduzione degli eventi trombotici durante il periodo preoperatorio. Per questo, successivamente, veniva consigliata solamente per i pazienti con rischio trombotico elevato.
Inoltre gli studi dimostrano una cosa molto interessante: un paziente sottoposto a bridge-therapy, più spesso sanguinava nel peri-operatorio, causando così un ritardo nella ripresa della terapia anticoagulante piena nel post-operatorio, prolungando il rischio di eventi trombotici.
In ogni caso il warfarin, e i dicumarolici in generale, rimangono dei farmaci efficaci, con un buon profilo di sicurezza se adeguatamente controllati e monitorati. Sono farmaci con una lunga storia di esperienza e talvolta, come vedremo, sono dei presidi terapeutici obbligati, perché in alcuni ambiti si sono dimostrati anche funzionare meglio delle più recenti terapie con Doac.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli schemi di somministrazione del Pcc?
- Cosa si utilizza se il concentrato di complesso protrombinico non è disponibile?
- Come si gestisce il warfarin in vista di un intervento chirurgico?
- Quali sono le limitazioni della terapia di ponte con eparina?
- Qual è il ruolo attuale del warfarin rispetto ai Doac?
Il Pcc può essere somministrato a schema fisso o a schema variabile, entrambi monitorati tramite Pt-Inr.
Si utilizza il plasma fresco congelato, che richiede quantità elevate per essere efficace.
Il warfarin viene sospeso 5 giorni prima dell'intervento, tranne in casi specifici come la chirurgia della cataratta.
La terapia di ponte può aumentare il rischio di sanguinamento peri-operatorio senza ridurre significativamente gli eventi trombotici.
Il warfarin rimane efficace e sicuro se monitorato, e in alcuni casi funziona meglio dei Doac.