Concetti Chiave
- I soggetti di riferimento sono utilizzati per stabilire intervalli di salute, basati su individui sani e non affetti da patologie note.
- Laboratori internazionali trasferiscono intervalli di riferimento locali, come quelli italiani, francesi e tedeschi, adattandoli alle loro realtà.
- Gli intervalli di riferimento differiscono dai limiti decisionali, che identificano condizioni cliniche specifiche, come la glicemia per ipoglicemia e iperglicemia.
- È fondamentale distinguere tra parametri con intervallo di riferimento e quelli con valore decisionale, per interpretare correttamente i risultati di laboratorio.
- L'interpretazione dei risultati di laboratorio richiede conoscenza delle norme di riferimento o decisionali, come nel caso delle transaminasi, focalizzandosi sull'aumento dei valori.
I reference subjects sono dei soggetti le cui caratteristiche (es. BMI, inteso come stato di salute) vengono utilizzate per creare gli intervalli, sia a livello internazionale che nazionale.
Indice
Intervalli di riferimento
Un altro aspetto importante da sottolineare è che i laboratori tendono a trasferire gli intervalli di riferimento sviluppati in Italia, Francia e Germania presso la propria struttura e quindi è necessario verificare se quanto evidenziato dai colleghi di altri Paesi sia ripreso nella propria realtà. Sì, stiamo parlando di soggetti sani.
Limiti decisionali
Se si hanno intervalli di riferimento non si parla di patologia, in quanto è costruito su soggetti cosiddetti “non affetti da patologia nota”. Differentemente accade se ci si riferisce a limiti decisionali oltre i quali vengo identificate delle condizioni ben note (es. la glicemia presenta come valori limite 60-100, ossia i limiti decisionali per ipoglicemia e iperglicemia, che se maggiore di 126 indica diabete mellito). Fra questi esami alcuni, come la creatinina, presentano un intervallo di riferimento, mentre altri, come la glicemia ed emoglobina, degli intervalli decisionali/cut-off. In quest’ultimo caso, un valore di emoglobina ≤120 g/L indica anemia.
Analisi dei dati patologici
Se si trova un valore che esce completamente dalla gaussiana, non rientrando nemmeno nel 2,5%, significa che quel soggetto è patologico? È anzitutto necessario analizzare il dato partendo da sinistra. Nel caso del dato dell’emoglobina bisogna sapere a priori che essa presenta un limite decisionale, fissato a 12 per il sesso femminile e 13 per il maschile, quindi valori inferiori a quelli del cut-off indicano anemia. Per altri parametri, come i leucociti, si utilizza un intervallo di riferimento.
Importanza degli esami di laboratorio
Il professore ribadisce ulteriormente l’importanza di studiare gli esami di laboratorio come fossero dei farmaci e imparare se un determinato parametro presenta un intervallo di riferimento o un valore decisionale (es. l'emoglobina glicata presenta un valore decisionale fissato a 48 mmol, valori sopra a questo indicano diabete). Sulla base della conoscenza del limite decisionale o di riferimento è possibile dare una lettura diversa al dato, nel caso delle transaminasi (AST/ALT), ad esempio, è presente solo un limite a destra (avere delle ALT maggiori di 45 è un intervallo di riferimento maggiore del 95esimo percentile, ma non si ha un 2,5 percentile). Questo perché sono un esame di citolisi, di rilascio nel plasma, e l’unico interesse medico vi è quando si registra un aumento.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra intervalli di riferimento e limiti decisionali nei test di laboratorio?
- Come si interpreta un valore di laboratorio che esce dalla gaussiana?
- Perché è importante conoscere se un parametro di laboratorio ha un intervallo di riferimento o un valore decisionale?
Gli intervalli di riferimento sono basati su soggetti sani e non indicano patologie, mentre i limiti decisionali identificano condizioni specifiche, come l'ipoglicemia o l'iperglicemia, e sono utilizzati per diagnosticare patologie come il diabete.
Un valore che esce dalla gaussiana non indica automaticamente una patologia. È importante analizzare il dato considerando se il parametro ha un intervallo di riferimento o un limite decisionale, come nel caso dell'emoglobina, dove valori inferiori al cut-off indicano anemia.
Conoscere se un parametro ha un intervallo di riferimento o un valore decisionale permette di interpretare correttamente i risultati dei test di laboratorio e di identificare eventuali condizioni patologiche, come nel caso delle transaminasi, dove solo un aumento è di interesse medico.