Concetti Chiave
- L'ipoglicemia può causare picchi nell'EEG, potenzialmente scatenando crisi epilettiche, e alterare domini cognitivi negli anziani con diabete di tipo II.
- Pazienti giovani sottoposti a trattamento intensivo per la glicemia non mostrano significativi cambiamenti cognitivi rispetto agli anziani.
- L'ipoglicemia attiva processi patologici come la disfunzione endoteliale e l'infiammazione, aumentando il rischio di problemi cardiovascolari.
- Il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari è doppio per chi soffre di ipoglicemia rispetto a chi non ne soffre, indipendentemente dalla presenza di diabete.
- Le ipoglicemie possono essere classificate per eziologia, tempistica, patogenesi e cinetica del glucosio, con diverse cause e manifestazioni.
Confronto EEG e crisi epilettiche
si osserva un confronto EEG (elettroencefalogramma) di una persona sana (sopra) e di una persona in ipoglicemia (sotto). Nel soggetto in ipoglicemia ci sono dei picchi che possono causare crisi epilettiche.
Inoltre, valutazioni di test psico-cognitivi hanno evidenziato che in pazienti anziani con diabete di tipo II e frequenti episodi di ipoglicemia alcuni domini cognitivi possono esser alterati.
Quando hanno valutato però pazienti giovani in regime intensivo o non intensivo di trattamento della glicemia, hanno notato che i pazienti in regime intensivo che avevano decisamente più ipoglicemie rispetto agli altri, non presentavano comunque grosse differenze nel dominio cognitivo. Dunque il problema è rilevante nel paziente anziano, non rilevante in quello giovane.
Ogni volta che si ha ipoglicemia si attivano una serie di processi patologici che inducono disfunzione endoteliale, infiammazione, alterazione di tipo trombofilico. Inoltre l’aumento dell’adrenalina e quindi della sua azione tachicardizzante può determinare alterazione del ritmo, scompenso cardiaco e può favorire fenomeni trombotici acuti.
Da metanalisi che mettono a confronto diversi studi osservazionali emerge che chi ha ipoglicemie rispetto a chi non le ha, presenta il doppio del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari. Non è una questione circoscritta a pazienti diabetici, ma vale per tutti gli individui soggetti a glicemie più basse, classificate:
a. In base all’eziologia
● Spontanee
● Da farmaci (es. insulina) o tossici (es. alcol)
b. In base alla tempistica con cui si presentano:
● Ipoglicemia a digiuno: dovute o a malattie d’organo (come deficit del funzionamento del fegato) o a neoplasie non β-cellulari (tumori che producono sostanze insulino-simili o addirittura produce insulina, come l’insulinoma) o infine a difetti enzimatici congeniti
● Postprandiali (o reattive): dovuto a eccesso di peso e/o prediabete, difetti enzimatici congeniti, patologie del
tubo digerente, o per cause idiopatiche.
c. In base alla patogenesi:
● Alterata regolazione: per insulina aumentata o ormoni controinsulinari diminuiti
● Difetti enzimatici: primari (come glicogenosi, alterazione di rilascio di glucosio da parte del glicogeno) o secondari (come epatopatie croniche o alcol)
● Mancanza di substrati neoglucogenetici: situazioni in cui a distanza dal pasto dovrebbero esserci substrati glucogenetici metabolizzabili dal fegato, ciò può non avvenire a causa di un’alterata mobilizzazione o di una ridotta utilizzazione.
d. In base alla cinetica del glucosio: ovvero flusso del glucosio dentro/fuori dalle cellule e dagli organi:
● Aumento dell’utilizzazione: la glicemia scende troppo perché viene utilizzato troppo glucosio
● Diminuzione della produzione (disfunzioni epatiche)
● Forme miste
Domande da interrogazione
- Quali sono le conseguenze dell'ipoglicemia sul sistema cardiovascolare?
- Come l'ipoglicemia influisce sulle capacità cognitive nei pazienti anziani rispetto ai giovani?
- Quali sono le diverse classificazioni dell'ipoglicemia?
L'ipoglicemia attiva processi patologici che causano disfunzione endoteliale, infiammazione e alterazioni trombofiliche. L'aumento dell'adrenalina può portare a tachicardia, scompenso cardiaco e fenomeni trombotici acuti.
Nei pazienti anziani con diabete di tipo II e frequenti episodi di ipoglicemia, alcuni domini cognitivi possono essere alterati. Nei pazienti giovani, anche con regimi intensivi di trattamento glicemico, non si osservano grosse differenze cognitive.
L'ipoglicemia può essere classificata in base all'eziologia (spontanee, da farmaci o tossici), alla tempistica (a digiuno, postprandiali), alla patogenesi (alterata regolazione, difetti enzimatici, mancanza di substrati neoglucogenetici) e alla cinetica del glucosio (aumento dell'utilizzazione, diminuzione della produzione, forme miste).