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Concetti Chiave

  • Le donne con diabete mellito di tipo 2 (DMT2) hanno un rischio cardiovascolare più elevato rispetto agli uomini, con un rischio di malattie coronariche quattro volte superiore.
  • Nel DMT2, il rischio di scompenso cardiaco è dieci volte maggiore nelle donne e sei volte maggiore negli uomini rispetto ai non diabetici.
  • La combinazione di diabete, ipertensione e ipercolesterolemia non controllata aumenta il rischio cardiovascolare fino al 33% in un 50enne.
  • Il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nei diabetici è simile a quello di chi ha già avuto un evento cardiovascolare, evidenziando l'alto rischio associato al diabete.
  • Anche nel diabete di tipo 1, esiste un rischio significativo di malattie cardiovascolari, con il 40% dei pazienti affetti da retinopatia e il 16% con placche carotidee significative.

Rischio di malattia cardiovascolare

la malattia cardiovascolare nel DMT2 è molto frequente, ed in termini di rischio relativo le donne hanno profili peggiori (aumento del rischio di quattro volte) degli uomini (aumento di due volte).
In particolare:
• rischio di malattie coronarica: x2 in uomini e x4 in donne;
• rischio di ictus: x3 in uomini e x2 in donne;
• rischio di arteriopatie agli arti inferiori con claudicatio intermittens: x3 in uomini e x8 in donne;
• rischio di scompenso cardiaco: x6 in uomini e x10 in donne.
Valutando poi l’incidenza cumulativa di CVD nell’arco di 8 anni in pazienti diabetici, si vede come ad un fattore di rischio è possibile associarne un altro, per aumentare complessivamente la probabilità che si verifichi un dato evento.
In un 50enne non diabetico, vi è un rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare nel corso di 8 anni del 2%.
Se si considera invece un 50enne che presenta solamente il diabete (senza altri fattori di rischio), tale percentuale sale al 3%, anche se il diabete isolato è una condizione rarissima. In presenza concomitante di diabete e di ipertensione (caso molto più frequente), la percentuale è dell’8%. Se si aggiunge anche l’ipercolesterolemia non controllata, la percentuale sale fino al 33%. Infine, aggiungendo il fumo ai fattori precedenti, si sale al 46%: ciò dimostra come la componente multifattoriale abbia un ruolo molto rilevante e aggravante sulla patologia, e come il controllo delle glicemie non sia sufficiente a ridurre in modo notevole i rischi di CVD.

Il rischio di malattia coronarica e stroke è almeno 2 volte maggiore in un soggetto diabetico, nonostante si considerino anche età, fumo, BMI, colesterolo e altri valori. Tale rischio di sviluppare CVD equivale a quello di un soggetto non diabetico, ma che ha già avuto un evento cardiovascolare. Di conseguenza, soggetti diabetici che hanno avuto già CVD hanno una probabilità nettamente più alta di avere altri eventi infartuali.
Anche nel diabete di tipo 1 può esserci rischio di malattie cardiovascolari, soprattutto se il diabete viene trascurato. Da questo studio fatto a Verona su circa 1000 pazienti di età media di 47 anni, è possibile notare che, seppure in minor misura, il danno d’organo è presente anche nel DMT1. Queste persone presentavano:
- il 40% una retinopatia
- il 28% albuminuria
- il 10% malattia renale per riduzione del filtratoglomerulare
- il 16% placche carotidee significative
- il 7% arteriopatie agli arti inferiori
- il 4% ha già avuto un infarto, ictus o necessità di rivascolarizzazione

Domande da interrogazione

  1. Qual è il rischio relativo di malattia cardiovascolare nelle donne con DMT2 rispetto agli uomini?
  2. Le donne con DMT2 hanno un rischio relativo di malattia cardiovascolare quattro volte maggiore rispetto agli uomini, che hanno un rischio doppio.

  3. Come varia il rischio di malattia cardiovascolare in un 50enne con diversi fattori di rischio?
  4. In un 50enne non diabetico, il rischio è del 2%. Con solo diabete, sale al 3%. Con diabete e ipertensione, è dell'8%. Aggiungendo ipercolesterolemia, sale al 33%, e con il fumo, al 46%.

  5. Qual è il rischio di sviluppare CVD in soggetti diabetici rispetto a non diabetici?
  6. Il rischio di sviluppare CVD in soggetti diabetici è almeno due volte maggiore rispetto ai non diabetici, simile a quello di un non diabetico che ha già avuto un evento cardiovascolare.

  7. Quali sono le complicanze cardiovascolari nel diabete di tipo 1 secondo lo studio di Verona?
  8. Lo studio di Verona ha rilevato che nel DMT1 il 40% ha retinopatia, il 28% albuminuria, il 10% malattia renale, il 16% placche carotidee, il 7% arteriopatie agli arti inferiori, e il 4% ha avuto infarto, ictus o rivascolarizzazione.

Domande e risposte