Concetti Chiave
- I sintomi dissociativi si manifestano dopo eventi stressanti e includono depersonalizzazione e derealizzazione, non legati a sostanze o altre condizioni mediche.
- Depersonalizzazione implica la sensazione di distacco dai propri processi mentali, mentre la derealizzazione riguarda l'irrealtà dell'ambiente circostante.
- Le alterazioni devono durare oltre un mese e causano disagio significativo o compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.
- L'esordio avviene entro sei mesi dall'evento traumatico, con un potenziale decorso cronico se non trattato adeguatamente.
- La prognosi varia in base ad altri disturbi e al grado di funzionamento globale, influenzando la qualità delle relazioni e il rendimento lavorativo.
Indice
Sintomi dissociativi post-trauma
A seguito di un evento stressante, oltre a sviluppare un PTSD, si possono manifestare anche sintomi dissociativi non attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o ad un’altra condizione medica. I sintomi dissociativi sono di due tipi:
• Depersonalizzazione: ci si può sentire distaccati dai propri processi mentali come se si fosse un osservatore esterno al proprio corpo (ad esempio sensazione di essere in un sogno; sensazioni di irrealtà di sé stessi o del proprio corpo o del lento scorrere del tempo);
• Derealizzazione: si possono avere persistenti o ricorrenti esperienze di irrealtà dell’ambiente circostante (ad esempio il mondo intorno sembra irreale, onirico, distante o distorto
Durata e impatto del disturbo
La durata delle alterazioni descritte è superiore ad 1 mese. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza, come ad esempio farmaci o alcol, o a un’altra condizione medica.
Esordio e decorso del disturbo
L’esordio è generalmente entro 6 mesi dall’evento traumatico: non è detto che si verifichi subito.
Se non trattato il decorso è cronico: si struttura un funzionamento di queste persone molto disfunzionale finche non si capisce il tipo di disturbo. Ad esempio, un paziente arriva dallo psichiatra, racconta con molta fatica di un evento capitato anni prima. Anche se lo racconta a distanza di anni, andando a indagare ci accorgiamo che in realtà è da anni che la persona non sta bene, da dopo l’evento. Ha camuffato, temporeggiato, pur funzionando abbastanza, ma senza mai stare bene. Magari il paziente chiede aiuto dopo diverso tempo, ma la sintomatologia deve essere comparsa almeno entro 6 mesi dall’evento scatenante.
Prognosi e gravità del disturbo
La prognosi dipende dagli altri disturbi e dal grado di funzionamento globale che la persona mantiene. Se nonostante i sintomi la persona riesce a mantenere un funzionamento discreto, la prognosi è migliore. Se invece i sintomi portano la persona a scollarsi dal mondo e a vivere in completa solitudine, la prognosi è peggiore. Il disturbo si definisce grave nel momento in cui impatta sulla quotidianità della persona. Spesso porta a gravi problemi in ambito relazionale e lavorativo con scadimento del funzionamento globale.
Esempio cinematografico e gestione
Esempio: nel film Top Gun, a seguito della morte dell’amico, il pilota d’aereo interpretato da Tom Cruise, mosso dalla disperazione adotta dei comportamenti spericolati andando in moto ad alta velocità. Questo tipo di reazione è in parte fisiologica. Il consiglio che riceve dal suo Capitano è di tornare a pilotare quanto prima.
La persona deve rompere un meccanismo che si è innescato in maniera immediata per tornare a ritornare alle attività, altrimenti non ci riesce più.
Ruolo del medico e terapia
È previsto inizialmente un periodo di osservazione per capire cosa succede, è normale e fisiologico avere certi sintomi, non si imposta subito la terapia. Il ruolo del medico è riconoscere se una persona ha una reazione umana e fisiologica, che va accettata e non va bloccata con la terapia farmacologica. Rispetto a un’esperienza traumatica importante è giusto che ci sia un tempo fisiologico in cui la persona rielabora l’accaduto e torna a stare bene.
Domande da interrogazione
- Cosa sono i sintomi dissociativi?
- Quali sono i due tipi di sintomi dissociativi?
- Quanto tempo devono durare le alterazioni descritte per essere considerate sintomi dissociativi?
- Quali sono le possibili cause dei sintomi dissociativi?
- Qual è la prognosi dei sintomi dissociativi?
I sintomi dissociativi sono esperienze in cui ci si sente distaccati dai propri processi mentali o dall'ambiente circostante.
I due tipi di sintomi dissociativi sono depersonalizzazione e derealizzazione.
Le alterazioni descritte devono durare per più di un mese per essere considerate sintomi dissociativi.
I sintomi dissociativi possono essere causati da eventi stressanti o traumatici, ma non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o a una condizione medica.
La prognosi dei sintomi dissociativi dipende da altri disturbi e dal grado di funzionamento globale della persona. Se i sintomi causano un impatto significativo sulla quotidianità, la prognosi è peggiore.