Concetti Chiave
- L'ipoglicemia si manifesta quando la glicemia scende sotto certi livelli, con vari gradi di gravità, da lieve-moderata a clinicamente severa.
- La diagnosi di ipoglicemia si basa sulla triade di Whipple: sintomi specifici, riscontro biochimico e miglioramento dopo assunzione di glucosio.
- I sintomi dell'ipoglicemia variano da tachicardia e ansia a confusione mentale e convulsioni, a seconda del livello di glicemia.
- Diversi fattori influenzano il quadro clinico dell'ipoglicemia, tra cui il livello glicemico, la rapidità del calo e l'età del paziente.
- La percezione dell'ipoglicemia può essere ridotta, soprattutto negli anziani, aumentando il rischio di episodi gravi.
Indice
Definizione e classificazione dell'ipoglicemia
Si parla di ipoglicemia quando la glicemia nell’adulto è
L’ipoglicemia può essere classificata in:
• Ipoglicemia biochimica lieve-moderata con valori di glicemia di 55-70 mg/dl;
• Ipoglicemia biochimica severa
• Ipoglicemia clinicamente severa: si ha la necessità di assistenza da parte di un’altra persona per poter superare la crisi ipoglicemica, a causa del deficit cognitivo dato proprio dalla carenza di glucosio.
Questa condizione non dipende tanto dal valore assoluto della glicemia, ma dalla rapidità con cui questo è raggiunto, ad esempio può verificarsi in un paziente diabetico con glicemia basale di 200 mg/dl che bruscamente cala a 100 mg/dl, valore che in un paziente sano non provocherebbe alcuna crisi ipoglicemica.Diagnosi e triade di Whipple
Diagnosi
La triade di Whipple, utilizzata per la diagnostica dell’ipoglicemia, comprende:
1) Segni e sintomi di ipoglicemia che si dividono in quelli di attivazione adrenergica e in neuroglicopenia
2) Riscontro biochimico di ipoglicemia
3) Reversibilità della sintomatologia dopo assunzione di glucosio (o saccarosio)
Sintomi e segni dell'ipoglicemia
Sintomi e segni:
Da attivazione adrenergica
- cardiopalmo (tachicardia)
- sudorazione profusa
- tremori
- ansia
- fame imperiosa
Da neuroglicopenia (sofferenza delle cellule del SNC)
- astenia
- rallentamento ideo-motorio
- visione offuscata
- cefalea
- confusione mentale
- sonnolenza
- convulsioni
Nei casi più gravi si può avere perdita di coscienza; è necessaria dunque la presenza di un altro individuo che possa intervenire per correggere la glicemia del paziente.
Rapporto tra ipoglicemia e sintomi
Rapporto fra l’entità dell’ipoglicemia e i segni/sintomi clinici
Non tutti i soggetti hanno la stessa soglia glicemica per la manifestazione dei sintomi dell’ipoglicemia. Normalmente, intorno a valori di glicemia pari a:
• 75 mg/dl si hanno alterazioni ai test psicometrici;
• 70 mg/dl iniziano meccanismi di controregolazione con il rilascio di ormoni iperglicemizzanti;
• 60 mg/dl si hanno sintomi da attivazione adrenergica quali cardiopalmo (tachicardia), tremore, sudorazione profusa, ansia, fame improvvisa;
• 50 mg/dl si hanno sintomi di neuroglicopenia, tra cui astenia, confusione mentale, rallentamento ideo-motorio, visione offuscata, cefalea;
• 40 mg/dl si ha letargia;
• 30 mg/dl si possono avere le convulsioni;
• coma, danno cerebrale permanente e morte.
I pazienti diabetici possono avere episodi di ipoglicemia a causa della terapia antidiabetica che seguono.
Fattori che influenzano il quadro clinico
Fattori che condizionano il quadro clinico nell’ipoglicemia
I fattori che condizionano il quadro clinico nell’ipoglicemia sono:
• Livello glicemico raggiunto;
• Rapidità del calo glicemico pur mantenendosi al di sopra del valore soglia. Pazienti abituati a valori più alti possono riferire sintomatologia con valori verso i 120-130 mg/dl;
• Entità del calo glicemico;
• Età del paziente;
• Eventuali comorbidità;
• Efficienza della risposta controregolatoria;
• Tempestività e capacità di gestire il problema;
• Percezione della glicemia (awareness). Hypoglycemia unawareness indica la mancata percezione della condizione di ipoglicemia; perciò, i soggetti affetti da tale condizione, hanno un maggior rischio di arrivare a ipoglicemie severe fino anche alla morte.
La percezione e la disfunzione cognitiva sono dipendenti dall’età:
- in una persona giovane i sintomi compaiono quando è attorno a 55- 60 mg/dL, ma i tempi di reazione vengono mantenuti; quindi, la capacità di reagire ad alcuni test anche quando la glicemia molto bassa è conservata;
- nell'anziano invece i sintomi compaiono solo quando la glicemia è estremamente bassa e il tempo di reazione è intaccato per valori di glicemia che sono più alti rispetto al giovane. Il soggetto anziano è quindi più esposto al danno da ipoglicemia; non si accorge che sta arrivando e non è così abile nel gestirla.
Domande da interrogazione
- Quali sono le diverse classificazioni dell'ipoglicemia?
- Qual è la triade di Whipple utilizzata per la diagnosi di ipoglicemia?
- Quali sono i sintomi principali dell'ipoglicemia da attivazione adrenergica e neuroglicopenia?
- Come varia la soglia glicemica per la manifestazione dei sintomi dell'ipoglicemia?
- Quali fattori influenzano il quadro clinico dell'ipoglicemia?
L'ipoglicemia può essere classificata in ipoglicemia biochimica lieve-moderata (55-70 mg/dl), ipoglicemia biochimica severa e ipoglicemia clinicamente severa, che richiede assistenza esterna a causa del deficit cognitivo.
La triade di Whipple comprende segni e sintomi di ipoglicemia, riscontro biochimico di ipoglicemia e reversibilità della sintomatologia dopo assunzione di glucosio.
I sintomi da attivazione adrenergica includono cardiopalmo, sudorazione, tremori, ansia e fame, mentre quelli da neuroglicopenia comprendono astenia, confusione mentale, visione offuscata, cefalea e convulsioni.
La soglia glicemica varia tra individui; sintomi possono manifestarsi a 75 mg/dl con alterazioni psicometriche, 70 mg/dl con rilascio di ormoni iperglicemizzanti, e sintomi più gravi come convulsioni a 30 mg/dl.
Fattori includono il livello glicemico raggiunto, rapidità ed entità del calo glicemico, età, comorbidità, efficienza della risposta controregolatoria, tempestività nella gestione e percezione della glicemia.