Concetti Chiave
- In pazienti traumatizzati con emorragia, le priorità includono fermare l'emorragia, allertare il team medico e garantire il controllo delle vie respiratorie.
- Le indicazioni per le trasfusioni di sangue variano in base ai livelli di emoglobina; generalmente non si trasfonde sopra 10 g/dL, mentre sotto 6 g/dL è necessario.
- La valutazione della concentrazione di lattati è cruciale per identificare deficit di perfusione, sebbene il suo uso non sia standardizzato.
- L'uso di cristalloidi e colloidi richiede attenzione, poiché possono diluire il sangue e indurre ipotermia, mentre i vasocostrittori si usano solo in caso di forte ipotensione.
- Lo shock emorragico è classificato in quattro fasi, con un focus su pressione, frequenza cardiaca e metabolismo, mentre indicatori di mortalità includono ipotensione e ipotermia.
Priorità in paziente traumatizzato ed emorragico
Il paziente traumatizzato con emorragia non controllata presenta alcune priorità:-
1. Fermare l’emorragia
2. Allertare il team
3. Controllo delle vie respiratorie / ossigenare il paziente
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1. ≤ 10 g/dl non si trasfonde a meno di casi particolari (es. emorragia massiva in atto).
2. > 8 g/dL non si trasfonde a meno di casi particolari (NdS: il professore non ha citato la differenza con il punto precedente. Probabilmente qui si può essere più permissivi)
3. 4.
Altri aspetti
È un’indicazione della società tedesca di rianimazione, quindi è stata pubblicata su una fonte autorevole. Quello che però è importante è che il paziente abbia il suo fabbisogno di ossigeno.Quindi in questo caso si potrebbe andare a valutare la concentrazione di lattati (Ega): se è elevato conviene trasfondere anche se ha emoglobina elevata. Questo perché il lattato è il principale marker che identifica deficit della perfusione. La misurazione del lattato è costosa e non è settata come standard nell emogasanalizzatore. Si può valutare però il base excess che, in
un paziente traumatizzato, corrisponde all’aumento dei lattati. Può anche essere usata la saturazione d’ossigeno del sangue refluo in vena cava o del sangue venoso misto ma non viene usato quasi mai. Si somministrano cristalloidi e colloidi? Si, però bisogna valutare attentamente il paziente. Questo perché questi:
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1. Diluiscono il sangue
2. Diluiscono fattori della coagulazione
3. Possono indurre ipotermia
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1. Impatto sulla pressione
2. Impatto sulla Fc
3. Impatto sulla Fr
4. Impatto sulla diuresi
5. Impatto sullo stato mentale
6. Impatto sul Base excess (metabolismo globale)
Molto importante quindi focalizzarsi sulla pressione, Gcs, impatto sul metabolismo (base excess). parametri emodinamici e metabolici sono imprescindibili. Il prof mostra dei lavori su popolazioni molto vaste.
Gli indicatori della mortalità sono l’ipotensione della fase preospedaliera ed al momento del ricovero in ospedale e l’ipotermia. La mortalità è anche correlata a fattori iatrogeni come l’utilizzo di cristalloidi o colloidi. Nel momento in cui si inizia l’infusione di cristalloidi, il volume aumenta ma nel momento in cui termina l’infusione si ha rapidamente una decrescita. Questo è importante ed è dato dal fatto che il cristalloide non permane per lungo tempo nel circolo ma tende a distribuirsi nel compartimento extravascolare
Domande da interrogazione
- Quali sono le priorità nel trattamento di un paziente traumatizzato ed emorragico?
- Quando è consigliato trasfondere un paziente con emorragia?
- Quali sono i rischi associati all'uso di cristalloidi e colloidi?
- Come viene classificato lo shock emorragico e quali sono i suoi indicatori principali?
Le priorità includono fermare l'emorragia, allertare il team e controllare le vie respiratorie per ossigenare il paziente.
Si consiglia di trasfondere se l'emoglobina è ≤ 10 g/dl in casi particolari come un'emorragia massiva in atto, o se i lattati sono elevati, indicando un deficit di perfusione.
I cristalloidi e colloidi possono diluire il sangue e i fattori della coagulazione, indurre ipotermia e, se usati eccessivamente, possono influire negativamente sulla mortalità.
Lo shock emorragico è classificato in 4 fasi basate su impatti su pressione, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, diuresi, stato mentale e base excess. Indicatori di mortalità includono ipotensione e ipotermia.