Concetti Chiave
- Il pemfigo superficiale è caratterizzato da bolle subcornee, a differenza del pemfigo volgare che presenta un pavimento sovrabasale.
- Esistono due forme di pemfigo superficiale: il pemfigo seborroico, limitato e localizzato, e il pemfigo foliaceo, più raro e diffuso.
- La diagnosi di pemfigo si effettua attraverso biopsia punch, osservando clivaggio intraepidermico e immunofluorescenza diretta per rilevare immunoglobuline.
- Il trattamento della fase acuta prevede Rituximab e corticosteroidi, che conducono a remissioni prolungate da 6 mesi a 2 anni.
- In passato, il trattamento includeva alte dosi di corticosteroidi e farmaci immunosoppressori, ma ora queste situazioni gravi si verificano raramente con l'accesso a cure adeguate.
Pemfigo superficiale
Il pemfigo superficiale è, come dice il nome, superficiale; ad essere più superficiale è la bolla che si forma e che, rispetto al pemfigo volgare in cui il pavimento è sovrabasale, ha invece un pavimento subcorneo.Si distinguono due forme:
- forma limitata: pemfigo seborroico, lesioni localizzate soprattutto a livello dell’area seborroica toracica-sternale,
- forma estesa: pemfigo foliaceo che è molto raro.
La diagnosi di pemfigo è istopatologica mediante una biopsia punch, attraverso cui si prelevano cute lesionale e cute sana. La cute lesionale serve per fare diagnosi di pemfigo e vedere dove si trova il clivaggio intraepidermico (che è profondo nel pemfigo volgare e superficiale nel pemfigo superficiale). La parte di cute sana è utilizzata per fare l'immunofluorescenza diretta. Attraverso questa si prendono fettine di tessuto congelato, si mettono in incubazione con anticorpi anti-IgA e anti-IgG e contro la frazione C3 del complemento coniugate con la fluorocolina. Se nella cute ci sono depositi di immunoglobuline IgG, IgA o C3 si vede una fluorescenza alla periferia dei cheratinociti.
Oggi si usa anche Elisa per dosare gli anticorpi anti-DSG1 e anti-DSG3. Questa tecnica è molto sensibile e molto specifica. Però a livello internazionale la diagnosi di pemfigo si basa ancora sulla immunofluorescenza diretta.
La cura per la fase acuta è il Rituximab: un anticorpo monoclonale anti CD20, un antigene di superficie dei linfociti B. Il rituximab si lega ai linfociti B e ne induce una progressiva apoptosi. I linfociti B non producono gli anticorpi, che vengono invece prodotti dalle plasmacellule. Per questo motivo quando si somministra una terapia con Rituximab, prima che siano esaurite le plasmacellule produttrici degli anticorpi passano alcuni mesi. Infatti, oltre al Rituximab si somministra una terapia con corticosteroidi per 3-4-6 mesi, tempo necessario affinché si esauriscano i linfociti B che danno origine alle plasmacellule che producono gli anticorpi anti-DSG1 e anti-DSG3. Le cure di questo genere danno una remissione che dura anche anni.
Il Rituximab si somministra tramite un’infusione endovenosa ogni 15 giorni per un totale di due infusioni. I pazienti che nel frattempo assumono corticosteroidi vanno in remissione per tempi lunghi: dai 6 mesi ai 2 anni. In passato venivano usate alte dosi di corticosteroidi all'inizio e poi farmaci di mantenimento come i classici farmaci immunosoppressori: azatioprina, methotrexate, ciclofosfamide. Se non curato il pemfigo porta ad un quadro clinico sempre peggiore con complicanze che possono portare alla morte, anche se, con l’accesso ai servizi sanitari di base, queste situazioni non si verificano quasi mai.
Domande da interrogazione
- Quali sono le due forme di pemfigo superficiale?
- Come viene diagnosticato il pemfigo superficiale?
- Qual è il trattamento per la fase acuta del pemfigo superficiale?
- Quali sono le conseguenze se il pemfigo non viene trattato?
Le due forme di pemfigo superficiale sono il pemfigo seborroico, che è limitato e localizzato principalmente nell'area seborroica toracica-sternale, e il pemfigo foliaceo, che è una forma estesa e molto rara.
La diagnosi di pemfigo superficiale è istopatologica e si effettua tramite una biopsia punch, prelevando cute lesionale e sana. La cute lesionale aiuta a determinare il clivaggio intraepidermico, mentre la cute sana è usata per l'immunofluorescenza diretta.
Il trattamento per la fase acuta del pemfigo superficiale è il Rituximab, un anticorpo monoclonale anti CD20, somministrato tramite infusione endovenosa ogni 15 giorni per un totale di due infusioni, spesso accompagnato da corticosteroidi per 3-6 mesi.
Se non trattato, il pemfigo può portare a un quadro clinico sempre peggiore con complicanze potenzialmente mortali, anche se con l'accesso ai servizi sanitari di base, queste situazioni sono rare.