Concetti Chiave
- L'osteomielite ematogena inizia con una batteriemia secondaria a infezioni come faringite e polmonite, raggiungendo i vasi ossei tramite il sangue.
- La scarsa vascolarizzazione dell'osso rende difficile il trattamento antibiotico, poiché l'infezione è poco accessibile ai farmaci.
- Le indagini di imaging includono Rx standard, scintigrafia, Tc, Rm e Pet-Tc, che aiutano a diagnosticare e definire l'infezione.
- Il trattamento antibiotico può durare fino a 6 settimane, ma non sempre è efficace, richiedendo spesso un intervento chirurgico.
- Nell'osteomielite cronica, la chirurgia è necessaria per rimuovere tessuti necrotici e ricostruire l'osso, evitando l'uso di mezzi metallici.
Indice
Origine e diffusione dell'infezione
All’origine si ha un quadro di batteriemia secondaria a faringite, otite, polmonite, ecc. Attraverso il sistema reticoloendoteliale l’agente patogeno circola nell’organismo fino ad arrivare per via ematica ai vasi trofici dell’osso. Nell’osso i vasi sono piccoli e perciò, soprattutto nella compatta, arriva poco sangue. A ciò consegue che, una volta che si instaura l’infezione, questa è difficilmente aggredibile con l’antibiotico.
Diagnostica per immagini
L’indagine radiologica di primo livello è l’Rx standard. All’inizio può risultare negativa, in fase florida invece si possono riscontrare sequestri, aspetto a sarcofago e le aree di lisi ossea.
Gli esami di imaging di secondo livello sono invece:
- scintigrafia sempre positiva in caso di infezione, può essere fatta con tecnezio-bifosfonato, trifasica, con leucociti marcati, …. Ora si preferisce la Pet-Tc.;
- Tc permette di delimitare le alterazioni morfo-strutturali dell’osso e descrive meglio l’aspetto a sarcofago;
- Rm riesce a circoscrivere le aree di ipovascolarizzazione causate dalla necrosi e, grazie alle sequenze Stir e T2, permette di evidenziare l’edema dell’osso conseguente all’infiammazione;
- Pet-Tc descrive la vascolarizzazione dell’area e aiuta perciò nella diagnosi differenziale con forme tumorali che mimano l’aspetto di un’infezione.
Trattamento e complicazioni
La durata del trattamento è piuttosto lunga, può arrivare a un mese, un mese e mezzo (4-6 settimane). La terapia sistemica antibiotica non sempre ha successo, dal momento che l’apporto di antibiotico per via ematogena in sede di infezione non è sempre in concentrazioni battericide.
Se l’infezione non viene trattata o non si risolve con la terapia medica può diventare cronica, con formazione di fistole con fuoriuscita di pus e frammentazione dei sequestri. Nell’immagine si vede una tibia con osteomielite diffusa, dove si notano sequestri con aspetto a sarcofago e una fistola. Se l’infezione è in fase cronica, non si può più trattare con gli antibiotici, ma si ricorre alla rischio fino al 30% di infezione.
chirurgia: sequestrectomia e debridement. I sequestri nell’osteomielite giocano un ruolo di corpo estraneo comportando la necessità di eliminare profondamente tutti i tessuti necrotici. Affinché il trattamento risulti efficace è necessario intervenire in maniera aggressiva, con una resezione a margini ampi e liberi, come un tumore, con successiva ricostruzione dell’osso.
Osteomielite post-traumatica
L’osteomielite post-traumatica può essere sia da inoculazione diretta, sia a distanza, ad esempio in seguito ad un’osteosintesi o per sottovalutazione di una piccola esposizione. Una frattura esposta.
Per le fatture esposte si cerca di evitare l’uso di placche e viti, perché i mezzi di sintesi metallici sono facilmente colonizzabili dai batteri, perciò si usano mezzi di sintesi esterna. Se sono invece stati messi mezzi di sintesi e si verifica un’infezione, la prima cosa da fare è la rimozione degli stessi, procedendo poi con il trattamento di resezione “oncologico”, mettendo eventualmente degli spaziatori.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dell'osteomielite ematogena e perché è difficile trattarla con antibiotici?
- Quali sono le indagini radiologiche di primo e secondo livello utilizzate per diagnosticare l'osteomielite?
- Qual è la durata del trattamento per l'osteomielite e quali sono le sfide associate alla terapia antibiotica?
- Come si gestisce l'osteomielite cronica e quali sono le procedure chirurgiche raccomandate?
L'osteomielite ematogena origina da una batteriemia secondaria a infezioni come faringite, otite, polmonite, ecc. La difficoltà nel trattamento antibiotico deriva dalla scarsa vascolarizzazione dell'osso, che limita l'arrivo dell'antibiotico in concentrazioni efficaci.
Le indagini di primo livello includono l'Rx standard, che può risultare negativa all'inizio ma mostra segni specifici in fase avanzata. Le indagini di secondo livello comprendono scintigrafia, Tc, Rm e Pet-Tc, che offrono dettagli più precisi sull'infezione e sulla struttura ossea.
Il trattamento dell'osteomielite può durare da 4 a 6 settimane. Una sfida significativa è che la terapia antibiotica sistemica non sempre riesce, a causa delle difficoltà nell'ottenere concentrazioni battericide dell'antibiotico nella zona infetta.
In caso di osteomielite cronica, il trattamento antibiotico non è più efficace e si ricorre alla chirurgia, come la sequestrectomia e il debridement. Queste procedure richiedono un approccio aggressivo, simile a quello oncologico, per eliminare tutti i tessuti necrotici e ricostruire l'osso.