Concetti Chiave
- I carcinomi della vescica derivano dall'epitelio di transizione, una malattia dell'urotelio che può colpire diverse parti dell'apparato urinario.
- Queste neoplasie tendono ad essere multifocali e recidivanti, il che rende necessaria la sorveglianza di tutto l'urotelio dopo la diagnosi.
- L'ematuria, presente nell'85% dei casi, è uno dei primi sintomi e può essere microscopica o macroscopica.
- L'ematuria macroscopica è spesso associata a sintomi più gravi, inclusi sanguinamenti significativi e ritenzione urinaria.
- La ritenzione urinaria causata da coaguli può richiedere l'uso di un catetere vescicale e, in casi più gravi, procedure invasive come la cistoscopia.
Origine dei carcinomi della vescica
quando si parla di carcinoma della vescica non altrimenti specificato, si intende sempre quello a cellule transizionali, che deriva, per l’appunto, dall’epitelio di transizione, pluri o pseudostratificato (a seconda di come si vuole interpretare), costituito da cellule basali, altri strati interposti di cellule a vari stadi di maturazione e infine cellule ombrelliformi superficiali. È proprio da queste varie cellule che derivano le neoplasie epiteliali della vescica.Occorre ricordare che il carcinoma a cellule transizionali è considerata una malattia di tessuto e non tanto di organo; infatti, è una malattia dell’urotelio: quindi, tutti i fattori di rischio suddetti agiscono non solo a livello vescicale, ma anche in tutte le altre porzioni dell’apparato urinario rivestite da urotelio (dai fornici caliceali, alla giunzione uretero-vescicale, fino a spingersi all’uretra prostatica e membranosa). È importante ricordare questo concetto perché i carcinomi dell’urotelio hanno la frequente tendenza ad essere multifocali e recidivanti. Si parla di una malattia policronotopica, ossia che si presenta in più punti e con diversi gradi di sviluppo. Se si riscontra una metaplasia o un carcinoma in situ in un punto, non si può escludere che in un altro sia già presente un carcinoma invasivo.
Pertanto, una volta effettuata la diagnosi di carcinoma della vescica, entra in sorveglianza tutto l’urotelio.
sintomatologia dei carcinomi vescicali
Uno tra i primi sintomi di queste neoplasie è l’ematuria (presente nell’85% dei casi), che è un sintomo facilmente riconoscibile. Può essere distinta in:-
• Ematuria microscopica: più che un sintomo è un segno. Non è visibile ad occhio nudo ma si riscontra solo mediante indagini di laboratorio con l’esame urine standard. Il riscontro di una microematuria in un paziente con fattori di rischio per carcinoma vescicale deve essere sottoposto ad indagini più approfondite.
• Ematuria macroscopica: in questo caso il sospetto di neoplasia è sensibilmente più alto. È generalmente di tipo terminale ed è spesso associata a sintomi. Può essere variabile in termini di gravità (da sanguinamenti molto modesti e impercettibili in termini di anemizzazione, fino a ematurie massive da grosse neoformazioni con anche shock emorragico associato).
vescicale, poiché se mobili molto probabilmente si tratta di coaguli o calcoli, se invece rimangono aderenti e fisse è più probabile si tratti di neoformazioni da approfondire.
In questa condizione è necessario inserire un catetere vescicale per drenare l’ematuria e i coaguli. Talvolta è necessario utilizzare dei cateteri con apertura terminale più ampia per drenare i coaguli e in alcuni casi più gravi si può sfruttare anche una procedura di tipo endoscopico invasivo (cistoscopia con cistoscopio rigido).
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dei carcinomi della vescica?
- Quali sono i sintomi principali dei carcinomi vescicali?
- Cosa si intende per ematuria microscopica e macroscopica?
- Perché è importante la sorveglianza dell'urotelio dopo la diagnosi di carcinoma della vescica?
- Quali procedure possono essere necessarie in caso di ritenzione urinaria causata da ematuria?
I carcinomi della vescica derivano dall'epitelio di transizione, costituito da vari strati di cellule, e sono considerati una malattia dell'urotelio, non solo dell'organo.
Uno dei primi sintomi è l'ematuria, che può essere microscopica o macroscopica, e può portare a ritenzione urinaria a causa di coaguli.
L'ematuria microscopica non è visibile ad occhio nudo e si rileva con esami di laboratorio, mentre l'ematuria macroscopica è visibile e spesso associata a sintomi più gravi.
È importante perché i carcinomi dell'urotelio tendono ad essere multifocali e recidivanti, quindi possono svilupparsi in più punti dell'apparato urinario.
Può essere necessario inserire un catetere vescicale per drenare l'ematuria e i coaguli, e in casi gravi si può ricorrere a una cistoscopia con cistoscopio rigido.