Concetti Chiave
- I nevi melanocitari sono lesioni pigmentate che possono variare in forma e colore, e si presentano spesso durante l'adolescenza o dopo i 20 anni.
- Esistono forme comuni e atipiche di nevi, con quelli atipici che richiedono monitoraggio per il rischio di evoluzione in melanoma.
- La dermatoscopia è uno strumento cruciale per distinguere e monitorare i nevi, aiutando a individuarne eventuali cambiamenti.
- Istologicamente, i nevi si dividono in giunzionali, dermici e composti, ciascuno con caratteristiche e rischi distinti di trasformazione maligna.
- Il trattamento dei nevi può includere rimozione chirurgica, soprattutto per nevi congeniti o in posizioni difficili, con tecniche moderne che migliorano l'esito estetico e riducono le dimensioni dei nevi.
Indice
Caratteristiche delle lesioni pigmentate
Lesione pigmentata rotonda od ovale, di colore marrone con diverse gradazioni (più scura al centro), piatta o prominente al centro. Sono di numero variabile (15-30). Ne esistono due forme:
- comune:
- atipico: > 6 mm, asimmetrico, con margini irregolari e pigmentazione disomogenea. Vanno monitorati per la possibile evoluzione in melanoma.
Evoluzione e cambiamenti dei nevi
Compare durante l’adolescenza o dopo i 20 anni, regredisce con l’età e cambia con la gravidanza, la pubertà, la fotoesposizione e la somministrazione di terapia sistemica con steroidi o ormonale (è molto discusso quanto gli ormoni possano indurre la trasformazione tumorale, si tratterebbe comunque di terapie ormonali a dosaggi importanti). La dermatoscopia permette di distinguere e monitorare questi nei.
Categorie istologiche dei nevi
Istologicamente i nevi possono essere divisibili in tre categorie:
1. Nevo giunzionale: lesione superficiale con proliferazione melanocitaria a livello della giunzione dermo-epidermica. Il nevo si presenta come una macchia appena palpabile, non rilevata o nodulare.
2. Nevo dermico: clinicamente verrucoso e rilevato. Non si trasforma quasi mai in una lesione maligna perché le cellule sono distribuite sotto il derma e non vengono raggiunte dai raggi UV. È necessario controllare che non ci sia una lesione a livello della base.
3.
Nevo composto e rimozione
Nevo composto: ha una parte giunzionale ed una parte dermica. Può avere un aspetto a uovo fritto, una parte piana ed una rilevata. È il nevo che più frequentemente viene fatto togliere perché le diverse componenti generano un aspetto clinico diverso. Se si trasforma in senso tumorale è la parte giunzionale a farlo. Per esempio, un nevo congenito nella zona palmo-plantare deve essere tolto prima che cresca perché l’intervento risulta essere più limitato. Per i nevi giganti, una volta si facevano dei curettage neonatali che però non rimuovevano completamente il nevo e creavano un elemento estetico complicato da seguire nel tempo. L’approccio odierno prevede di rimuovere tutto il nevo ma se non è possibile si rimuove tutto quello che si riesce, eventualmente utilizzando degli espansori sottocutanei, per ridurre le dimensioni del nevo che poi va monitorato nel tempo ma il compito risulterà più facile. Ci sono poi delle zone dove è quasi impossibile rimuoverlo chirurgicamente, come nell’occhio. L’immagine a destra mostra nevi congeniti più piccoli che si sono
modificati e nevi che hanno già dato metastasi satelliti perché sono stati diagnosticati con un eccessivo ritardo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali dei nevi melanocitari?
- Come si classificano istologicamente i nevi melanocitari?
- Qual è l'approccio moderno per la rimozione dei nevi giganti?
I nevi melanocitari sono lesioni pigmentate rotonde o ovali, di colore marrone con diverse gradazioni, piatte o prominenti al centro. Possono essere comuni o atipici, con quest'ultimi che richiedono monitoraggio per la possibile evoluzione in melanoma.
Istologicamente, i nevi si dividono in tre categorie: nevo giunzionale, nevo dermico e nevo composto. Ogni tipo ha caratteristiche specifiche e diverse implicazioni per la salute.
L'approccio moderno prevede la rimozione completa del nevo, se possibile, o la riduzione delle sue dimensioni utilizzando espansori sottocutanei, per facilitare il monitoraggio nel tempo.