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Concetti Chiave

  • Il modello clinico a stadi per allucinazioni, teorizzato da McGorry, rappresenta l'approccio più avanzato per trattare questi sintomi e patologie.
  • Il Gaf (Global Assessment of Functioning) è uno strumento che valuta il funzionamento sociale, occupazionale e psicologico di un individuo su una scala da 0 a 100.
  • I sintomi non specifici, come derealizzazione e depersonalizzazione, richiedono una terapia psicoeducativa e un approccio cognitivo-comportamentale per ridurre i deficit cognitivi.
  • I pazienti con un Gaf tra 30 e 50 necessitano di trattamenti con farmaci neurolettici atipici e riabilitazione per mantenere il ruolo sociale e gestire le faccende quotidiane.
  • Strategie cognitive-comportamentali e farmaci mirati sono cruciali per gestire ricadute frequenti e migliorare l'andamento a lungo termine senza remissione.

Modello clinico a stadi per allucinazioni

Si tratta del modello più avanzato attualmente, che possa dare una traccia di come provare a curare nel miglior modo possibile questi sintomi e queste patologie. Se ne deve la teorizzazione a McGorry.

Gaf: Global Assessment of Functioning, si tratta di uno strumento semplice che misura, con un punteggio da 0 a 100, qual è la capacità di funzionamento sociale, occupazionale e psicologico di un individuo.

Un Gaf=100 è quello di una persona nelle sue piene capacità, un Gaf=0 indica un soggetto che non è in grado di fare nulla da solo. È stato pensato anche per chi non lavora strettamente nel campo della psichiatria.
- Sintomi non specifici (sintomi vaghi e blandi, come la derealizzazione o la depersonalizzazione), che possono comunque portare ad un declino e mostrare deficit cognitivi. Terapia: bisogna attivare un processo psicoeducativo alla famiglia (abitudine non così frequente nella psichiatria), accompagnato da cbt (Approccio Cognitivo Comportamentale), che gioca sia sulla famiglia che sulla persona stessa: consiste nel portare il paziente a lavorare sui sintomi non specifici che presenta, sulla riduzione di determinati deficit cognitivi.
- Presenza di gaf Terapia: le strategie di intervento comprendono sempre psico-educazione alla famiglia e cbt, con aggiunta di farmaci mirati e sostegno di ruolo, che consiste nell’aiutare la persona a mantenere il proprio ruolo sociale (ad esempio il ragazzo che ha avuto un esordio di psicosi deve continuare ad andare a scuola e deve essere aiutato sia dal punto di vista scolastico che amicale, per ripristinare le interazioni sociali).
- Presenza di gaf 30-50, primo episodio con sintomi specifici. Terapia: è analoga alla precedente citata, con aggiunta di farmaci neurolettici atipici e riabilitazione al ruolo sociale, ma anche nelle faccende quotidiane come l’igiene (il paziente con schizofrenia perde tutto contemporaneamente: amici, famiglia, affetti, lavoro e capacità cognitiva).
- Frequenti ricadute: dopo l’episodio psicotico, vi può essere una remissione completa o parziale, non si può parlare di guarigione, però si può cercare di limitare l’insorgenza di possibili ricadute. Alcune strategie cognitivo-comportamentali insegnano al paziente ad autogovernarsi e ad evitare, in caso di vulnerabilità, situazioni di stress ambientale (es. un elevato carico lavorativo).
- Andamento a lungo termine senza remissione: questo stadio oggi è sempre meno presente, grazie al raffinamento dei farmaci mirati all’incisività e non alla sedazione, al coinvolgimento sociale e alla terapia cognitivo-comportamentale. In questo stadio, comunque, si somministra clozapina, un farmaco con effetti collaterali importanti (va monitorato), ma che in alcuni casi riesce a far mantenere dei livelli accettabili di vita quotidiana.

Domande da interrogazione

  1. Chi ha teorizzato il modello clinico a stadi per allucinazioni?
  2. McGorry.

  3. Cosa misura il Gaf (Global Assessment of Functioning)?
  4. Misura la capacità di funzionamento sociale, occupazionale e psicologico di un individuo.

  5. Quali sono le strategie di intervento per un paziente con un Gaf < 70?
  6. Psico-educazione alla famiglia, cbt, farmaci mirati e sostegno di ruolo.

  7. Cosa si può fare per limitare l'insorgenza di ricadute dopo un episodio psicotico?
  8. Insegnare al paziente strategie cognitivo-comportamentali per autogovernarsi e evitare situazioni di stress ambientale.

Domande e risposte