Concetti Chiave
- Il metodo galileiano in medicina si basa sull'osservazione e misurazione di fenomeni per formulare un'ipotesi diagnostica che viene verificata con test mirati.
- La terapia ex adiuvantibus è un approccio utilizzato quando i test diagnostici non sono conclusivi, somministrando una terapia per confermare un'ipotesi se efficace.
- Il processo diagnostico è continuo, con nuovi quesiti che emergono nel trattamento e nel monitoraggio a lungo termine dei pazienti.
- I medici affrontano difficoltà nei sintomi condivisi tra diverse malattie e nella gestione di pazienti asintomatici con alterazioni ematiche.
- Il metodo galileiano si applica anche nei check-up preventivi, dove si parte da alterazioni bioumorali per confermare o escludere ipotesi cliniche.
Indice
Il metodo scientifico in medicina
Galileo afferma che per capire quello che succede attorno a noi bisogna osservare e possibilmente misurare un fenomeno, si deve poi formulare un’ipotesi e poi verificare con un esperimento se quest’ultima sia vera. Applicato in ambio medico quello che si deve fare è un’anamnesi accurata del paziente sintomatico e formulare un’ipotesi (qual è la causa del sintomo sulla base dell’anamnesi), una volta formulata devo confermarla o smentirla; per farlo uso test diagnostici, esami del sangue o strumentali mirati.
Ipotesi diagnostica e terapia
La formulazione di ipotesi diagnostica deve rispondere a una domanda, oppure l’alternativa è la terapia ex adiuvantibus: nell’eventualità che i test non siano di alcun aiuto si può somministrare una terapia mirata alla cura della causa ipotizzata dal medico, se funziona allora si ha la diagnosi.
Processo decisionale medico
Successivamente poi si presenteranno alter domande (come la tratto? Per quanto tempo? Come devo scalare?...) a cui si dovrà cercare di rispondere, è un processo infinito. I pazienti che vengono presi in carico dovranno essere controllati periodicamente per tutta la vita, fatta eccezione per quelli che guariscono completamente.
Il medico si trova di fronte a nodi decisionali, bivi nel raggiungimento delle diagnosi, ipotesi differenti a cui bisogna fare attenzione nel prendere quella più corretta.
Sintomi e diagnosi differenziale
Nella pratica il ragionamento è molto più complesso, si ragiona al contrario partendo dal sintomo, il paziente ha un qualcosa che lo fa star male bisogna caprine la causa e cercare di guarirlo.
Un’ulteriore complicazione è rappresentata dal fatto che il sintomo non caratterizza una malattia, esso può essere condiviso da molteplici malattie.
Pazienti asintomatici e diagnosi
Un problema clinico che i medici devono spesso affrontare è che spesso i pazienti sono asintomatici, si presentano dallo specialista a causa di esami del sangue alterati (es. transaminasi alterate). Si deve allora capire se questa variazione sia parafisiologica o se sia espressione della patologia in atto che non si è ancora manifestata.
A differenza del paziente sintomatico in cui si deve fare diagnosi, in questo caso il paziente non ha nulla e probabilmente sta bene, ma si deve comunque assicurarsi di questo, fare un’esclusione di diagnosi che dal punto di vista metodologico è molto complesso.
In medicina si segue un iter diagnostico galileiano, si parte dall’alterazione bioumorale per poi arrivare all’esclusione o alla conferma di una determinata ipotesi clinica. Altri casi simili sono pazienti che eseguono check-up (ecografie…) dai quali risultino delle alterazioni.
Domande da interrogazione
- Qual è il metodo galileiano applicato in medicina?
- Come si affronta un paziente asintomatico secondo il metodo galileiano?
- Quali sono le sfide nel processo diagnostico secondo il metodo galileiano?
Il metodo galileiano in medicina prevede l'osservazione e la misurazione di un fenomeno, la formulazione di un'ipotesi e la sua verifica tramite esperimenti, come test diagnostici o esami mirati.
Per un paziente asintomatico, si deve determinare se le alterazioni riscontrate siano parafisiologiche o indicative di una patologia non ancora manifesta, seguendo un iter diagnostico per escludere o confermare ipotesi cliniche.
Le sfide includono la complessità del ragionamento diagnostico, la necessità di distinguere tra sintomi condivisi da diverse malattie e la gestione di pazienti asintomatici con alterazioni nei test di laboratorio.