Concetti Chiave
- La malattia di Alzheimer è una patologia degenerativa progressiva che porta alla demenza, colpendo soprattutto gli anziani.
- Colpisce tra il 5 e il 15% delle persone oltre i 65 anni e è una causa importante di morte per molti ultra ottantacinquenni.
- I sintomi includono perdita di memoria a breve termine, disorientamento, irritabilità e, nelle fasi avanzate, allucinazioni.
- È associata a un deficit di acetilcolina e a modificazioni strutturali dell'encefalo, come atrofia cerebrale e placche senili.
- La causa precisa rimane sconosciuta, ma si sospetta una componente genetica; la beta-amiloide è coinvolta nel processo neurodegenerativo.
La malattia di Alzheimer è una malattia degenerativa progressiva dell’encefalo, che alla fine si risolve in demenza (deterioramento mentale). I malati di Alzheimer costituiscono quasi la metà di tutte le persone ricoverate nelle case di riposo.
Dal 5 al 15% degli individui oltre i 65 anni sviluppa questa malattia, e per circa la metà degli ultra ottantacinquenni è un’importante concausa di morte.
Sintomi e progressione della malattia
Le sue vittime, tra cui il presidente Reagan, presentano perdita della memoria (soprattutto per i fatti recenti), accorciamento del tempo di attenzione e disorientamento, e infine perdita del linguaggio.
Nell’arco di alcuni anni persone di buona indole possono diventare irritabili, lunatiche, confuse e talora violente.
Infine compaiono allucinazioni.
Cause e ricerca scientifica
La malattia di Alzheimer si accompagna a un deficit di acetilcolina e a modificazioni strutturali dell’encefalo, soprattutto delle aree correlate con il pensiero e la memoria.
Le circonvoluzioni si riducono e si manifesta atrofia cerebrale. La causa precisa è sconosciuta, ma alcuni casi sembrano avere un andamento familiare.
L’analisi microscopica del tessuto encefalico dimostra placche senili (aggregati del peptide beta-amiloide) disseminate nell’encefalo come proiettili tra i neuroni.
Per i ricercatori è stato difficile e frustrante scoprire in che modo la betaamiloide agisce quale neurotossico, specialmente perché essa è presente anche nelle cellule sane dell’encefalo (anche se in minori quantità).