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Concetti Chiave

  • L'immunotipizzazione è eseguita automaticamente dal laboratorio come parte dell'elettroforesi capillare, senza richiesta clinica.
  • La preparazione del campione differisce dall'elettroforesi standard, utilizzando un siero diluito con antisieri specifici.
  • Il processo identifica i picchi monoclonali attraverso la reazione con antisieri, determinando la presenza di IgG monoclonale.
  • L'immunotipizzazione integra l'elettroforesi capillare, fornendo informazioni senza necessità di ulteriori test come l'immunofissazione.
  • Prima di analizzare campioni patologici, si esegue una valutazione qualitativa su campioni normali per riferimenti comparativi.

L’immunotipizzazione non è un esame richiesto dal clinico, ma viene eseguito in automatico dal laboratorio. Si tratta di una parte della elettroforesi, eseguita con lo stesso strumento dell’elettroforesi capillare. La differenza sta nella preparazione campione: anziché utilizzare un campione di siero tale quale e procedere all’analisi su capillare, si esegue la diluizione del siero con un diluente specifico.

Indice

  1. Procedura e analisi dei campioni
  2. Identificazione del picco monoclonale
  3. Integrazione con elettroforesi capillare
  4. Valutazione qualitativa dei campioni

Procedura e analisi dei campioni

Il siero diluito è miscelato in 6 pozzetti con 5 antisieri (IgG, IgA, IgM), e un tampone privo di antisiero, che corrisponde al campione tale e quale a quello dell’elettroforesi capillare.

Quest’ultimo rappresenta il tracciato di riferimento, un’indagine re-run automatica sul tracciato elettroforetico. Si utilizzano sempre i capillari dall'estremità anodica, e l'analisi visiva dei profili dei vari campioni diluiti con i diversi antisieri viene confrontata con il tracciato di riferimento sovrapposto. Avendo messo degli antisieri A, M G,  e , si formeranno gli immunocomplessi, che migrano in posizione anodica, in zona albumina o oltre.

Identificazione del picco monoclonale

Il picco monoclonale è identificato quando scompare con un antisiero anti-catena pesante o anti-catena leggera. Infatti si parla anche di immunosottrazione: il fatto che esso scompaia quando si utilizzano degli antisieri che hanno delle IgG, IgM, ecc., significa che ha reagito con l’antisiero. Nei 5 pozzetti, rispettivamente, il picco è scomparso, presente, presente, scomparso, e presente. Quindi non si tratterà di un antisiero A, perché dove c'è l’antisiero A il picco è presente, né sarà un M per lo stesso motivo. Dove invece è stato messo l'antisiero G, che si è legato alla IgG, rimuovendola, si osserva uno spazio: tutto il picco è migrato perché si è formato un immunocomplesso che lo ha fatto fisicamente migrare, ovvero lo ha “sottratto”. Quindi verosimilmente si tratterà di una IgG, perché scompare in presenza dell'antisiero G. Per quanto riguarda la catena leggera, il picco è presente nel tracciato mentre scompare nel tracciato. Allora in questo caso si tratterà di una IgG monoclonale.

Integrazione con elettroforesi capillare

Questa tecnologia è inserita nell’elettroforesi capillare: il laboratorista ha già uno strumento aggiuntivo. Grazie all’immunotipizzazione il laboratorio riferisce già questa informazione nel referto, senza bisogno di eseguire l’immunofissazione. Quindi l’immunotipizzazione è un’integrazione dell’elettroforesi capillare che prevede l'utilizzo di antisieri, che sono già preparati fisicamente, e dopo aver fatto le corse elettroforetiche su quei campioni dove si ha visionato il picco si può già ricavare questa informazione aggiuntiva.

Valutazione qualitativa dei campioni

Nell’immagine si osservano campioni normali in cui è stata fatta l’immunotipizzazione. In laboratorio solitamente, prima di analizzare il campione patologico, conviene avere una valutazione qualitativa di quello fisiologico. Il picco scompare perché si aveva una prevalenza G con una piccola quantità di, però di base è un picco normale.

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è l'immunotipizzazione e come si differenzia dall'elettroforesi capillare?
  2. L'immunotipizzazione è un processo automatico eseguito dal laboratorio come parte dell'elettroforesi capillare. La differenza principale sta nella preparazione del campione, che viene diluito con un diluente specifico e miscelato con antisieri per identificare i picchi monoclonali.

  3. Qual è il ruolo degli antisieri nell'immunotipizzazione?
  4. Gli antisieri (IgG, IgA, IgM) vengono utilizzati per formare immunocomplessi che migrano in posizione anodica. La scomparsa di un picco monoclonale in presenza di un antisiero specifico indica la reazione con quell'antisiero, permettendo l'identificazione del tipo di immunoglobulina.

  5. Come si identifica un picco monoclonale nell'immunotipizzazione?
  6. Un picco monoclonale è identificato quando scompare in presenza di un antisiero anti-catena pesante o leggera. Ad esempio, se il picco scompare con l'antisiero G, si tratta verosimilmente di una IgG monoclonale.

  7. Quali sono i vantaggi dell'immunotipizzazione rispetto all'immunofissazione?
  8. L'immunotipizzazione fornisce informazioni aggiuntive senza la necessità di eseguire l'immunofissazione, integrando l'elettroforesi capillare e permettendo al laboratorio di riferire già queste informazioni nel referto.

Domande e risposte