Concetti Chiave
- L'immunologia clinica esplora la relazione tra il sistema immunitario e l'ospite, oltre che con agenti patogeni o ambientali, rilevando come alterazioni possano indicare malattie sistemiche o d'organo.
- L'uso profilattico di antibiotici come l'azitromicina è comune, specialmente durante periodi con maggiore esposizione a patogeni ambientali, per amplificare la protezione in pazienti con immunodeficienze.
- In caso di immunodeficit secondario limitato nel tempo, come con l'uso di Rituximab, si preferisce una profilassi antibiotica piuttosto che una terapia sostitutiva con immunoglobuline.
- Per immunodeficit primitivo o prolungato, l'antibiotico profilattico da solo non è sufficiente, poiché non offre protezione antitumorale e altre forme di sorveglianza immunitaria.
- La memoria immunologica si verifica quando il sistema immunitario riconosce un agente patogeno, producendo una risposta più rapida e potente al secondo contatto, misurabile tramite dosaggi di anticorpi come le IgG.
L’immunologia clinica è quella branca della medicina interna che si occupa della relazione fra:
• Sistema immunitario e ospite
• Sistema immunitario e agente patogeno o agente ambientale
Ogni alterazione della risposta del sistema immunitario può essere espressione di una malattia d’organo o sistemica.
Indice
Uso degli antibiotici nella terapia
Non si esclude per la terapia l’uso di antibiotici a scopo profilattico; si parla soprattutto di azitromicina, con schemi non a dosaggio pieno e somministrazione a giorni alterni o trisettimanale. Questo può essere combinato ad una terapia sostitutiva in concomitanza ad immunosoppressione ma anche in pz con Cvid in certi periodi dell’anno, come quello invernale, laddove il carico dell’esposizione a patogeni ambientali diventa più importante che nel resto dell’anno. Quindi limitatamente a quelle fasi può sussistere la necessita di profilassi antibiotica da abbinare a terapia sostitutiva. L’inserimento dell’antibiotico terapia non è associato alla diagnosi tardiva, ma è una necessità che può essere valutata per chiunque nonostante la terapia sostitutiva abbia la necessità di amplificare la protezione della terapia sostitutiva stessa perché in un determinato periodo dell’anno o della vita la suscettibilità alle infezioni non riesce ad essere ridotta o neutralizzata.
Immunodeficit e strategie terapeutiche
In alcuni casi di immunodeficit secondario a terapie immunosoppressive se il programma terapeutico della terapia immunosoppressiva stessa è limitato nel tempo invece che iniziare un percorso di supplementazione di Ig viene approntato uno schema profilattico di antibiotico ma parliamo di pz che diventano immunodeficienti limitatamente all’utilizzo di una terapia. Esempio: se si usa il Rituximab per trattare una vasculite o un Ar, questo sarà inserito in uno schema limitato nel tempo e piuttosto che aggiungere una terapia sostitutiva con Ig per questo tempo la prescrizione va sull’antibiotico terapia profilattica.
Se parliamo di immunodeficit primitivo o secondario ma protratto nel tempo la terapia antibiotica profilattica non può essere da sola una strategia terapeutica anche perché non da copertura dal punto di vista della sorveglianza antitumorale e sul resto.
Memoria immunitaria e test anticorpali
Il S.I. sviluppa una memoria verso un certo agente la prima volta che vi viene a contatto, in modo che al secondo contatto si possa sviluppare una risposta più rapida e più potente (in un’infezione secondaria la produzione di IgG può essere molto più intensa rispetto all’infezione primaria).
Un metodo per testare la memoria è mediante il dosaggio di anticorpi; in particolare si dosano le IgG. Le IgM sono invece segno di un’infezione in atto o un’infezione appena terminata.
Metodi diagnostici per soggetti non immunocompetenti
Attenzione: non in tutti i soggetti è possibile scoprire se abbiano avuto un’infezione passata da parte di un certo agente patogeno; infatti, i soggetti non immunocompetenti (in particolare per quanto riguarda i linfociti B e le immunoglobuline) non mostreranno IgG specifiche per quei determinati antigeni. In questi soggetti è possibile invece utilizzare metodi più “diretti”: colture dei liquidi biologici dove ci si aspetta di trovare l’agente patogeno e la ricerca del genoma dell’agente patogeno.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'immunologia clinica nella medicina interna?
- Quando è consigliata la profilassi antibiotica in pazienti con immunodeficienza?
- Qual è la differenza tra IgG e IgM nel contesto delle infezioni?
- Come si può testare la memoria immunitaria in soggetti non immunocompetenti?
L'immunologia clinica si occupa della relazione tra il sistema immunitario e l'ospite, nonché tra il sistema immunitario e agenti patogeni o ambientali.
La profilassi antibiotica è consigliata in pazienti con immunodeficienza, specialmente durante periodi dell'anno con maggiore esposizione a patogeni, come l'inverno, o in caso di immunodeficienza secondaria a terapie immunosoppressive.
Le IgG indicano una memoria immunitaria e una risposta più rapida a infezioni secondarie, mentre le IgM segnalano un'infezione in corso o appena terminata.
In soggetti non immunocompetenti, la memoria immunitaria può essere testata attraverso colture di liquidi biologici e la ricerca del genoma dell'agente patogeno, poiché non mostrano IgG specifiche.